Non esistono concetti astratti, ma solo veri esseri spirituali.
O.O. 258 – La storia e le condizioni del movimento antroposofico – 17.06.1923
Usando il metodo goethiano
ci si muove veramente in un elemento spirituale.
Se si applica questo metodo anche al mondo vegetale sensibile o al mondo animale sensibile,
si coglie con questo metodo ciò che di spirituale vive ed opera nella pianta e nel mondo animale.
Ma Goethe ha preso in considerazione anche un secondo passaggio.
Questo secondo passaggio si evidenzia fortemente se si prendono le mosse
da ciò che Goethe nella sua fiaba Il serpente verde e la bella Lilia
fu solo in grado di tratteggiare per immagini, per così dire, quasi simbolicamente.
Attraverso questa fiaba
egli volle rappresentare l’agire spirituale nel divenire del mondo,
volle descrivere come operino assieme le singole sfere del vero, del bello e del buono
e sottolineare quanto sia importante,
se si vuole giungere ad un’osservazione della reale vita spirituale,
capire che non esistono concetti astratti, ma solo veri esseri spirituali.
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Finchè (…) l’antroposofia non viene accolta come un essere vivente
che si aggira invisibile tra noi e verso cui ci si sente responsabili,
il piccolo gruppetto di antroposofi non può essere il precursore, l’esempio.
Ma questo piccolo gruppetto di antroposofi dovrebbe essere il precursore e dare l’esempio.
(…) per questo le cose devono essere affrontate veramente con grande serietà.
In ogni istante della propria vita
si deve sentire il legame con l’essere invisibile dell’antroposofia.