Origine della Terra. L’uomo esisteva già prima che esistesse la Terra

O.O. 11 – Dalla cronaca dell’akasha – (L’origine della terra.)


 

Come il singolo individuo umano, dalla nascita in poi, passa attraverso le diverse età della vita: prima infanzia, adolescenza e così via fino all’età matura, così avviene anche per tutta l’umanità.

Essa si è sviluppata fino allo stato attuale attraverso molti altri gradini precedenti.

Coi mezzi del chiaroveggente si possono seguire tre fasi principali dell’evoluzione umana; esse erano state percorse prima ancora che la Terra si formasse e divenisse il teatro della sua evoluzione.

 

Ora ci troviamo nel quarto gradino della grande vita cosmica dell’uomo e cominceremo ad esporre i fatti che ad essa si riferiscono.

La motivazione interiore risulterà nel corso dell’esposizione, per quanto tale esposizione è possibile usando parole del linguaggio comune, senza ricorrere alla forma d’espressione della scienza occulta.

L’uomo esisteva già prima che esistesse la Terra.

 

Non bisogna però immaginarsi, com’è già stato precedentemente accennato, ch’egli sia vissuto prima su altri pianeti e sia poi emigrato sulla Terra a un dato momento.

La Terra stessa si è evoluta insieme con l’uomo.

Al pari dell’uomo, prima di diventare ciò che oggi chiamiamo «Terra», ha attraversato tre gradini principali d’evoluzione.

 

Per comprendere bene le comunicazioni che su questo punto ci dà l’occultista, come abbiamo già detto, dovremo interamente liberarci per ora dall’idea che la scienza attuale collega ai nomi di Saturno, Sole e Luna. Per ora non si attribuisca a questi nomi altro significato se non quello immediato che vien dato loro dalle seguenti comunicazioni.

• Prima che il pianeta, sul quale si svolge la vita dell’uomo, diventasse «Terra», esso attraversò tre altre forme che si denominano Saturno, Sole e Luna.

Si tratta dunque di quattro pianeti su cui si compiono i quattro principali gradini di evoluzione dell’umanità.

La Terra cioè, prima di diventare «Terra», fu Luna; prima ancora fu Sole; e prima ancora fu Saturno.

 

Come risulterà dalle comunicazioni seguenti, abbiamo ragione di ammettere che la Terra, o per meglio dire quel pianeta ch’è diventato la Terra attuale, attraverserà in avvenire tre ulteriori stati d’evoluzione che la scienza occulta chiama Giove, Venere e Vulcano.

Conformemente a ciò, dunque, il pianeta al quale è congiunto il destino dell’umanità, attraversò in passato tre fasi; si trova ora nella quarta; e in avvenire dovrà passare per altre tre prima che l’uomo abbia sviluppato tutte le facoltà ch’egli ha in sé, ed abbia raggiunto il culmine del suo perfezionamento.

 

• Ora bisogna pensare che l’evoluzione dell’umanità e del suo pianeta non procede così gradatamente come quella del singolo individuo attraverso le diverse età della vita, dove uno stato subentra al precedente quasi inavvertitamente. Qui avvengono invece interruzioni; non vi è trapasso immediato dallo stato di Saturno allo stato di Sole.

Tra l’evoluzione di Saturno e quella del Sole, e così pure tra le forme seguenti del pianeta dell’uomo, esistono stati intermedi che si potrebbero paragonare alla notte che intercorre fra due giorni, o a quello stato simile al sonno in cui si trova un germe vegetale prima di svilupparsi nuovamente come pianta completa.

Con termini orientali, la teosofia d’oggi chiama manvantara il periodo di evoluzione in cui la vita si manifesta esteriormente, e chiama pralaya l’intermedio stato di riposo.

 

Secondo la scienza occulta europea, possiamo denominare quel primo stato «giro visibile o aperto» e il secondo «giro invisibile o chiuso». Si adoperano però anche altre denominazioni.

Saturno, Sole, Luna, Terra, ecc., sono giri aperti, i periodi intermedi di riposo sono giri chiusi.

 

Sarebbe interamente erroneo pensare che durante le pause intermedie ogni vita sia spenta, sebbene questa idea si trovi oggi diffusa in molti circoli teosofici. Come durante il sonno l’uomo non cessa di esistere, così non cessa di esistere la sua vita e quella del suo pianeta durante un «giro chiuso» (pralaya).

Solo, le manifestazioni di vita che avvengono durante le pause non sono percepibili ai sensi che sviluppano durante il «giro aperto», così come l’uomo, durante il sonno, non percepisce ciò che accade intorno a lui.

Dalle comunicazioni seguenti risulterà perché si adoperi la parola «giro» per questi stati d’evoluzione.

Solo più tardi si potrà parlare dei lunghissimi periodi di tempo che occorsero a compiere tali «giri».

Si può trovare un filo conduttore nello svolgimento dei giri, seguendo l’evoluzione della coscienza umana attraverso ad essi. Tutto il resto si può ricollegare obiettivamente a questo studio della coscienza.

