Passaggio dalla quarta alla quinta epoca di cultura

O.O. 346 – Apocalisse ed agire sacerdotale – 16.09.24


 

Miei cari amici! Oggi dobbiamo proprio ricordare che è un caso karmico favorevole quello di ritrovarci di nuovo nello stesso periodo in cui, due anni fa, qui poté venire compiuto il primo Atto di Consacrazione dell’Uomo. Abbiamo qualcosa degno di nota nell’ordinare i punti principali dello sviluppo della nostra vita spirituale qui: L’Atto di Consacrazione dell’Uomo di due anni fa, l’incendio del Goetheanum, un anno dopo la posa della pietra di fondazione della Società Antroposofica, ed ora, dopo due anni, per vostra necessità, siamo qui insieme a trattare sull’Apocalisse.

 

La trattazione dell’Apocalisse, come ho detto all’inizio, è in stretta relazione con ciò che l’Atto di Consacrazione dell’Uomo chiude in sé, e perciò ogni giorno che ci dedichiamo alla trattazione dell’Apocalisse è una festa in ricordo di ciò che, allora, abbiamo fatto vivere fra noi, per portare all’interno di questa vita ciò che si voleva manifestare dal mondo spirituale, come presente culto moderno.

Ora forse, riferendoci alla coincidenza degli avvenimenti, sarà giusto avere oggi di fronte a noi questo punto dell’Apocalisse che offre alla comprensione delle grandi difficoltà, ma che porta proprio al cuore della stessa Apocalisse e che nel modo più intimo, è in relazione con il mistero dell’Atto di Consacrazione dell’Uomo, perché è obiettivamente in relazione con l’entità del Cristo.

 

Ora è proprio possibile parlare su questo punto in relazione all’Apocalisse. Quest’opera porta sulla fronte a tal punto il carattere di fondo cristiano che, se consideriamo ciò che è in relazione all’Apocalisse in maniera naturale, non potremmo mai estrarre da essa qualcosa di deviato dalla riflessione cristiana. Vi si può assicurare, in riferimento al punto di cui oggi parleremo, che quello che devo dirvi, emerge in maniera eclatante dalle visioni dello scrittore dell’Apocalisse.

 

Vedete, cari amici, dall’inizio del quindicesimo secolo ci troviamo nel quinto periodo postatlantico, e ci troviamo, all’interno di questo stesso periodo, al principio della nuova battaglia che Michele dovrà condurre all’interno di tutto ciò che deve accadere nei prossimi tempi e, da qui, gettiamo lo sguardo retrospettivamente al quarto periodo postatlantico che ha preceduto immediatamente il nostro.

 

Sappiamo che questo quarto periodo postatlantico ha inizio attorno all’anno 747 prima del mistero del Golgota e sappiamo che in questo quarto periodo postatlantico si è verificato lo stesso mistero del Golgota, – non proprio precisamente, perché ha avuto luogo più o meno alla prima metà del quarto periodo postatlantico, ma non così precisamente – che comunque accadde se si considera quegli spostamenti che nell’evoluzione hanno luogo negli avvenimenti che possono accadere nel mezzo di questo periodo. Possiamo quindi disegnare schematicamente così ciò che è in relazione con il nostro sviluppo spirituale [e viene disegnato] : Qui si trova il quinto periodo postatlantico.

 

 

Questo periodo fu preceduto, dal quarto, dal terzo, dal secondo, dal primo e così via dicendo, retrospettivamente, sino alla catastrofe atlantica, che ha cambiato in maniera definitiva la figura della nostra superficie terrestre, come noi sappiamo, e che ha dato, per così dire, un nuovo volto alla nostra Terra.

 

Guardiamo ora a questa quarta epoca, quella atlantica e a ciò che essa rappresenta. Essa fu preceduta da ciò che ho più spesso chiamato l’epoca lemurica nell’evoluzione terrestre, e poi da ciò che possiamo definire come la seconda e come la prima epoca dell’evoluzione terrestre. Questi tre periodi dell’evoluzione terrestre, sino ad arrivare al quarto periodo atlantico sono solo ripetizioni: il primo dell’epoca di Saturno, il secondo dell’epoca solare ed il terzo dell’epoca lunare. Soltanto il quarto, quello atlantico rappresenta qualcosa di nuovo. I periodi precedenti sono solo ripetizioni ad un livello superiore, ma sempre ripetizioni.

