Noi portiamo in noi stessi il capo, che fa nascere la materia

O.O. 202 – Il Ponte tra la spiritualità cosmica – 19.12.1920


 

Che cosa capita veramente quando l’uomo sviluppa la sua vita di pensiero?

Una realtà diventa apparenza.

 

È molto importante avere le idee ben chiare su queste cose.

Abbiamo il nostro capo, che nella sua ossificazione e nella sua tendenza alla ossificazione è già esteriormente l’immagine di qualcosa di morto nei confronti del resto dell’organizzazione corporea, per così dire più fresca.

 

Nel periodo fra nascita e morte portiamo nel nostro capo qualcosa che nel passato era realtà e che nel capo è ora apparenza; partendo dal resto del nostro organismo compenetriamo l’apparenza con un elemento reale che viene dal ricambio, con l’elemento reale della volontà.

 

Abbiamo come la formazione di un germe

che a tutta prima è proprio della nostra umanità e che ha poi un’importanza cosmica.

Si pensi:

un uomo era prima nel mondo spirituale e poi nasce in un certo anno;

mentre si stacca dal mondo spirituale, quel che prima era realtà di pensiero diventa apparenza.

 

• L’uomo trasporta poi in quest’apparenza l’attività della volontà, attività che proviene da tutt’altra direzione, che scorge da tutto il resto del suo organismo e non dal capo.

• In questo modo il passato morto nell’apparenza viene nuovamente attivato dagli impulsi della volontà; diventa la realtà del futuro.

 

Intendiamoci bene:

che cosa accade quando l’uomo si eleva al pensiero puro, cioè al pensiero compenetrato di volontà?

• Sulla base di quel che l’apparenza ha dissolto (il passato),

• grazie alla fecondazione con la volontà proveniente dal suo io,

• nell’uomo si sviluppa una nuova realtà proiettata nel futuro.

L’uomo è il portatore del germe del futuro.

 

La terra madre è in un certo senso costituita dai pensieri reali del passato:

• nella terra madre viene seminato quel che proviene dall’individualità,

• e ne nasce un germe che viene mandato nel futuro per la vita futura.

 

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Dall’altro lato,

• compenetrando le sue azioni, i suoi impulsi volitivi con pensieri,

• l’uomo sviluppa quel che compie con amore.

È qualcosa che si stacca da lui.

• Le nostre azioni non rimangono in noi.

• Diventano avvenimenti universalise sono compenetrate d’amore, l’amore le accompagna.

 

Un’azione egoistica dal punto di vista cosmico è qualcosa di diverso da una azione compenetrata d’amore.

• Mentre con la fecondazione della volontà, a partire dall’apparenza sviluppiamo il frutto della nostra interiorità,

• quel che dal nostro capo fluisce per così dire nel cosmo va ad incontrare le nostre azioni compenetrate di pensieri.

 

• Come nel ciclo di sviluppo di una pianta il seme contenuto nel fiore deve venir colpito dalla luce del Sole, dall’aria esterna e così via, deve cioè esserci una qualità cosmica che gli viene incontro in modo che possa crescere,

• così quel che viene sviluppato dalla libertà deve trovare un elemento di crescita nell’incontro con l’amore che vive nelle azioni (v. disegno precedente).

 

L’uomo si trova così inserito nel divenire universale:

• ciò che accade entro la sua pelle e ciò che nell’azione esce dalla sua pelle

• non ha importanza solo per lui, ma è un avvenimento universale.

L’uomo è inserito nel corso degli avvenimenti cosmici.

 

• Quando quel che era reale nel passato diventa in lui apparenza, una realtà si dissolve di continuo:

• quando l’apparenza viene a sua volta fecondata dalla volontà, sorge una nuova realtà.

 

Possiamo così afferrare spiritualmente, vorrei dire, quel che abbiamo detto anche in altre prospettive.

Non vi è nessuna costanza della materia.

La materia si trasforma in apparenza,

e l’apparenza viene a sua volta elevata a realtà dalla volontà dell’uomo.

 

La legge della costanza della materia e dell’energia che vige nell’ambito di una concezione fisica del mondo

è un’immagine illusoria: considera solo l’immagine naturale del mondo.

 

• In verità della materia si dissolve di continuo trasformandosi in apparenza:

• sorge poi qualcosa di nuovo quando l’apparenza viene di nuovo trasformata in essenza

• dalla creatura più elevata del cosmo, dall’uomo.

 

Lo possiamo vedere anche all’altro polo, solo in un modo più difficile: infatti i processi che portano alla libertà sono in fondo veramente comprensibili per un pensare spregiudicato; per vedere qui in modo giusto, è invece necessaria una certa evoluzione scientifico-spirituale.

Infatti a tutta prima la coscienza ordinaria rimbalza contro la potenza.

