Origine sia dei due sessi che di nascita e morte.

O.O. 93a – Elementi fondamentali dell’esoterismo – 25.10.1905


 

Rammentiamoci il momento in cui l’uomo, a metà dell’epoca lemurica, si elevò alla spiritualità.

• Soltanto a quel punto fu possibile la fecondazione con lo spirito, con la monade.

• A poco a poco, dalla Terra caotica si erano formati, per separazione dall’uomo,

gli altri esseri, che abitavano la Terra come compagni dell’essere umano.

• L’uomo aveva formato un corpo fisico, un corpo eterico e un corpo astrale.

• Il corpo astrale era stato purificato e a quell’epoca era adatto ad accogliere manas, buddhi, atma.

 

Sulla Terra tutto ebbe origine in modo molto graduale, così che l’umanità, che non aveva ancora l’intelligenza, né la possibilità di parlare, ebbe origine dalla massa terrestre indefinita. Ora chiediamoci: “Come è successo?” Nemmeno una pianta cresce dal nulla. Qui è stato piantato nella terra un seme. Lo stesso fu per gli uomini che c’erano a quei tempi. Anche l’uomo era germogliato dalla terra, e anche a tal pro sulla Terra doveva esserci un seme. Un tempo c’era stata una saggezza del genere. Questo uomo-seme aveva avuto origine nell’antica Luna. Là egli passò allo stato di germe, attraversò un pralaya e poi ricomparve sulla Terra.

Lo stadio evolutivo della Terra era stato preceduto da tre stadi evolutivi: (Saturno, Sole e Luna). Nelle prime tre ronde terrestri, questi tre stadi precedenti furono brevemente ripetuti. Nella prima epoca terrestre fu ripetuta l’esistenza di Saturno, nella seconda epoca l’esistenza solare e nella terza epoca l’esistenza lunare. Solo nella quarta ronda si ebbe l’esistenza terrestre vera e propria, e qui l’uomo era arrivato ad un livello un po’ più alto che sulla Luna. Sulla Luna la sua evoluzione non si era ancora conclusa, egli non era ancora abbastanza puro per accogliere la monade.

 

Sulla Luna il corpo astrale era ancora selvaggio, passionale.

Sulla Terra dovette purificarsi, prima di poter accogliere i princìpi più elevati.

Questa purificazione si concluse a metà dell’epoca lemurica.

 

Gli ultimi uomini dell’esistenza lunare sono i nostri antenati fisici. Inizialmente, sulla Terra, si sono evoluti ancora un po’. Gli uomini terrestri dell’epoca anteriore a quella lemurica sono i veri discendenti degli abitanti della Luna. Ed è per questo motivo che noi chiamiamo gli abitanti della Luna “padri” o “pitri” degli uomini terrestri. All’inizio questi uomini terrestri non erano in grado di usare i propri arti anteriori per il lavoro. Erano figure animalesche di una certa grande bellezza. Essi consistevano di un materiale molto più morbido di com’è la materia fisica di oggi; la loro materia era ancora molto più morbida di quella che oggi troviamo negli animali inferiori. Essa era semitrasparente e il fuoco interiore vi riluceva attraverso.

Nell’epoca in cui gli uomini attraversarono un livello evolutivo precedente, erano ancora più belli e configurati in maniera ancora più nobile.

 

Nell’epoca che precedette quella lemurica, abbiamo sulla Terra l’epoca iperborea, l’epoca dell’uomo solare, degli uomini-Apollo. Essi erano di una materia ancora più nobile e ancora più morbida. Poi arriviamo a ritroso ancora più in là, alla primissima umanità, agli uomini polari. Essi vissero in quell’epoca nel clima polare tropicale, e poterono arrivare ad una particolare elevazione per il fatto che fu dato loro un aiuto straordinariamente grande. Le figure più belle dei pitri lunari discesero sulla Terra. Gli uomini polari erano molto simili ad animali a quattro zampe, ma erano fatti di una materia morbida, malleabile, simile a quella della medusa, ma erano molto più caldi. A quei tempi, agli uomini con le figure migliori, alle parti costitutive più nobili, venne in aiuto qualcosa di speciale, cioè il fatto che alla Terra erano collegati anche esseri che precedentemente avevano raggiunto un livello superiore.

