Pensiero, sentimento e volontà – II

O.O. 207 – Cosmosofia I – 2.10.21


 

In ogni momento degli stati d’animo umani esiste una cooperazione tra

• il passato,

• il conosciuto, che è già contenuto di coscienza,

• e il futuro, non ancora oggetto di esperienza cosciente.

 

• Ciò che è ancora ignoto alla coscienza vive tuttavia nella generica disposizione d’anima.

 

Dalla biografia è pertanto possibile cogliere il mistero dello stato d’animo di un momento. Con questo vengono sfiorati gli ambiti della riflessione umana che con faciloneria non vengono presi in considerazione dalle persone che vivacchiano senza pensieri. Si ritiene di non conoscere ancora ciò che concerne il proprio futuro; lo si conosce però nella vita affettiva.

 

Continuando l’indagine ed esaminando per esempio la disposizione d’animo di una persona che abbiamo conosciuto bene e di cui sappiamo che è morta un paio d’anni dopo aver provato quello stato d’animo, possiamo vedere come la morte vicina, con tutto quel che comporta, abbia gettato la sua luce su quel particolare stato d’animo. Se c’è un interesse per queste cose, è possibile vedere che nella vita terrena passato e futuro convivono nella disposizione affettiva.

 

Per questo la vita di sentimento ha per l’uomo stesso qualcosa d’inesplicabile che immette nella vita un che di elementare, in quanto agli stati d’animo viene conferita una particolare sfumatura da quello che vivremo in futuro.

 

Dovetti tener conto di questo argomento già al tempo della stesura della mia Filosofia della libertà. Perché dovetti allora far risultare che l’azione libera può scaturire soltanto dal pensiero puro? Poiché se fondiamo l’azione sul sentimento entra già in gioco il futuro e pertanto dal sentimento non potrebbe mai venire alcuna azione davvero libera! Questa può venire solo dall’impulso davvero contenuto nel pensiero puro.

 

Ricordando quel che ho detto nei due giorni passati la cosa diventerà ancora più chiara. Dicevo che nel sentimento quel che succede dentro di noi irradia la sua luce all’indietro e verso l’alto nella nostra coscienza.

 

Disegnando uno schema posso dire che l’esperienza del sentimento penetra nella coscienza verso l’alto; invece l’esperienza delle immagini oniriche, della coscienza immaginativa, tutto ciò che ha luogo nell’immaginazione fluisce verso il basso (vedi disegno seguente).

Pertanto nell’intera organizzazione umana la vita affettiva, ciò che viviamo consapevolmente come sentimento, procede in modo da fluire verso l’alto (blu), mentre ciò che è colto come immagine dalla coscienza immaginativa penetra nell’essenza dell’uomo verso il basso (rosso, all’interno) e fluisce per la coscienza abituale come qualcosa di inconscio in tutta l’entità umana.

Prego di capire bene: non nei singoli eventi che poi si realizzeranno, ma nell’intera disposizione affettiva della vita agiscono in noi gli effetti delle nostre esperienze future, conferendole un colore di fondo, non nel senso che si vivano le immagini di quel che avverrà; le impressioni relative vivono però nelle immagini.

 

Non dobbiamo figurarci le immagini che fluiscono verso il basso come se facessimo scorrere il futuro in un film, ma piuttosto come il risultato di impressioni. Solo a poche persone, dotate di una chiaroveggenza atavica, possono apparire le immagini di alcuni fatti, e allora può aversi una certa visione del futuro prossimo. Oggi però ci deve soprattutto interessare che il mondo affettivo venga prima diretto verso il basso sotto forma di immagini.

Passando dal sentimento alla volontà, quello che ho esposto penetra nell’uomo verso l’esterno e diventa karma in divenire (rosso, all’esterno). Quindi ciò che deriva dai sentimenti ha in un certo senso a che fare con il nostro karma fino alla morte; invece ciò che deriva dalla volontà ha a che fare con il nostro karma oltre la morte.

 

 

È pertanto senz’altro possibile seguire e studiare queste cose nei particolari. Proseguendo nell’elaborazione della scienza dello spirito antroposofìca, non diamo un’esposizione schematica di semplici concetti, ma parliamo di cose concrete, che vivono nell’uomo e che, quando egli ne diventa consapevole, lo illuminano su che cosa in effetti egli è in realtà. Dobbiamo però sentire con forza come la volontà, che si appoggia alla vita di sentimento, agisca sul futuro, al di là della morte; dobbiamo sentire come essa sia la creatrice del karma futuro.