 

Così il periodo atlantico, il quarto, rappresenta qualcosa di nuovo e ciò che accadde durante questo periodo avvenne quando, essenzialmente, la Terra non aveva una forma diversa da quelle successive. In effetti, a metà di questo periodo, non era ancora presente una crosta terrestre fissa come quella di oggi. Le ere geologiche che vengono prese per queste cose, sono illusioni.

 

I tempi in cui la Terra si è solidificata a partire da uno stadio intermedio fra solido e liquido, non vanno oltre l’epoca atlantica. Anche il genere umano, durante il tempo atlantico, era del tutto diverso. Nella prima metà di questo periodo non aveva ancora la solida struttura ossea di oggi. Gli uomini nella formazione di allora assomigliavano sostanzialmente, più o meno, agli animali inferiori non nella forma – nella loro forma erano formati nobilmente – ma, nella sostanza, assomigliavano ad animali inferiori come le meduse, con una sostanza molle in procinto di divenire sempre più cartilaginosa.

 

Possiamo dire che tutti i rapporti fisici, sulla Terra, sono completamente mutati da quei tempi e non mostrano più quelle metamorfosi radicali, quelle trasformazioni radicali, che erano ancora possibili nel bel mezzo del periodo atlantico. Per esempio, avevamo, nell’immediato presente di allora, la possibilità di una metamorfosi in maniera tale che l’uomo, formato da materia molle, divenisse subito più grande, più piccolo, divenisse così o in un altro modo, a seconda del suo stato interiore animico. Allora ogni stimolo animico si imprimeva subito nel corpo fisico.

La volontà di chi allora, al centro del tempo atlantico, aveva il desiderio di afferrare qualcosa che giaceva lontano, agiva talmente dentro i sui organi molli, che si allungavano di molto. L’intero mondo degli accadimenti fisici era del tutto diverso, i fenomeni fisici allora erano nel loro decorso diversi. In tutti i fenomeni fisici, in tutte le trasformazioni, in tutte le metamorfosi, si mostrava un’immagine di ciò che accade realmente nello spirito.

 

Oggi non è così. Oggi rivolgiamo lo sguardo all’esterno, ed in ciò che accade all’esterno, vediamo che nel corso delle stagioni, l’uomo non percepisce più l’agire dello spirito. In quelle veloci trasformazioni, nell’antico periodo atlantico, non vi era alcun dubbio per l’uomo che in questo mondo era contenuto il divino-spirituale.

Quando anche il continente atlantico rimase essenzialmente stabile nella sua forma, era comunque straordinariamente mosso, racchiuso tutto intorno in una densa e penetrante fluidità, era qualcosa di semiliquido, di viscoso, che poteva contenere i corpi organizzati in maniera così soffice, le piante che allora non erano legate al suolo terrestre, le piante che scivolavano o ondeggiavano in un elemento sostanzialmente soffice, mosso.

 

Si può dire che terra e mare non erano ancora distinti nel modo in cui lo furono più tardi, passavano l’uno nell’altro. Accadeva che, coloro, che allora ne potevano vedere le relazioni s i esprimevano nel modo seguente: Nel mare immediatamente confinante, dove ciò che si metamorfosa si esprime sul suolo semiliquido gli Dèi dominano più fortemente. Tutto intorno ad Atlantide si vedevano, gli Dèi dominanti.

Non si aveva nessun dubbio che qui gli Dèi dominassero, ovunque si percepivano contemporaneamente lo spirituale e l’animico assieme al fisico; e nel fisico si vedeva l’animico e lo spirituale.