 

In tutto l’esoterismo il Sole viene inizialmente conosciuto come un pianeta; esso è diventato una stella fissa soltanto in seguito. La sequenza degli stadi attraversati dalla Terra è: Saturno, Sole, Luna, Terra. Quando il Sole stesso era un pianeta, tutto ciò che adesso è sulla Luna e sulla Terra era ancora nel Sole. In seguito il Sole e la Luna si separarono dalla Terra.

Immaginiamo ora di ritrovarci nell’epoca dell’antico Sole. Qui, tutto ciò che adesso vive sulla Terra abitava sul Sole. Questi esseri erano a quei tempi configurati in modo del tutto diverso. A quei tempi l’uomo aveva solo il corpo fisico, che era molto meno denso di adesso, e il corpo eterico. Quella volta, tutto il modo di vita dell’uomo era vegetale. Gli esseri vivevano nella luce del Sole. A quei tempi questa luce giungeva loro dal centro del loro stesso pianeta, ed essi erano totalmente diversi dall’uomo attuale. Paragonato all’uomo attuale, l’uomo solare si ergeva sulla testa e la luce gli splendeva sulla testa. Tutto ciò che è in rapporto con la riproduzione si sviluppò liberamente dall’altra parte. A quei tempi, per così dire, l’uomo allungava le gambe in aria.

 

La pianta è rimasta a questo livello, oggi essa radica ancora nel terreno e allunga gli organi riproduttivi, gli stami e il pistillo, nell’aria: (pianta). Questo uomo solare si sviluppò in sette livelli diversi. Egli sta sul pianeta come la pianta attuale radica nella terra. Poi, nella terza incorporazione della Terra, egli divenne uomo lunare. Qui si curvò: il verticale divenne orizzontale (animale). Sorse in lui la predisposizione alla spina dorsale. Il simbolo di ciò è il Tau = T. Sulla Terra egli si ribaltò del tutto. Il simbolo di ciò è la croce. La croce è la resa simbolica dell’evoluzione del Sole attraverso la Luna fino alla Terra. Sulla Terra essa ha raggiunto la croce nella sua trave più alta. Essa procede oltre portando la croce sulle spalle.

 

Anche gli uomini solari avevano raggiunto una certa elevata evoluzione. C’erano anche adepti del Sole che erano più progrediti degli altri uomini solari. Essi passarono dall’altra parte appresso alla Luna. Anche là ebbero la possibilità di essere più elevati degli uomini lunari e vi si evolvettero ad una altezza molto particolare. Essi erano i predecessori degli uomini terrestri, ma erano andati molto più avanti degli altri. Ora, quando nella seconda epoca della quarta ronda gli iperborei vivevano nelle loro morbide forme, questi figli del Sole erano in condizione di incarnarsi e formarono una stirpe particolarmente bella. Erano i pitri solari.

Essi si diedero già nell’epoca iperborea una forma eretta. Essi trasformarono totalmente i corpi iperborei; gli altri uomini non erano stati in grado di farlo. I pitri solari nell’epoca iperborea divennero i begli uomini-Apollo, che già allora erano in posizione eretta.

Dentro il Sole c’era tutto ciò che in seguito fu espulso come Luna e come Terra. Nel Sole, tutta la vita e tutto il calore fluivano dal centro. Poi, nel manvantara successivo (l’antica Luna), succede quanto segue: il Sole esce dall’oscurità del pralaya.

 

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Una parte della materia solare vuole staccarsi. Prima si sviluppa una specie di forma di biscotto.

