Nell’intima profondità della nostra anima vi è qualcosa che può comprendere quel che è stato investigato dall’occultista

O.O. 153 – Natura interiore dell’uomo e vita fra morte e nuova nascita – 11.04.1914


 

Devo ora aggiungere a quanto finora è stato detto che a questo riguardo l’entità dell’uomo si è indubbiamente modificata durante il corso dell’evoluzione. Le cose descritte ora sono così nel nostro tempo. Ma non furono sempre così.

In tempi più antichi dell’evoluzione dell’umanità, per esempio durante le civiltà paleoindiana, paleopersiana ed egizia, le cose erano diverse.

 

Anche in quei tempi naturalmente le percezioni fluivano nell’uomo, e in esse erano contenute immaginazioni, ispirazioni e intuizioni, ma allora l’influsso di immaginazioni, ispirazioni e intuizioni non restava come oggi tanto inefficace per l’uomo. Esse non uccidevano totalmente l’interiorità fisica dell’uomo, non provocavano un condensamento minerale così completo.

 

Ciò derivava dal fatto che in quei tempi antichi, quando in determinate circostanze le percezioni colpivano l’uomo da fuori, dall’altra parte, ossia dalla parte del sentimento e della volontà, veniva anche suscitato qualcosa.

Se per esempio si risale agli antichi tempi della civiltà egizio-babilonese e si considerano gli uomini di allora, si può costatare che essi percepivano in modo del tutto diverso da oggi.

 

Indubbiamente essi si trovavano come noi di fronte al mondo sensibile esterno, ma il loro corpo era ancora organizzato in modo che l’azione esercitata dalle immaginazioni nascoste nelle percezioni sensorie non era soltanto distruttiva; quelle immaginazioni pervadevano invece l’uomo con una certa vivezza.

Ma appunto perché lo pervadevano con vivezza, esse provocavano nella sua interiorità la controimmagine di quanto ora rimane totalmente nascosto nell’io e nel corpo astrale.

 

• Le entità spirituali del Sole e del sistema planetario gli movevano incontro dall’interno

e rispecchiavano in certo modo quello che l’immaginazione vivificava da fuori.

• Così in certi momenti, quando un appartenente alle civiltà egizia o babilonese rivolgeva lo sguardo al mondo fisico,

riceveva le percezioni fisiche non solo come le riceviamo noi, ma vivificate.

• Egli sapeva che là dietro ad esse vi era qualcosa che si esplicava in immaginazioni.

 

• Perciò egli non era tanto stolto da supporre, come fanno i nostri fisici attuali,

che dietro le percezioni vi fossero vibrazioni atomiche materiali, ma sapeva che dietro vi era vita;

dalla sua interiorità gli sorgevano e gli raggiavano incontro le immagini del cielo stellato vivificato, e perfino del Sole.

• Questo fenomeno si verificò con particolare intensità durante la civiltà persiana,

quando nel percepire esteriore risplendeva veramente qualcosa dell’intima forza spirituale del Sole, di Ahura Mazdao.

 

Se risaliamo a tempi ancora più remoti, troviamo anche più accentuata questa cooperazione, questo muoversi incontro di interiore ed esteriore. Oggi ciò non può più essere, ma può esservi un surrogato.

Qui giungiamo a un punto in cui comprenderemo, in certo modo per virtù delle cose stesse, il compito che ci spetta nell’àmbito della concezione antroposofica del mondo. Deve venir creato un surrogato.

 

Noi stiamo di fronte al mondo esterno con le nostre percezioni.

Riflettiamo su di esse,

• mentre una parte del mondo esterno resta per noi inaccessibile,

la parte che esercita su di noi un’azione mortificante e oscurante.

• Ma con la scienza dello spirito possiamo vivificare quel che in tal modo viene ucciso e oscurato.

 

Appunto in virtù della vivificazione di quanto altrimenti viene ucciso e oscurato,

nasce una scienza, quale è quella descritta nella mia Scienza occulta per le evoluzioni di Saturno, Sole e Luna.

 

Ogni uomo porta in sé la conoscenza delle evoluzioni di Saturno Sole e Luna;

essa giace però nei sostrati della sua coscienza.

Se la vedesse semplicemente, senza aver avuto una sufficiente preparazione,

egli non vorrebbe essere uomo terreno, non vorrebbe avere a che fare con la Terra,

ma aspirerebbe a terminare il suo sviluppo con l’evoluzione lunare.

