Pensare-sentire-volere e il karma

O.O. 26 – Massime antroposofiche – n° 91-99


 

91Nella nostra epoca la volontà entra nella coscienza ordinaria solo attraverso il pensiero.

La coscienza ordinaria può però riferirsi solo a ciò che è percepibile ai sensi.

Anche della propria volontà essa afferra solo quel tanto che ne penetra nel mondo sensibile della percezione.

In questa coscienza l’uomo sa dei suoi impulsi volitivi solo mediante l’osservazione rappresentativa di se stesso,

come solo mediante l’osservazione sa del mondo esterno.

 

92Il karma che agisce nella volontà è una qualità inerente ad essa e proveniente da vite terrene precedenti.

Non può quindi essere afferrata per mezzo delle rappresentazioni dell’esistenza sensibile ordinaria

che sono volte esclusivamente alla vita terrena attuale.

 

93Poiché queste rappresentazioni non possono afferrare il karma, relegano l’incomprensibile

che si fa loro incontro dagli impulsi volitivi umani nell’oscurità mistica della costituzione corporale;

esso invece è l’effetto di vite terrene precedenti.

 

94Con la vita ordinaria della rappresentazione, che è trasmessa attraverso i sensi, l’uomo sta nel mondo fisico.

Per accogliere quest’ultimo nella sua coscienza, egli ha bisogno che il karma taccia nella vita della rappresentazione.

In quanto dedito ad essa, l’uomo in certo modo dimentica il suo karma.

 

95Nelle manifestazioni della volontà agisce il karma. Ma l’effetto resta nell’incosciente.

Sollevando all’immaginazione ciò che agisce incoscientemente nella volontà, si afferra il karma.

Si sente in sé il proprio destino.

 

96Se ispirazione e intuizione intervengono nell’immaginazione, allora, oltre agli impulsi del presente,

si rende percepibile nell’azione della volontà il risultato di vite terrene precedenti.

La vita passata si dimostra attiva in quella di oggi.

 

97Chi si esprime all’ingrosso può dire: nell’anima dell’uomo vivono pensare, sentire e volere.

Chi guardi più per il sottile deve dire: il pensare contiene sempre un sostrato di sentire e volere,

il sentire uno simile di pensare e volere; il volere uno di pensare e sentire.

Solo che, di fronte agli altri contenuti animici, nella vita del pensiero predomina il pensare;

nella vita del sentimento, il sentire; nella vita della volontà, il volere.

 

98Il sentire e il volere della vita del pensiero contengono il risultato karmico di vite terrene precedenti.

Il pensare e il volere della vita del sentimento determinano karmicamente il carattere.

Il pensare e il sentire della vita della volontà strappano la vita terrena presente dalla concatenazione karmica.

 

99Nel sentire e volere del pensiero l’uomo esplica il suo karma del passato;

nel pensare e sentire della volontà, prepara il karma del futuro.