Poi una parte si stacca del tutto, e i due corpi procedono insieme come Sole e Luna. Al Sole rimane la possibilità di risplendere e di riscaldare. Alla Luna rimane la possibilità della forza della produzione. Essa potè di nuovo produrre gli esseri che c’erano stati sul Sole; ma essi dovettero essere illuminati e riscaldati dal Sole. Sulla Luna non rischiarata dovette avvenire il rovesciamento degli esseri verso il Sole. Perciò sulla Luna tutte le piante si capovolsero. Gli animali si capovolsero a metà, anche gli uomini lo fecero soltanto a metà. Ma sulla Luna essi ricevettero in aggiunta anche il corpo astrale, il kama, e così svilupparono il calore da dentro verso fuori.

 

A quei tempi il kama era ancora una forza notevolmente riscaldante. Perciò a quei tempi essi non si volsero del tutto verso il Sole. Anche nell’oscurità c’era vita. Anche a quei tempi la Luna ruotava intorno al Sole, ma non come lo fa adesso la nostra Terra. A quei tempi la Luna ruotava intorno al Sole in modo da volgere ad esso sempre soltanto la stessa faccia. Un giorno lunare, dunque, durava tanto quanto mezzo anno di oggi. In tal modo si ebbe un’immensa arsura da una parte e un tremendo freddo dall’altra.

Ora, sull’antica Luna i predecessori degli uomini attraversarono un’altra volta una certa evoluzione normale. Ma ci sono anche adepti lunari che precedono il resto dell’umanità. Questi esseri pitri alla fine dell’evoluzione lunare sono molto più avanti degli altri, così come oggi gli adepti sono più avanti degli altri uomini.

Soltanto adesso arriviamo all’evoluzione terrestre vera e propria. Nel pralaya successivo all’evoluzione lunare, la Luna ricadde nel Sole. Essi attraversarono il pralaya insieme. Ora, quando la Terra uscì dall’oscurità, l’intera massa del Sole era tutt’uno con essa. Allora ebbe inizio la prima epoca, o epoca polare. Qui i precedenti uomini solari, grazie alle circostanze di allora, sono in grado di formare questa privilegiata stirpe dei figli del Sole, perché il Sole è ancora collegato alla Terra.

Durante l’epoca iperborea il tutto si scinde un’altra volta. Una parte torna a richiudersi, e la Terra fuoriesce dal Sole. È a questo punto che entra in gioco la teoria di Kant-Laplace. Le condizioni di quest’epoca sono quelle della nebulosa primordiale ipotizzata da Kant e Laplace. Esteriormente, essa appariva simile agli anelli intorno a Saturno. A questo punto ha inizio la seconda epoca, o epoca iperborea. Qui, a poco a poco, sulla Terra spuntano i germi degli uomini lunari, i pitri a diversi livelli di perfezione. A quei tempi essi hanno ancora tutti la possibilità di riprodursi da sé per mezzo dell’autofecondazione.

 

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Seguì una seconda chiusura. Insieme alla Luna, esce dalla Terra tutta quella che la è forza di autoriproduzione, in modo che adesso si hanno tre corpi: Sole, Terra, Luna. A questo punto ha fine la possibilità dell’autofecondazione, la Luna ha estratto ciò che dava la possibilità dell’autofecondazione. Adesso la Luna si trova all’esterno, e abbiamo esseri che non sono più in condizione di autoriprodursi; ora, in epoca lemurica, hanno origine i due sessi.

 

Questi passi evolutivi avvengono solo sotto la direzione di esseri superiori, i deva. E’ così affinché l’evoluzione proceda in un certo modo. La guida dell’intero movimento è la stessa divinità che la tradizione ebraica chiama Jahve, Jehova. Era una divinità lunare. Aveva, nel senso più alto, la forza che era stata sviluppata sulla Luna, e si impegnava a continuare ad evolvere l’umanità in quella direzione. Nell’ambito del mondo terreno, Jahve rappresenta la divinità che dà agli esseri la possibilità della riproduzione fisica. Tutto il resto (intelligenza) non era nelle intenzioni di Jahve.