Si può scorgere come la caratteristica del quarto periodo postatlantico – certamente nei secoli in cui questo periodo si avvicinava al quinto periodo postatlantico, la cosa non era così chiara, però ai tempi dei greci era proprio chiara – il fatto che, in tutto ciò che risuona nell’aria, si scorgesse il dominare divino.

 

Nell’antica Atlantide si vedeva il dominare divino nell’elemento semiliquido, nel quarto periodo postatlantico si vedeva il dominare divino nell’elemento liquido-aereo del formarsi delle nuvole, del formarsi del crepuscolo e così via dicendo. La coscienza degli uomini in questo periodo postatlantico, non era ancora così chiara da trovare descrizioni simili a definizioni, era proprio così; vorrei proprio sapere come lo spigliato pensiero umano può capire quelle raffigurazioni nuvolose sui quadri del primo rinascimento se non come il fatto che allora si percepisse, come se qui sorgesse un elemento spirituale, come l’agire divino-spirituale venisse sentito nell’essere dell’aria e delle nuvole, nell’entità liquido-aerea.

 

Vedete, l’uomo in questo periodo era tale, che non considerava soltanto l’elemento fisico delle formazioni nuvolose, bensì anche ciò che percepiva come il manifestarsi attraverso le nuvole. La percezione era una cosa immensamente bella, ma per l’odierna coscienza è difficile da ricostruire. Quando l’uomo, – persino nell’ottavo e nono secolo dopo Cristo – vedeva il cielo mattutino, oppure il crepuscolo, qui, di fronte alla sua anima, stavano le formazioni nuvolose ardenti nella comparsa dell’alba, qui sentiva infatti ancora l’aurora, il rossore mattutino come qualcosa di vivente; e allo stesso modo percepiva il tramonto.

Così possiamo dire: Nell’antica Atlantide si vedeva lo spirituale fisicamente.

 

• Ad Atlantide seguì l’epoca postatlantica, con i suoi sette periodi.

La ripetizione dell’atlantico, la ripetizione di ciò che era trascorso fisicamente ad Atlantide, si verificò animicamente in questo quarto periodo postatlantico.

Quei grandi sconvolgimenti di cui ho parlato, gli anni 333 e 666, che sono degli sconvolgimenti animici nello sviluppo dell’umanità corrispondono a sconvolgimenti fisici nel tempo di Atlantide.

 

Ed i veggenti del periodo greco-latino avvertivano che, quando percepivano qualcosa di simile alle manifestazioni nella forma liquida-aerea, nelle loro anime si mostrava qualcosa di simile alla ripetizione di stati terresti precedenti che allora avvenivano fisicamente.

Di ciò era già presente la coscienza anche se nello stato attutito della comune coscienza di allora.

Però, in tutto ciò che viveva in alcune scuole, per esempio nella scuola di Chartres da me citata nelle conferenze antroposofiche, vivevano alcune rappresentazioni che indicavano come l’esperire animico di questo periodo greco-latino era una ripetizione animica dell’esperire ed accadere fisico più denso nel tempo atlantico.

 

Ed ora siamo nel periodo dell’anima cosciente.

L’esperire animico diretto nell’elemento acqueo ed aereo, è svanito. Però, attraverso una specie di catastrofe, che ha avuto inizio nel quinto periodo postatlantico si prepara in effetti l’ulteriore sviluppo dell’anima cosciente dell’umanità.

In riferimento alla civilizzazione esteriore, facciamo ancora un po’ di confusione, con questo sviluppo dell’anima cosciente.

 

Proprio, però, l’inizio del periodo di Michele, deve portare ad una visione ordinata in questo caos.

Questa visione consisterà nel fatto che, come nell’uomo soggiungono dei ricordi, in maniera propriamente spirituale – non più fisica come al tempo di Atlantide, non più animica come al tempo greco-latino , bensì proprio spirituale – emergeranno delle immagini come immagini mentali da Fata Morgana, specialmente dopo l’apparizione del Cristo eterico.

Nei pensieri degli uomini, emergeranno interiormente una specie di immagini da Fata Morgana, che avranno un carattere visionario, le quali, però, nel periodo dell’anima cosciente, saranno del tutto coscienti.

