Per comprendere l’evoluzione umana occorre studiare l’uomo nella sua quadruplice unità

O.O. 131 – Da Gesù a Cristo – 08.10.1911


 

Se consideriamo anzitutto l’uomo quale ci si presenta nella vita fisica, sappiamo che lo sguardo occulto lo vede come una quadruplice unità, però in corso di evoluzione, costituita di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io.

• Sappiamo pure che per comprendere l’evoluzione umana occorre conoscere la verità occulta, e cioè che l’io, di cui si diventa coscienti nei sentimenti e nelle sensazioni se ci si astrae semplicemente dal mondo esteriore e si cerca di vivere in noi stessi, per lo sguardo occulto passa da incarnazione a incarnazione.

Sappiamo però anche che in certo modo l’io è avvolto (sebbene « avvolto » non sia un termine giusto, per ora possiamo servircene) dalle altre tre parti costitutive della natura umana: corpo astrale, corpo eterico e corpo fisico.

 

• Del corpo astrale sappiamo che in un certo senso è un compagno dell’io attraverso le diverse incarnazioni.

Sebbene durante il kamaloka gran parte del corpo astrale venga eliminata, nondimeno il corpo astrale ci rimane attraverso le incarnazioni come una specie di corpo di forze che riunisce quel tanto di progresso morale, intellettuale ed estetico che abbiamo accumulato in un’incarnazione.

Quello che è vero progresso viene riunito per mezzo della forza del corpo astrale e trasportato da un’incarnazione nell’altra, per così dire connesso con l’io che, quale base eterna in noi, passa da incarnazione a incarnazione.

 

• Sappiamo inoltre che una gran parte del corpo eterico viene abbandonata immediatamente dopo la morte, ma che nondimeno ce ne rimane un estratto che portiamo con noi da un’incarnazione all’altra.

Succede che, nei primi giorni immediatamente dopo la morte, noi abbiamo una specie di visione retrospettiva: ci appare come in un grande quadro la nostra passata vita e di quella visione retrospettiva prendiamo con noi la sintesi, l’estratto, quale risultato eterico.

Il rimanente del corpo eterico ritorna al mondo eterico universale in una forma o nell’altra, a seconda dell’evoluzione della persona in questione.

 

• Se indirizziamo lo sguardo alla quarta parte costitutiva dell’entità umana, al corpo fisico, sembra a tutta prima che esso semplicemente sparisca nel mondo fisico. Del resto si potrebbe dire che questo può venir dimostrato anche esteriormente nel mondo fisico perché, per lo sguardo esteriore il corpo fisico viene condotto in un modo o nell’altro alla dissoluzione.

Il problema, e chiunque si occupi di scienza dello spirito dovrebbe porselo, è ora il seguente: tutto ciò che la conoscenza esteriore fisica ci può dire della sorte del nostro corpo fisico non è forse tutto maya? In sostanza la risposta non è tanto lontana per chi abbia incominciato a comprendere la scienza dello spirito.

Quando si sia cominciato a comprendere la scienza dello spirito, si riconosce che è maya, illusione esteriore, tutto ciò che ci presenta l’apparenza sensibile.

Come ci si può aspettare che sia realmente vero, nonostante quest’apparenza, che il corpo fisico, abbandonato alla tomba o al fuoco, sparisca senza lasciar traccia di sé?

Forse dietro alla maya esteriore che appunto si palesa all’apparenza sensibile,si nasconde qualcosa di molto più profondo.