Tuttavia, se l’intenzione di Jahve si fosse sviluppata da sola, un giorno l’uomo avrebbe smesso di riprodursi, perché la forza della riproduzione si sarebbe esaurita. Allora egli si sarebbe occupato soltanto di produrre belle forme, perché l’elemento interiore, quello intellettuale, gli era indifferente. Jahve voleva produrre uomini formati in modo bello, come delle belle statue. Era sua intenzione che la forza riproduttiva venisse portata avanti fino ad estinzione. Egli voleva avere un pianeta che avesse in sé solo forme belle, ma del tutto irrigidite.

 

Se la Terra, con la Luna in sé, si fosse sviluppata ulteriormente, sarebbe diventata una forma rigida, ghiacciata. Jehova avrebbe dato eternità ai suoi pianeti come monumento dell’intento della sua evoluzione. Questo sarebbe senza dubbio avvenuto, se a quel punto non fossero subentrati quegli adepti che avevano già superato l’evoluzione lunare. Essi apparirono nello stesso periodo. Essi avevano già sviluppato sulla Luna ciò che noi abbiamo sviluppato solo sulla Terra: intelligenza e spirito. In quel momento accolsero la restante umanità e la strapparono al destino al quale altrimenti sarebbe soggiaciuta. Fu accesa una nuova scintilla nel corpo astrale umano. Essi diedero proprio al corpo astrale di quei tempi l’impulso a svilupparsi oltre il punto originario. Jahve allora non potè salvarsi in altro modo che cambiando il proprio modo di agire. Egli creò l’uomo accanto alla donna. Quel che non poteva essere conservato in un genere, fu suddiviso in due generi.

A questo punto c’erano due correnti, quella di Jahve e quella degli adepti lunari. L’interesse degli adepti lunari consisteva nella spiritualizzazione dell’umanità. Ma Jahve voleva fare di loro delle belle statue. A quei tempi queste due forze lottarono l’una contro l’altra.

 

Abbiamo dunque a che fare con una forza che, sulla Terra, ha il potere dell’autoriproduzione: kriyashakti. Questa oggi è presente sulla Terra solo nei misteri più elevati. A quei tempi ognuno l’aveva in sé. Per mezzo di questa forza l’uomo poteva riprodursi; quella volta fu divisa in due metà. In tal modo sulla Terra ebbero origine i due sessi.

Tutta la forza dell’autoriproduzione Jahve la estrasse dalla Terra e la pose nella Luna accanto alla Terra. Così si ha la connessione fra la forza della riproduzione e l’entità lunare. Ora abbiamo l’uomo con una forza riproduttiva ridotta, ma non ancora con la possibilità di spiritualizzarsi. Questi erano i predecessori dell’attuale umanità. A questo punto si presentarono loro gli adepti lunari. Essi dissero loro: “Non dovete seguire Jehova, egli non vi lascerà pervenire alla conoscenza. Ma voi dovete pervenire alla conoscenza”. Questo è il serpente. Il serpente si trova di fronte alla donna perché la donna aveva la forza di riprodursi da sé. A questo punto Jehova dice: “L’uomo è diventato uno come noi” e ora porta nel mondo la morte e tutto ciò che vi è connesso.

 

Si chiamano “Lucifero” gli adepti lunari: sono coloro che hanno dato quella che è l’intellettualità umana. Essi la diedero al corpo astrale e al corpo fisico, altrimenti la monade non avrebbe potuto inserirvisi e in quel caso la Terra sarebbe diventata un monumento planetario di Jehova. Con l’intervento del principio luciferico fu salvata l’autonomia, la spiritualità umana. Poi, affinché l’uomo non si spiritualizzasse del tutto, Jehova dimezzò la forza autoriproduttiva. Ma quel che sarebbe andato perduto se Jehova avesse lavorato da solo ora si ripresenterà nella sesta epoca; qui l’uomo sarà così spiritualizzato, da riconseguire la kriyashakti, la forza di riproduzione creativa. Egli sarà in grado di riprodurre un suo pari. Così l’uomo fu salvato superando uno scoglio.