 

D’accordo con la scienza occulta europea, noi chiameremo la coscienza che l’uomo sviluppa durante il corso della sua vita terrestre «coscienza chiara di veglia».

Con essa l’uomo percepisce le cose e gli esseri del mondo per mezzo dei suoi sensi attuali, e per mezzo del suo intelletto e della sua ragione si forma rappresentazioni e idee di quelle cose e di quegli esseri. Agisce quindi nel mondo sensibile secondo tali sue percezioni, rappresentazioni e idee.

Ora, l’uomo sviluppa questa coscienza; soltanto durante la quarta fase principale della sua evoluzione cosmica; egli non la possiede ancora su Saturno, su Sole e sulla Luna. Allora viveva in altri stati di coscienza. Possiamo definire i tre gradi precedenti di evoluzione come lo svolgimento di stati inferiori di coscienza.

 

Lo stato più basso di coscienza fu attraversato durante l’evoluzione di Saturno; quello del Sole si elevò alquanto; seguì poi quello della Luna, e infine si ebbe lo stato di coscienza terrestre.

Questi precedenti stati di coscienza si distinguono da quello terrestre specialmente per due caratteristiche: per il grado di chiarezza, e per l’orizzonte sul quale si estende la percezione umana.

 

La coscienza di Saturno ha un grado minimo di chiarezza; è anzi del tutto ottusa; è perciò difficile darne una rappresentazione precisa, poiché perfino l’ottusità del sonno è di un grado più chiara della coscienza di Saturno. L’uomo attuale può ricadere in uno stato simile in certi momenti anormali, nei cosiddetti stati di trance profonda.

Anche chi è chiaroveggente, nel senso della scienza occulta, può formarsene una giusta idea. Egli però non vive in quello stato di coscienza, ma si eleva invece a uno stato assai superiore, che, sotto certi aspetti, è simile a quello primitivo. Nell’uomo comune dell’evoluzione terrestre attuale, quella condizione da lui attraversata in passato è stata cancellata dalla «coscienza chiara di veglia».

 

Il medium che cade in uno stato di trance profonda viene riportato a quello stato primitivo; così egli percepisce come percepivano gli uomini all’epoca, di Saturno. Un tale medium è poi in grado, sia durante la trance, sia dopo il risveglio, di raccontare esperienze simili a quelle di Saturno.

Diciamo simili e non eguali, poiché i fatti che si sono svolti su Saturno sono passati per sempre; ma altri fatti, che hanno conservato con quelli una certa affinità, si manifestano ancor oggi nell’ambiente che circonda l’uomo; e solo una «coscienza di Saturno» li può percepire.

 

Il chiaroveggente di cui abbiamo parlato, acquista questa coscienza di Saturno al pari del medium, ma al tempo stesso conserva anche la «coscienza chiara di veglia» che su Saturno l’uomo non possedeva ancora, e che il medium perde durante la trance. Un tale chiaroveggente non ha dunque veramente la coscienza di Saturno, ma è in grado di farsene una rappresentazione.

 

Mentre dunque la coscienza di Saturno, riguardo alla chiarezza, è di alcuni gradi inferiore alla coscienza dell’uomo attuale, è invece superiore ad essa riguardo all’estensione delle sue percezioni. Nella sua ottusità, essa è non soltanto in grado di percepire fin nei minimi particolari tutto ciò che avviene sul suo pianeta, ma può anche osservare le cose e gli esseri di altri corpi celesti che stanno in relazione col suo, con Saturno. E può anche in qualche modo esercitare una certa azione su quegli esseri e su quelle cose.

(Non occorre dire che tale osservazione di altri corpi celesti è assai diversa da quella che può fare l’uomo attuale con la sua astronomia scientifica. L’osservazione astronomica si fonda sulla «coscienza chiara di veglia» e percepisce quindi da fuori gli altri corpi celesti.

La coscienza di Saturno è invece un immediato sentire, un partecipare a ciò che avviene su altri corpi celesti. È approssimativamente, se non interamente, giusto dire che un abitante di Saturno sente le cose e i fatti di altri corpi celesti e del proprio, come l’uomo attuale sente il proprio cuore e il suo palpito, o altri organi del proprio corpo).

 

Questa coscienza di Saturno si sviluppa lentamente. È la prima grande fase dell’evoluzione umana, e si svolge attraverso una serie di fasi secondarie chiamate, nella scienza occulta europea, piccoli giri.

Nella letteratura teosofica è venuto in uso chiamare «ronde» questi «piccoli giri», e «globi» le altre loro suddivisioni (giri ancora più piccoli).

Di queste suddivisioni secondarie parleremo nelle comunicazioni seguenti.

 

Per ora tratteremo dei gradi principali dell’evoluzione per rendere più facile la visione d’insieme; e parleremo da prima soltanto dell’uomo, quantunque la sua evoluzione si svolga contemporaneamente a quella di esseri e di cose a lui inferiori e superiori. Seguendo l’evoluzione dell’uomo aggiungeremo opportunamente via via ciò che si riferisce all’evoluzione di altri esseri.

