Noi viviamo nel tempo in cui l’uomo è schiavo delle condizioni esteriori, del suo ambiente.

O.O. 104 – L’Apocalisse – 20.06.1908


 

Noi viviamo ora nel quinto periodo,

in quello spazio di tempo nel quale la civiltà è scesa ancora più in basso dell’uomo.

• Noi viviamo nel tempo in cui l’uomo è schiavo delle condizioni esteriori, del suo ambiente.

 

In Grecia veniva usato lo spirito per spiritualizzare la materia, e la materia spiritualizzata ci viene incontro in una figura di Apollo, in una figura di Zeus, nei drammi di Sofocle e così via. Qui l’uomo era disceso sul piano fisico, ma non era ancora disceso sotto il piano umano. Anche in Roma era ancora così.

 

La profonda discesa al dì sotto della sfera dell’umano è avvenuta soltanto oggi.

Nel nostro tempo lo spirito è diventato lo schiavo della materia.

• Molto, infinito spirito è stato impiegato nel nostro tempo

per compenetrare il piano esteriore nelle sue forze naturali,

per fare, per così dire, di questo piano fisico esteriore il domicilio più comodo possibile per l’uomo.

 

Confrontiamo infatti i tempi antichi coi nostri. Nei tempi antichi l’uomo vedeva la grande scrittura stellare degli dei; ma con quali mezzi primitivi furono raggiunti i progressi di civiltà di quei tempi, le piramidi, le sfingi! E come si nutriva l’uomo! E quanto egli si è elevato fino ad oggi in tutti i mezzi di civiltà esteriore! Quale forza spirituale ci è voluta per progettare e costruire la macchina a vapore, per ideare la ferrovia, il telegrafo, il telefono! Immense forze di vita spirituale dovettero esser impiegate per escogitare e costruire questi mezzi di civiltà del tutto materiali. E per che cosa vengono usati?

 

In fondo non c’è una gran differenza, per la vita spirituale, se in una civiltà primitiva un uomo macinava il grano fra due pietre, per la qual cosa naturalmente occorreva una piccolissima forza spirituale o se, come oggi avviene, si può telegrafare in America per ricevere grandi quantità di granaglie e ricavarne farina con mulini meravigliosamente escogitati! Soltanto per lo stomaco è messa in moto tutta questa organizzazione. Rendiamoci chiaro quale incommensurabile quantità di forze spirituali venga immessa nella civiltà soltanto materiale.

 

Ancora molto poco dei mezzi di civiltà esteriore è messo a disposizione della cultura spirituale. Il telegrafo, per dir così, è molto raramente adoperato per faccende antroposofiche. Se si facesse un paragone, statisticamente, tra quello che viene consumato per la vita materiale e quello che è a disposizione della vita spirituale, si capirebbe che lo spirito si è sommerso sotto il livello umano ed è diventato uno schiavo della vita materiale.

 

Così abbiamo, nel senso più deciso, un cammino di civiltà discendente fino nella nostra epoca, quinta epoca di civiltà. E saremmo discesi sempre più e più profondamente. Di conseguenza l’umanità doveva essere protetta da una completa caduta nella materia con un nuovo impulso. Prima d’ora l’essere umano non era ancor mai sceso così profondamente nella materia. Un forte impulso, il più forte degli impulsi terreni dovette venire. Questo fu l’avvento del Cristo Gesù che diede una spinta verso una nuova vita spirituale.

 

Noi dobbiamo a quel potente impulso che venne col Cristo Gesù se nella vita spirituale abbiamo delle forze che tendono a risalire durante la discesa. Sempre vi furono impulsi spirituali durante questa discesa nella materia. Così, prima lentamente, poi sempre più, si sviluppò la vita cristiana, che è ancora oggi ai suoi inizi, ma che nel futuro salirà a una gloria prodigiosa, perché l’umanità soltanto nel futuro comprenderà i Vangeli. Quando questi saranno del tutto compresi, si potrà vedere quale incommensurabile quantità di vita spirituale è contenuta nei Vangeli.

 

Quanto più il Vangelo si diffonderà nel suo vero aspetto,

tanto più l’umanità avrà di nuovo la possibilità, nonostante tutta la civiltà materiale,

di svolgere una vita spirituale, di risalire di nuovo nei mondi spirituali.