L’uomo ha dunque in sé, grazie al potere di Jehova, la possibilità di solidificarsi. Osservando i tre corpi inferiori, vediamo che essi hanno in sé in germe la possibilità di ritornare allo stato fisico della Terra. Le parti superiori: atma, buddhi, manas poterono inserirsi nell’uomo solo grazie al fatto che si aggiunse il serpente. In tal modo l’uomo ricevette nuova vita e la forza di permanere sul pianeta Terra. Ma la forza riproduttiva divenne unisessuale, e così giunsero nel mondo la nascita e la morte. Prima non c’erano ancora, la nascita e la morte.

 

Se l’uomo lavora al proprio corpo fisico a partire dallo spirito, vince la morte. Le singole forze si esauriscono, se assumono forme specifiche. La forza entra nella forma, in densità sempre maggiore, e perciò nell’epoca lemurica la vita dovette ricevere un nuovo impulso, che venne provocato dal ribaltamento del globo terrestre. A poco a poco l’asse terrestre venne ribaltato. Precedentemente, al polo nord c’era un clima tropicale, poi, col ribaltamento dell’asse terrestre, il clima tropicale si spostò al centro. Questo ribaltamento avvenne in modo relativamente rapido, ma durò tuttavia circa quattro milioni di anni. I pitri lunari ebbero bisogno di quattro milioni di anni per rovesciare l’asse. A quei tempi, l’intelligenza dei pitri lunari era già molto più evoluta di quella degli uomini attuali.

 

Dunque, a quei tempi, dall’uomo di un unico genere si sviluppò l’uomo dei due generi. Nella prima epoca fra gli uomini di un unico genere c’erano individui rimasti molto indietro, ma anche individui molto progrediti. Solo una piccola parte era adatta a farci vivere la monade che stava discendendo. A quei tempi dunque gli uomini si divisero nei due sessi. Gli animali erano già precedentemente passati ai due sessi. A quei tempi sulla Terra accanto all’uomo vivevano animali maschili e femminili. Erano creature molto grottesche, che potevano vivere sulla Terra, che allora era strutturata in modo totalmente diverso da oggi. Essi avevano anche la possibilità di volare.

 

Avevano in sé il preludio di quel che gli uomini hanno adesso. Le religioni esoteriche chiamano gli uomini che potevano autoriprodursi (a questo si riferiscono certi simboli animali): “tori”. Il toro è un simbolo di fecondità; fu preceduto, dal leone, il simbolo del coraggio, e prima ancora dall’aquila. Nella visione di Ezechiele, in riferimento ai tempi precedenti, gli animali hanno ali, perché potevano alzarsi un po’ da terra. Solo in seguito ha origine l’uomo.

 

Abbiamo dunque l’uomo come si è evoluto dall’avere un unico sesso all’avere due sessi, e accanto a lui animali già a due sessi, maschili e femminili. Solo grazie ai pitri lunari gli uomini sono appunto diventati maturi per avere un corpo capace di accogliere la monade. Però le monadi prendono solo gli esemplari più evoluti e sviluppano una forma umana nobile; ma devono assolutamente trattenersi dall’avere rapporti con tutto il resto, altrimenti perderebbero la loro nobile forma.

Soltanto allora il corpo si conformò alla monade. Le altre forme, che erano meno evolute, non piacquero alle monadi che stavano discendendo; perciò esse diedero solo una parte della propria forza spirituale ai corpi umani imperfetti, e la terza ondata si rifiutò del tutto di incarnarsi. In questo modo ci furono corpi umani fecondati spiritualmente solo in modo molto debole e altri del tutto senza spirito.