E così, come nel deserto attraverso cui agisce il calore della luce, si vede la Fata Morgana – essa agirà proprio attraverso il calore della luce – così la mente umana verrà portata alla comprensione di ciò che è igneo – aeriforme e caloroso – aeriforme.

 

Possiamo dire:

• Al tempo di Atlantide l’uomo percepisce il divino nell’elemento solido-acqueo, cioè non più nella esteriore materia fisica,

• nel quarto periodo postatlantico, quello grecolatino, l’uomo percepisce il divino nella meravigliosa immagine dell’elemento liquido-aereo,

• ed ora – nel quinto periodo postatlantico, dove si percepirà l’anima cosciente – esperiremo sempre più, emergerà nella coscienza ciò che è caloroso-aeriforme, che è calore aeriforme; esso farà salire di fronte gli uomini, in poderose immagini spirituali  ciò che i greci hanno esperito animicamente  e che gli abitanti di Atlantide hanno esperito fisicamente.

 

Allo sviluppo dell’umanità, sta di fronte un periodo in cui, in chiarezza di pensieri, affioreranno visioni sui primordi della Terra e sull’origine dell’uomo e su tutto ciò che a ciò consegue.

La concezione darwinista, che proprio a partire da pure deduzioni dà all’uomo un’origine inferiore, precede allo sviluppo dello sguardo interiore, lo sviluppo di meravigliose immaginazioni che affioreranno dall’interiore calore umano, legate al processo di respirazione come pensieri concreti, colorati, pieni di contenuto.

L’uomo saprà ciò che fu, guardando innanzitutto come in uno specchio, nel periodo greco-latino, e poi ciò che fu, più indietro, ad Atlantide.

 

Vedete, miei cari amici, questo guardare giustamente, ci riguarda direttamente perché farà la sua comparsa nella prossima epoca dell’umanità; questo guardare è ciò dove, per la sua vicinanza, vediamo proprio lo scrittore dell’Apocalisse nel cuore perché questo guardare che incombe direttamente, è ciò a cui egli accenna in immagine: La donna vestita di Sole, con il drago ai suoi piedi, che dà alla luce un bambino (Apocalisse 12,1).

 

Attraverso ciò che viene espresso in questa immagine, nel corso di questo secolo, in effetti diverranno veggenti molti uomini.

Da questa immagine si irraggia molto che porterà agli uomini una comprensione.

In primo luogo questa immagine fa luce a ritroso nel periodo greco-latino, dove, in maniera animica, si è preparata questa comprensione per la sua figura, come apparirà nel prossimo futuro.

Essa ha assunto le più diverse forme: Isis con il bambino Horus, la genitrice del Cristo con il Cristo bambino.

Queste cose hanno vissuto in molte metamorfosi, contenute ancora nella tradizione ed in maniera meravigliosamente profonda nel periodo greco-latino.

 

Nel prossimo futuro gli uomini riconsidereranno il modo di vedere nelle nuvole, degli uomini del quarto periodo postatlantico, cioè nel modo in cui essi hanno visto quest’immagine nell’elemento liquido-aereo.

Più avanti ancora, si riconsidererà ciò che l’atlante visse nei fenomeni fisici.

Accadrà come se questo quadro della donna rivestita di Sole, che genera un bambino e che ha un drago ai suoi piedi, indicasse alla guisa di un cannocchiale spirituale, a mo’ di occhiale, ad un lontano tempo passato, in cui il fisico-terreno era in relazione con il cosmico-sovraterreno.

Era allora un contatto molto intimo quello che si svolgeva fra la Terra, il mondo dei pianeti ed il mondo del Sole.

 

Vedete noi sappiamo che al tempo in cui si ripetè l’antico Saturno vi era nell’evoluzione della Terra molto delle peculiarità dello stesso antico Saturno, anche se in uno stato addensato.

Quando il secondo periodo dell’evoluzione della Terra portò alla ripetizione dell’antica epoca solare, il Sole si separò dalla Terra che durante l’evoluzione di Saturno era legata ad esso, e con essa le entità che appartenevano al Sole.