 

Volgendoci di nuovo verso l’altra parte, verso l’intreccio di pensieri che abbiamo visto situato tra il corpo eterico e il corpo fisico, dobbiamo avere ben chiaro che, quando con le impressioni sensoriali sperimentiamo qualcosa del mondo, formandocene quindi un’immagine sensibile, quando la elaboriamo col pensare, penetriamo davvero con la nostra soggettività nell’intreccio di pensieri.

 

Da un lato colleghiamo l’esperienza animica conseguente alle impressioni sensoriali con l’intreccio di pensieri oggettivo che con la nascita si è incorporato in noi; tuttavia esso rimane inconscio e solo ciò che vi immettiamo con la nostra attività di pensiero diventa cosciente. Succede di fatto che i pensieri soggettivi si introducano nell’intreccio di pensieri, e che questo poi li rifletta, conferendo ad essi un’infinità di direzioni; in tal modo, i pensieri soggettivi diventano coscienti (vedi disegno seguente). Ripeto, diventano coscienti dando loro diverse direzioni.

 

Vorrei descrivere il processo con estrema precisione.

Quando percepiamo un oggetto esterno, per esempio un cubo, un cubo di cristallo, prima di tutto lo vediamo.

Non ci limitiamo a vederlo e lo pensiamo.

Questo pensiero si trasmette all’intreccio di pensieri che ci è stato incorporato con la nascita,

che abbiamo assunto quando eravamo nel cosmo, che abbiamo ricevuto tramite il cosmo;

esso è tale per cui incominciamo a formarci dall’interno, a certe condizioni, delle idee cristallografiche.

 

Per esempio, pensando al sistema tesserale, al sistema tetragonale, al sistema rombico, al sistema monoclino, al sistema triclino, al sistema esagonale, immaginando quindi sistemi cristallini con un procedimento matematico-geometrico, arriviamo a concepire i sistemi cristallini. Il cubo di cristallo rientra nel sistema tesserale concepito interiormente. Mentre incorporiamo il pensiero del cubo in pensieri in un certo senso a priori, che prendiamo dalla nostra interiorità, nell’istante in cui ci accorgiamo dei pensieri soggettivi siamo rivolti all’intreccio oggettivo di pensieri.

Infatti dall’intreccio di pensieri incorporatosi in noi con la nascita prendiamo immagini inerenti alla fìsica puramente geometrico-meccanica; ciò che è individuale viene immesso nei pensieri che sviluppiamo sulla base delle immagini e delle impressioni sensibili esterne, e di questi pensieri diventiamo consapevoli quando facciamo sì che si riflettano in noi, permeati dall’intreccio di pensieri che perennemente in noi vive e conforma, in un processo in certo qual modo eterno, anche se le singole forme mutano di incarnazione in incarnazione.

Pensando e immettendo la nostra attività mentale nella vita interiore dei pensieri oggettivi, così che la comprendiamo, utilizziamo il contenuto dell’intreccio di pensieri ai fini del pensare soggettivo.

 

Quel che ora ho descritto è un processo che nell’uomo avviene di continuo.

Vedremo però che nello stesso tempo, cominciando dal sentimento, da una parte poniamo l’attenzione su quanto del sentimento penetra nell’organismo e passa nella volontà.

 

• Tutto ciò che della volontà rimane in un certo senso immobile nell’io, diviene karma che si forma;

ci porta nella direzione del nostro futuro.

• Se guardiamo dalla parte opposta, verso l’intreccio di pensieri, là dove si dirigono anche i nostri pensieri soggettivi, veniamo senz’altro immessi nella corrente volta al nostro passato.

Pertanto è qui che va cercato il nostro karma passato, già compiuto.

Nel sentimento avviene nell’uomo l’incontro per eccellenza tra passato e futuro.

 

In un certo qual modo dunque

• nasciamo dai pensieri;

• viviamo attraverso il sentimento

• e intessiamo nella volontà quello che ci accompagna oltre la morte.

 

Con queste parole indichiamo esperienze soggettive della vita animica nel periodo tra la nascita e la morte.

Possiamo proseguire nelle considerazioni e chiederci: che cosa succede allora quando i pensieri soggettivi legati alle impressioni esterne si congiungono, nel modo che ho appena descritto, con il passato ?

Il pensiero soggettivo ci appare a tutta prima come pensiero e come tale ha un certo contenuto rappresentativo. Pensando al cubo pensiamo a un contenuto.

 

Diventerà subito chiaro ciò cui accennai l’altro ieri:

• nella vita animica non possiamo senz’altro separare pensiero, sentimento e volontà.