 

A metà dell’epoca lemurica abbiamo così i primi figli della nebbia di fuoco; questi si incarnano nell’elemento del fuoco, che a quei tempi circondava la Terra. I figli della nebbia di fuoco erano i primi arhat. Poi ebbero origine le altre due specie. Quelli che avevano conservato solo una piccola scintilla nella prima umanità lemurica erano poco adatti a formare una cultura e presto decaddero. Invece quelli che non avevano ricevuto niente portarono ad espressione in modo particolare la loro natura inferiore. Essi si mischiarono agli animali. Ne originarono le ultime stirpi dei lemuriani. Gli istinti selvaggi, animaleschi, vivevano in figure umane selvagge, simili ad animali. Questo provocò un peggioramento di tutta la sostanza umana.

 

Se a quei tempi tutti gli uomini fossero stati fecondati dalle monadi, l’intero genere umano sarebbe stato di gran lunga migliore. Il primo male sorse per il fatto che alcune monadi si rifiutarono di incarnarsi. Ciò – attraverso la mescolanza — provocò il peggioramento. Così l’uomo venne sostanzialmente peggiorato dal punto di vista fisico. A quei tempi ci fu un periodo in cui il genere umano fu abbassato. Solo in epoca atlantica le monadi si pentono del loro precedente rifiuto, discendono e popolano tutti gli uomini. In tal modo sorgono le diverse umanità atlantiche.

 

Siamo giunti alla conoscenza di un’epoca in cui è accaduto qualcosa che ha peggiorato la Terra. Tutto il peggioramento dell’umanità provocò anche un peggioramento della Terra. Questa è l’origine del karma primigenio. A quei tempi fu posto il primo germe del karma. Tutto ciò che avvenne in seguito è una conseguenza del karma primigenio; infatti, se tutte le monadi si fossero infilate nelle forme umane al momento giusto, gli uomini avrebbero avuto la stessa sicurezza che ha l’animale, non avrebbero potuto sbagliare, ma non avrebbero potuto sviluppare la libertà. Gli arhat originari non possono sbagliare, sono angeli in forma d’uomo. Ora gli adepti lunari indussero proprio certe monadi ad aspettare, prima di incarnarsi.

 

In tal modo venne al mondo il principio dell’ascetismo, il non voler abitare la Terra. Questa incongruità fra natura superiore e natura inferiore ebbe origine in quel periodo. Essa rese l’uomo insicuro; adesso egli deve provare ad oscillare attraverso diverse esperienze, per sapere come cavarsela nel mondo. Poiché ha del karma primigenio, si aggiunge ulteriore karma. Perciò può sbagliare.

 

Fu intenzionale, che gli uomini potessero acquisire la conoscenza. Ciò potè essere predisposto solo attraverso il karma primigenio. Il principio luciferico, gli adepti lunari, volevano far evolvere l’uomo sempre più verso la libertà e l’autonomia. Questo viene espresso in modo molto bello nella saga di Prometeo: Zeus non vuole che gli uomini ricevano il fuoco, ma Prometeo dà loro il fuoco, la capacità di evolversi raggiungendo altezze sempre maggiori. In tal modo egli condanna l’uomo al dolore. Ora egli deve attendere l’arrivo di un eroe solare, deve attendere che nella sesta epoca il principio dell’eroe solare renda l’uomo capace di evolversi oltre senza la conoscenza luciferica. Quelli che sono tanto progrediti quanto lo è Prometeo sono eroi solari.