Nel terzo periodo dell’evoluzione della Terra, quella lemurica, anche la Luna si separò dalla Terra, così da avere questa triplicità: Terra, Sole e Luna, la più vicina realtà terrestre.

Il modo in cui si aggiunsero le piante lo trovate caratterizzato nel mio libro “La scienza occulta” .

Dobbiamo, però, gettare uno sguardo anche a tutti gli avvenimenti che ho descritto, in riferimento al ritorno delle anime umane durante il tempo atlantico.

 

Vogliamo ora aggiungere dell’altro.

Vedete, miei cari amici, dal mistero del Golgota da coloro che come iniziati compresero i segreti del cosmo, il Cristo venne visto come l’entità solare che prima del mistero del Golgota stesso era legato al Sole.

I sacerdoti dei misteri dei tempi precristiani, alzavano gli occhi al Sole quando volevano legarsi al Cristo.

Dal mistero del Golgota Cristo è divenuto spirito della Terra.

Dobbiamo cercarlo nella vita della Terra, nell’agire della Terra: Cristo, lo spirito solare.

Coloro che prima del mistero del Golgota volevano osservarlo, coloro che volevano avere comunione con lui, dovevano elevarsi al Sole.

Questo spirito solare di cui parliamo, a ragione, come di una entità umana per il modo in cui è giunto sulla Terra, – sebbene simili avvenimenti possono venire descritti per i periodi precedenti, nel modo in cui l’ho fatto molte volte – che, in questa forma, è descritto in maniera splendente nel viso dello scrittore dell’Apocalisse, in quella profonda visione che è presente direttamente alla metà del periodo atlantico in una stupenda apparizione fisica, come se fosse materiale.

Dopo questo momento i sapienti dei misteri, innalzando lo sguardo al Sole, videro il Cristo svilupparsi nello stesso Sole e divenire maturo sino al punto da potere passare attraverso il mistero del Golgota.

 

Nel periodo atlantico videro sino a quel punto, videro così, in questa epoca atlantica,compiersi una nascita nel Cosmo fuori, all’interno del Sole.

I sacerdoti, che nel mezzo dell’epoca atlantica videro la nascita del Cristo come essere maschile, prima vedevano nel Sole un essere femminile.

Questa è l’importante svolta che si compì nel mezzo dell’epoca atlantica, cioè il fatto che proprio nel mezzo di questa epoca atlantica all’interno dell’aura spirituale del Sole si vedesse una donna cosmica,“la donna vestita di Sole”.

Questo è veramente quello che allora corrispondeva agli avvenimenti nel sovraterreno, nel cielo: “la donna vestita di Sole, che poi genera un bambino”.

 

Dallo scrittore dell’Apocalisse ciò viene giustamente caratterizzato come la nascita di un bambino che è la stessa entità che passò poi attraverso il mistero del Golgota e che prima ha attraversato altre forme.

Allora, nell’epoca atlantica, si verificò una specie di nascita, che era soprattutto una specie complicata di metamorfosi.

Si poté vedere come il Sole generasse il suo elemento maschile, il suo figlio.

 

Ora cosa significa ciò per la Terra?

Nel mezzo dell’epoca atlantica, naturalmente, si percepiva in maniera del tutto diversa le cose come l’essere del Sole.

Oggi si guarda al Sole come un insieme di crateri e di masse infuocate; questo è lo spettacolo orribile che i fisici descrivono.

Allora si vedeva qualcosa del tipo che ho descritto ora.

Si vedeva realmente una donna rivestita dal Sole, il drago ai suoi piedi, e che generava un bambino.

 

Coloro che vedevano ciò e lo capivano, dicevano a sé stessi:

• Questo è la nascita del Cristo per il cielo,

• questo, per noi, è la nascita del nostro Io anche se questo Io penetrò nell’intimo dell’uomo solo molto più tardi.

Da questo momento, a metà del tempo di Atlantide, l’evoluzione si svolge in maniera tale che gli uomini divengano sempre più coscienti del loro Io.