Compenetra sì di pensieri tutte le manifestazioni della potenza, ma la coscienza ordinaria non è in grado di vedere che, allo stesso modo in cui da questa parte sempre più volontà e capacità di giudizio arrivano nel mondo dei pensieri, quando mandiamo i pensieri nella volontà, quando appunto estirpiamo la potenza, in realtà compenetriamo con la luce del pensiero quel che è pura potenza.

 

• In un polo dell’uomo si vede il superamento della materia,

• nell’altro polo si vede il riformarsi della materia.

 

Come ho accennato nel mio libro Enigmi dell’anima, sappiamo che l’uomo è un essere triarticolato:

• quale uomo dei sensi e dei nervi è portatore della vita di pensiero, della vita di percezione,

• quale uomo ritmico (respirazione, circolazione del sangue) è portatore della vita di sentimento,

• quale uomo del ricambio è portatore della vita di volontà.

 

• Come si sviluppa allora il ricambio nell’uomo nel momento in cui la volontà si sviluppa sempre di più in amore?

• Nel senso che, essendo l’uomo un essere attivo, la materia in realtà viene continuamente superata.

 

• E che cosa si forma quando l’uomo sviluppa come essere libero il pensiero puro, quel pensiero che in realtà ha una natura volitiva?

• Sorge la materia. Osserviamo la nascita della materia.

 

• Noi portiamo in noi stessi il capo, che fa nascere la materia,

e portiamo in noi stessi l’altro elemento che annulla il capo, in cui possiamo assistere all’annientamento della materia:

il nostro sistema delle membra e del ricambio.

 

Così si considera l’uomo nella sua totalità.

Vediamo come quel che di solito viene compreso solo nell’ambito della coscienza umana per lo più in forma astratta, diventa partecipe del divenire universale come elemento reale.

Quel che si trova nel divenire universale, a cui si attacca la coscienza ordinaria in modo tale da non poterselo immaginare in altro modo se non come una realtà, vediamo come tutto ciò venga disciolto fino allo stato di nulla.

 

È appunto una realtà per la coscienza ordinaria, e se già le cose non stanno così per la realtà esterna, almeno devono esserci gli atomi, delle realtà rigide.

Non potendo liberarsi col pensiero da queste realtà rigide, le si lasciano mescolare le une alle altre, una volta così e una volta cosà. Una volta si ha l’idrogeno, un’altra l’ossigeno: le realtà vengono semplicemente raggruppate in altro modo, proprio perché non si è in grado di agire altrimenti. Una volta riusciti a tener fermo qualcosa col pensiero, lo si pensa anche nella realtà in modo altrettanto fermo.

 

• Non è altro se non una debolezza di pensiero a cui si abbandona l’uomo supponendo l’esistenza di eterni atomi rigidi.

• Il pensiero conforme alla realtà dice invece che la materia viene continuamente dissolta fino al nulla.

• L’uomo può parlare di costanza della materia solo perché, mentre della materia sparisce, ne nasce continuamente dell’altra.

 

Fa lo stesso errore che farebbe se, supponiamo, un certo numero di documenti venissero portati in una casa in cui venissero ricopiati, poi gli originali venissero bruciati e ne rimanessero solo le copie: l’uomo farebbe un errore se pensasse che fossero la stessa cosa, vedendo uscire dalla casa cose identiche a quelle che vi erano entrate. In realtà i documenti vecchi sono stati bruciati e ne sono stati scritti dei nuovi. Lo stesso accade col divenire universale: è molto importante arrivare a conoscere fino a questo punto.

 

• Infatti proprio là dove nell’uomo la materia scompare, diventa apparenza e nasce nuova materia,

• là c’è possibilità di libertà e là c’è possibilità di amore.

Libertà e amore sono collegati fra di loro, l’ho già detto nella mia Filosofia della libertà.

 

• Chi, in base a una concezione del mondo, parla dell’eternità della materia,

• cancella sia la libertà da un lato sia l’amore pienamente sviluppato dall’altro.

 

Solo grazie al fatto che nell’uomo

• il passato si distrugge completamente, diventa apparenza,

• e il futuro può nascere a nuovo, essere del tutto in fase germinale,

può nascere nell’uomo

• sia il sentimento dell’amore,che vuol dire devozione per qualcosa verso cui non si è spinti dal passato,

• sia anche la libertà, che vuol dire agire senza premesse necessarie.

Libertà e amore in realtà sono comprensibili solo per una concezione scientifico-spirituale dell’uomo, non per altre concezioni.

 

Chi si è approfondito nell’immagine del mondo nata nel corso degli ultimi secoli potrà anche calcolare le difficoltà che si debbono superare nei confronti dell’abituale modo di pensare dell’umanità moderna per farsi largo con lo spregiudicato modo di pensare scientifico-spirituale.

Nella moderna immagine del mondo data dalla scienza non ci sono punti d’appoggio per poter arrivare a comprendere realmente libertà e amore.