 

Allorché lo sviluppo della coscienza di Saturno fu compiuto, subentrò una di quelle lunghe pause (pralaya) di cui abbiamo parlato più sopra. Dopo tale pausa il pianeta umano divenne ciò che la scienza occulta chiama «Sole». E sul Sole si risvegliarono dal loro sonno anche gli esseri umani; in essi esisteva come germe la coscienza di Saturno sviluppata precedentemente; all’inizio ripresero a svilupparla dal germe.

 

Si può dire che l’uomo ripetè sul Sole lo stato di Saturno prima di salire a uno stato più alto. Ma non si tratta di una semplice ripetizione, bensì di una ripetizione in altra forma.

Di queste trasformazioni parleremo però più tardi a proposito dei «piccoli giri»; allora appariranno anche le differenze tra le singole «ripetizioni». Per ora descriveremo soltanto l’evoluzione della coscienza.

 

Dopo la ripetizione dello stato di Saturno, appare nell’uomo la «coscienza del Sole». Questa è di un grado più chiara della precedente, ma in cambio ha perduto in estensione.

Nella sua vita attuale, durante il sonno profondo privo di sogni, l’uomo ha uno stato di coscienza simile a quello ch’egli aveva sul Sole.

Ma chi non sia né chiaroveggente né medium, non può percepire le cose e gli esseri che corrispondevano alla coscienza del Sole.

Fra lo stato di trance di un medium, abbassato fino a questa condizione, e la coscienza superiore del vero chiaroveggente, vi è la stessa relazione cui abbiamo accennato a proposito della coscienza di Saturno.

 

L’ampiezza della «coscienza del Sole» si estende soltanto al Sole e ai pianeti che stanno in immediata relazione con esso; e solo alla vita e agli avvenimenti di questi l’abitante del Sole poteva partecipare, come – per ripetere l’analogia – l’uomo attuale sperimenta il palpito del proprio cuore.

L’abitante di Saturno, invece, partecipava anche alla vita dei corpi celesti che non appartenevano direttamente alla sfera più vicina a Saturno.

 

Quando la vita del Sole ebbe compiuto la propria evoluzione attraverso i giri minori corrispondenti, entrò anch’essa in una pausa di riposo.

Terminata questa, il pianeta dell’umanità si risvegliò alla sua vita lunare.

L’uomo, prima di salire più oltre, ripete ancora, durante due «piccoli giri», il gradino di Saturno e del Sole.

Poi entra nella sua «coscienza della Luna».

 

Di questa è già più facile formare una rappresentazione, poiché esiste una certa somiglianza tra questa forma di coscienza e il sonno animato da sogni. È però necessario rilevare che anche qui si tratta soltanto di una somiglianza e non di un’uguaglianza, poiché la coscienza della Luna si manifesta sì in immagini simili a quelle del sogno, ma queste immagini corrispondono alle cose e ai fatti che avvengono intorno all’uomo, press’a poco come le rappresentazioni dell’attuale «coscienza di veglia». Ma in quella corrispondenza tutto è ancora ottuso, simbolico.

Ce lo possiamo figurare press’a poco così:

• supponiamo che un essere della Luna si avvicini a un oggetto, per esempio a un sale. (A quell’epoca, naturalmente, non esisteva ancora il «sale» nella forma attuale, ma per farci comprendere dobbiamo restare nel campo delle immagini e dei paragoni).

Quell’essere della Luna, progenitore dell’uomo attuale, non percepisce al di fuori di sé un oggetto spazialmente esteso, di determinata forma e colore, ma l’avvicinarsi a un tale oggetto fa che nell’interiorità dell’essere sorga in certo modo una data immagine, appunto simile a un’immagine di sogno.

Quell’immagine ha una certa tonalità di colore che dipende dalla natura dell’oggetto.

Se questo è simpatico all’essere che lo percepisce, se è benefico per la sua vita, allora il colore è chiaro, di gradazioni gialle o anche verdi; se; invece si tratta di un oggetto antipatico o pericoloso, sorge un colore rossastro-sanguigno.

 

Il chiaroveggente vede così anche oggi, ma egli percepisce tutto ciò in piena coscienza, mentre l’abitante della Luna ne aveva una coscienza vaga, crepuscolare.

Le immagini che sorgevano interiormente in quegli esseri stavano in una ben determinata relazione col mondo circostante. Non vi era in quelle immagini nulla di arbitrario.

Perciò gli abitanti della Luna potevano conformarvisi; essi agivano sotto l’impressione di tali immagini, come oggi si agisce sotto l’impressione delle percezioni dei sensi.

 

L’evoluzione di quella coscienza di sogno, cioè della terza fase principale, fu il compito del «giro della Luna».

Allorché la Luna ebbe finito di attraversare i «piccoli giri» subentrò di nuovo una pausa (pralaya).

E dopo questa cominciò a sorgere dalle tenebre la «Terra».