 

Non erano senza dubbio così coscienti del loro Io come lo sono oggi, bensì in maniera elementare, ma divennero sempre più coscienti del loro Io per il fatto che i sacerdoti dei misteri indirizzassero sempre più l’attenzione sul fatto che il Sole, nell’uomo, accende l’Io.

Ed attraverso questa nascita, come lo scrittore dell’Apocalisse mostra in immagine, l’Io si accese progressivamente dall’esterno, tramite l’azione interiore del Sole, fino alla quarta epoca postatlantica in cui l’Io fu inserito nell’uomo.

Questo lo si sentiva; si sentiva proprio che l’uomo come appartenente al Sole.

Allora era un’esperienza che incideva profondamente nella natura umana.

 

Oggi, nel momento in cui siamo divenuti teneri in riferimento all’esperire animico, non possiamo valutare come ondeggianti ed impetuose fossero le esperienze animiche degli uomini nelle epoche anteriori.

Perché di fronte al fatto che l’Io fosse donato all’uomo dal cosmo, l’uomo, sulla Terra, percepiva allora come se tutto ciò che era stato la sua natura precedente, divenisse del tutto diverso.

Prima, essenzialmente, si basava sul suo corpo astrale, su ciò che si trovava nell’astrale e ciò agiva nell’animico-spirituale in maniera tale che l’uomo, durante quest’epoca antica, avesse la seguente rappresentazione:

• Qui (si veda il disegno sulla tavola 9 a sinistra, pag.147) sta egli, lì sopra sta il Sole, l’Io non è ancora presente ma dal Sole agisce verso il basso, l’astrale.

 

 

L’uomo porta dal Sole il corpo astrale in sé, il corpo astrale che non viene ancora dominato dall’Io, il quale porta in sé delle emozioni, certamente raffinate, ma animalesche.

Ora è divenuto un uomo del tutto diverso, è divenuto un Io che prima sgorgava soltanto dal corpo astrale.

Tutto ciò venne dal Sole.

 

Ora poniamoci di fronte agli occhi – lo voglio disegnare proprio schematicamente (tavola 9, in basso a sinistra, pag. 147) -, come l’immagine solare dell’epoca atlantica più antica, era compenetrata con il vivente raggio di luce, che sgorgando si muoveva nella metà inferiore dell’essere solare.

Da qui sopra, viene generato qualcosa, si percepisce indistintamente qui qualcosa del volto. Qui di sotto, nell’entità solare l’uomo sentiva l’origine di ciò che ribolliva nel corpo astrale, ma anche tutto ciò che dava all’uomo in primo luogo la sua entità animica e spirituale.

 

La fase successiva, nel modo in cui si è visto più tardi il Sole, sarebbe stata quella che segue (si veda la tavola 9 al centro in basso): Creandosi chiaramente da se stesso, divenendo il volto chiaro e prendendo la figura di una donna, ancora non è chiaro ciò che all’uomo deve apportare il dominio attraverso l’Io.

Lo spazio diviene sempre più piccolo, ciò che dal di sotto qui si volta in maniera animalesca; alla fine arriva il tempo dove la donna qui è nel Sole, genera il bimbo, e sotto i piedi della donna c’è soltanto ciò che qui era prima (vedi tavola 9 in basso a sinistra, pag. 147), cioè dove la donna che genera l’Io del Sole indica dall’immagine di dominare il drago: Il mondo astrale delle epoche precedenti che ora è ai suoi piedi.

 

Qui allora, iniziò nel Sole la lotta di Michele con il drago, e ciò portò – cosa che si vede soprattutto nelle sembianze fisiche – tutto ciò che era nel Sole, si mosse lentamente verso la Terra e divenne intelligenza terreste, divenne contenuto della Terra, dominando con ciò sempre più l’uomo, soltanto nell’incosciente, mentre l’Io si inseriva sempre più nella coscienza. (?)

Ciò che accadde cosmicamente nel periodo atlantico, ebbe una controimmagine mitologica nel periodo greco-latino.