 

Così abbiamo ottenuto un uomo duplice: uno che si è abbandonato al principio di Jehova di perfezionamento della Terra fisica, e poi l’uomo spirituale, che si evolve ulteriormente. Jehova e Lucifero sono impegnati in una lotta continua. Lucifero vuole trasformare tutto in conoscenza, in luce. Nel devachan l’uomo può maturare ancora un pochino uno di questi princìpi, quello di Lucifero. Egli può svilupparne di più, quanto più a lungo rimane nel devachan. Egli deve attraversare tante incarnazioni quante gliene sono necessarie, per sviluppare questo principio fino in fondo.

 

Quindi nel mondo esiste un principio di Jehova e un principio luciferico. Se il principio di Jehova venisse insegnato da solo, l’uomo diventerebbe succube della Terra. Facendo sparire del tutto dalla Terra le dottrine della reincarnazione e del karma, si riconquisterebbero tutte le monadi per Jehova e l’uomo fisico verrebbe lasciato alla Terra, a un pianeta pietrificato. Ma insegnando la reincarnazione e il karma si solleva l’uomo, riconducendolo alla spiritualizzazione. Perciò il cristianesimo fece il compromesso più giusto: per un periodo non insegnò la reincarnazione e il karma, bensì l’importanza dell’unica vita terrena affinché l’uomo si affezionasse alla Terra fin tanto che fosse stato pronto per un nuovo cristianesimo con la dottrina della reincarnazione e del karma, un cristianesimo che salva la Terra e porta nel devachan tutta la semina.

 

Nel cristianesimo stesso lottano quindi oggi i due princìpi: uno senza la reincarnazione e il karma, l’altro con questa dottrina. Nella prima dottrina verrebbe tolto agli uomini tutto ciò che Lucifero potè provocare. Essi cadrebbero oggettivamente fuori dalla reincarnazione, voltando le spalle alla Terra; diverrebbero angeli peggiorati. La Terra andrebbe poi incontro alla decadenza. Se sulla Terra vincessero le schiere di Jehova, la Terra rimarrebbe indietro come una specie di Luna, come un corpo irrigidito. Allora verrebbe omesso il dovere della spiritualizzazione.

La guerra nella Bhagavad Gita descrive la lotta fra Jehova e Lucifero e le loro schiere.

 

Oggi potrebbe essere ancora possibile che vincesse il cristianesimo senza la dottrina della reincarnazione e del karma. Allora la Terra andrebbe perduta per il principio di Lucifero. L’intera Terra è ancora un campo di battaglia fra questi due princìpi. Il principio che conduce la Terra alla spiritualità è Lucifero. Per vivere conformemente a questo principio, bisogna prima affezionarsi alla Terra, bisogna discendere sulla Terra. Lucifero è il principe che realizza il suo regno nel campo della scienza e dell’arte. Però egli non può discendere del tutto sulla Terra, non ha forze sufficienti per farlo. Completamente da solo, Lucifero non riuscirebbe affatto a condurre in alto quel che c’è sulla Terra. Per questo non basta la sola forza di un adepto lunare, ma serve anche quella di un adepto solare che accolga anche la vita che, fra gli uomini, non si manifesta nell’arte e nella scienza. Lucifero viene rappresentato nella figura del drago alato; in Ezechiele come il toro alato.

 

Ora venne un eroe solare simile a quelli che sono giunti nell’epoca iperborea, e che Ezechiele descrisse come il leone alato. Questo eroe, che dà il secondo impulso, è Cristo, il leone della stirpe di Giuda. Il rappresentante dell’aquila verrà solo in futuro, e rappresenta il principio del Padre. Cristo è un eroe solare, una natura leonina, un pitri solare.

 

Il terzo è quello che rappresenterà un adepto che fu già adepto su Saturno. Un’entità del genere adesso non può ancora incarnarsi sulla Terra. Solo quando l’uomo non sarà soltanto in grado di evolvere la propria natura superiore, ma potrà rinunciare del tutto alla propria natura inferiore e si presenterà in modo creativo, potrà incarnarsi questo massimo adepto, l’adepto di Saturno, il principio del Padre – il dio nascosto.