 

Tutte le cognizioni che possiamo acquistare mercé la scienza dello spirito,

in quanto penetrano in noi, illuminano quel che dell’evoluzione passata ci rimane nascosto.

 

Infatti le immaginazioni, ispirazioni e intuizioni che vivono nelle impressioni sensorie e non penetrano in noi,

che sono osservate attraverso il velo delle impressioni sensorie,

sono in effetti quel che abbiamo vissuto in passato.

 

• Diverso è quel che risiede nel nostro sentire e volere.

 

Qualcuno può dire, e molti oggi sentono l’impulso a dirlo, che non interessa ciò che escogitano o hanno escogitato delle teste bislacche intorno a un mondo soprasensibile. Non accettano idee simili. Chi dice così non si è mai reso conto del perché le religioni siano sorte nell’evoluzione del mondo.

 

Una caratteristica comune a tutte le concezioni religiose

è che esse si riferiscono a cose che l’uomo non può percepire materialmente;

l’uomo deve cioè formarsi delle rappresentazioni religiose di ciò che non può percepire con i sensi.

 

Le rappresentazioni provenienti da quanto percepiamo coi sensi

non possono mai dare al nostro sentire e volere un impulso, una forza che si esplichi dopo la morte.

Affinché quanto di non nato nel nostro sentimento e nella nostra volontà possa agire dopo la morte,

affinché ciò possa realmente agire, non ci occorrono le rappresentazioni che noi possiamo formarci

mediante le nostre percezioni dei sensi o il nostro intelletto collegato al cervello. Queste non ci aiutano per nulla.

 

Soltanto e unicamente

le rappresentazioni corrispondenti a qualcosa che sia reale, ma non in senso esteriore,

che una volta accolto ci rende più pii e ci incita ad alzare lo sguardo a un mondo spirituale,

soltanto tali rappresentazioni ci dànno l’impulso, ci dànno le ali a noi necessarie dopo la morte.

 

Avere rappresentazioni religiose significa rappresentarsi

ciò che ancora non può agire in noi, ma che è una forza per dopo la morte.

• Con le rappresentazioni religiose noi non accogliamo soltanto delle conoscenze,

ma anche qualcosa che può diventare attivo dopo la nostra morte.

 

Appunto perciò chi nel corpo fisico non vuol riflettere su tali forze, ne può ridere e respingerle nel suo materialismo.

Se però non si compenetra con rappresentazioni del soprasensibile,

egli avrà soltanto una forza paralizzata per sviluppare ulteriormente ciò che in lui non è giunto a nascimento.

Perciò occorre ripetere: quel che è passato viene illuminato dalla coscienza chiaroveggente.

 

Oggi ciò viene di nuovo riconosciuto anche nella forma in cui esisteva un tempo

dietro il velo del mondo sensibile come immaginazione, ispirazione e intuizione.

 

Anticamente questo era dato agli uomini in forma di fede religiosa, perché gli uomini non perdessero forza e slancio necessari nel tempo dopo la morte, e perché avessero qualcosa nel centro dell’anima che potesse conservarli vivi anche dopo aver deposto il corpo fisico.

 

Ora è venuto il tempo in cui gli uomini, grazie alla comprensione data dalla scienza dello spirito,

devono formarsi rappresentazioni sui mondi soprasensibili.

Perciò non potremo mai stancarci di ripetere

che nel mondo soprasensibile queste cose possono essere ricercate solo da un investigatore dello spirito.

Ma quando siano state investigate, allora nell’intima profondità della nostra anima

vi è qualcosa che è come un linguaggio occulto dell’anima,

qualcosa che può comprendere quel che è stato investigato dall’occultista.

 

Solo i pregiudizi dell’intelletto e dei sensi potranno considerare stolto e fantastico

quanto ci è dato dalla ricerca spirituale sotto forma di rappresentazioni soprasensibili,

quanto, se viene accolto, conferisce forza ed ala al centro dell’anima

affinché per tutto l’avvenire possa trovare la via verso il cosmo.

 

Il contenuto del mondo spirituale

potrà essere sempre investigato solo da chi compie uno sviluppo esoterico,

• ma conoscere tale contenuto,     • elaborarlo interiormente nella coscienza,

• possederlo in concetti e idee,     • possederlo come certezza dell’esistenza dell’anima nel mondo spirituale,

è un nutrimento spirituale che sempre più sarà necessario agli uomini.

 

Questo ci mostra concretamente quale sia la missione del nostro movimento antroposofico.