 

L’immagine precedente di Isis con il bambino Horus che divenne poi l’immagine della Vergine con il bambino Gesù, potrà venire vissuta dall’umanità in maniera retrospettiva come visione del periodo successivo che subito ci aspetta.

L’uomo vedrà in questa immagine la donna rivestita di Sole che ha il drago ai suoi piedi, gettato sulla Terra da Michele in modo che non si trovi più in cielo.

Questo quadro, che poi si tramuterà, apparirà nel periodo in cui il drago sarà libero e in cui farà la sua apparizione ciò che ho descritto ieri.

 

Accade in effetti che di fronte all’umanità sta uno sguardo approfondito dei primordi della Terra e dell’origine dell’umanità stessa e nel contempo uno sguardo eterico dell’entità-Cristo, perché durante l’epoca di Michele farà la sua ciò a cui lo scrittore dell’Apocalisse accenna, quando parla che Michele ha mandato il drago sulla Terra, da cui questi opera nella natura umana.

Michele, però, si preoccuperà di nuovo nella natura umana di ciò che in essa ha mandato in guisa di drago.

 

Poniamoci di fronte agli occhi, miei cari amici, come è la cosa. Si getterà di nuovo lo sguardo all’interno dell’epoca atlantica.

Lo scrittore dell’Apocalisse anticipa tutto ciò, ha la visione della donna rivestita di Sole, che genera il bimbo Gesù e che ha il drago sotto i piedi.

Quest’immagine diventa progressivamente sempre più debole, man mano che viene avanti l’evoluzione atlantica.

E alla fine dell’evoluzione atlantica, succede che dal mare si elevano i nuovi continenti, i continenti, che contengono le forze attraverso cui gli uomini dell’epoca postatlantica, sono pervenuti nelle diverse direzioni.

Dal mare si alzò la bestia con sette teste (Apocalisse, 13,1) e dal mare salì un paese settuplo, sommergendo l’uomo attraverso ciò che esala dalle sue emozioni spiritualmente dalla Terra.

 

Nella forma in cui dal mare emerge questa bestia con sette teste, allo scrittore dell’Apocalisse appare la catastrofe atlantica e così apparirà di nuovo nel futuro quando ciò a cui lo scrittore dell’Apocalisse accenna farà di nuovo la sua comparsa, nell’epoca di Michele.

Sono accadimenti reali, quelli di cui scrive lo scrittore dell’Apocalisse, che ci riguardano molto nel loro riferimento alla vita animica dell’umanità.

E proprio ciò che sta in questa immagine, è in relazione con l’entità del Cristo.

 

Andiamo incontro ad un periodo in cui si vedrà, di nuovo, come nell’elemento terreno vive lo spirito, dove anche i processi spirituali della transustanziazione potranno fare la loro comparsa di fronte all’anima umana.

Poi, proprio nella transustanziazione, apparirà il riflesso terreno di ciò che si è compiuto nelle regioni celesti, in maniera tale, che ciò è accaduto dalla metà dell’epoca atlantica, sia un particolare chiaro di questo e che tutto questo è in relazione con l’entità del Cristo.

Qui si capirà come, persino una metamorfosi come quella che si compie nella transustanziazione sia possibile, quando in ciò che oggi è chimico e fisico si vedrà innanzitutto solo un episodio e si riferirà la transustanziazione a qualcosa del tutto diversa e non soltanto a ciò che appare materialmente.

 

Possiamo già approfondire la nostra memoria verso il primo Atto di Consacrazione dell’Uomo di due anni fa, la memoria a ciò che scende dal cielo in verità, che appare verso il basso dal tempo atlantico, che appariva dalle nuvole nel tempo greco-latino, il Cristo afferrato dagli uomini nelle loro visioni, che nel nostro periodo si aggira sulla Terra etericamente, il Cristo afferrato dagli uomini in immaginazioni e visioni.

 

Nella transustanziazione il Cristo è presente e sarà sempre più presente agli uomini.

Negli avvenimenti che oggi ho descritto si trovano le vie, in cui il Cristo divenne partecipe a poco a poco degli avvenimenti dello sviluppo della Terra.