Pensiero e percezione

O.O.2 – Linee fondamentali di una gnoseologia (D-11)


 

Noi dovremmo rinunciare interamente al nostro pensare, se volessimo attenerci alla pura esperienza.

Si degrada il pensare se gli si nega la possibilità di percepire in se stesso entità che ai sensi sono inaccessibili.

Nella realtà, oltre alle qualità sensibili, deve esservi ancora un fattore che viene afferrato dal pensare.

 

Il pensare è un organo dell’uomo, destinato a osservare qualcosa di più alto di ciò che offrono i sensi.

Al pensare è accessibile quel lato della realtà, del quale un essere dotato meramente di sensi nulla apprenderebbe mai.

Esso non esiste per rimasticare il sensibile, ma per compenetrare ciò che a questo è occulto.

 

La percezione dei sensi dà solo un lato della realtà.

• L’altro lato è la comprensione pensante del mondo.

Se non che, nel primo momento, il pensare ci appare come del tutto estraneo alla percezione.

 

• La percezione irrompe in noi dal di fuori;  • il pensiero si apre il varco dal nostro interno.

 

Il contenuto del pensare ci appare come un organismo internamente perfetto; tutto vi è connesso nel modo più rigoroso.

Le singole parti del sistema concettuale si determinano vicendevolmente;

alla fine, ogni singolo concetto ha la sua radice nella totalità del nostro edificio di pensieri.