Per la comprensione della scienza dello spirito, oltre ad appellarsi alla ragione, il ricercatore dello spirito si rivolge a quelle forze del sentimento per la verità, oggi latenti nel cuore.

O.O. 119 – Macrocosmo e microcosmo – 31.03.1910


 

Già vi sarete accorti che occorrerebbe parlare ogni sera, non solo per settimane, ma per mesi o forse anni, se si volessero veramente sviluppare da ogni lato tutti gli aspetti delle questioni a cui abbiamo accennato. Ma, nel tempo presente, in riferimento agli annunci della teosofia, si tratta meno di esporre subito qui e là la conoscenza scientifico-spirituale in tutta la sua estensione – non può proprio essere così –, ma piuttosto di dare degli stimoli. Tuttavia questo rende necessario, fin dall’inizio, che si faccia appello non soltanto alla comprensione, sebbene in primo luogo debba essere così, ma che si ricorra anche a qualcos’altro.

 

Va sempre di nuovo sottolineato, poiché appartiene ai punti nevralgici della conoscenza scientifico-spirituale del presente, che tutto ciò che viene portato giù dai mondi superiori, grazie a indagini scientifico-spirituali, può essere afferrato e compreso con le idee, con le rappresentazioni che l’uomo oggi può acquisire fuori nel mondo fisico, nella vita all’interno del mondo fisico. Non vi è nulla della conoscenza scientifico-spirituale che non possa essere, in questo modo, capito.

 

Solo che, di fronte alle grandi questioni che devono essere toccate in tale ambito, spesso è davvero necessario, per arrivare alla completa comprensione, percorrere una via lunga e difficile. Se si vuole penetrare in modo ragionevole le conoscenze scientifico-spirituali, occorre che dall’intera cerchia dei concetti e delle idee che si possono avere attualmente, si possa dire: «Forse oggi non posso ancora innalzarmi personalmente, con il mio proprio occhio spirituale chiaroveggente, ai mondi sovrasensibili; ma tutto ciò che mi viene annunciato da quei mondi, lo posso trovare comprensibile con la ragione».

 

Ciò sarebbe possibile, ma attualmente non si può parlare dettagliatamente di ogni cosa. Non ogni individuo che oggi sente la necessità dell’annuncio scientifico-spirituale a partire dalla sua aspirazione, dai suoi ideali, è anche nella condizione di seguire la difficile via della ragione pertanto accennata. E perciò colui che parla delle conoscenze della scienza dello spirito non può sempre supporre che tutte le sue descrizioni vengano immediatamente vagliate, in ogni momento, dalla ragione.

 

Per tale motivo deve partire da un altro presupposto, e cioè che in ogni anima umana non vi sono soltanto quelle capacità e forze che furono acquisite durante un lungo periodo di tempo ed oggi sono state portate fino a un certo compimento. A tali facoltà appartiene certamente ciò che chiamiamo ragione umana, intelletto umano.

 

Ma la scienza dello spirito sa che non vi è un futuro per questo intelletto. Le altre facoltà, come il pensare del cuore, si svilupperanno nell’anima umana col cambiamento dell’umanità nel futuro.

Nuove facoltà ancor oggi insospettate si svilupperanno.

 

Però ciò che noi chiamiamo intelletto, ciò che chiamiamo ragione, è giunto a un certo punto culminante; verrà certamente annesso, quale risultato dell’attuale sviluppo, al futuro dell’anima umana, ma la scienza dello spirito sa che la ragione non è capace di uno sviluppo superiore oltre il proprio attuale punto di vista.

 

Accanto a tali facoltà dell’anima umana che oggi troviamo, così da richiamare la nostra attenzione sul passato dell’uomo in cui si sono sviluppate partendo da piccoli e imperfetti inizi fino alla loro odierna altezza, ve ne stanno delle altre di cui abbiamo potuto far notare, per così dire, profeticamente, quali però si paleseranno nella loro perfezione soltanto nel futuro.

 

Ma come ciò che oggi è portato a compimento si è mostrato con inizi imperfetti, molto a lungo prima della nostra epoca, così oggi sono già presenti, per così dire, in germe le future facoltà dell’anima umana. Molto di ciò che risplenderà chiaramente nel futuro esiste già oggi in germe nell’anima umana.

 

E soprattutto possiamo dire: anche se oggi molti uomini non possono ancora acquisire attivamente conoscenze a partire dalla logica del cuore, tuttavia in numerosi, oggi, è già presente la prima predisposizione a quella futura logica del cuore.

È presente un sentimento primordiale, un naturale senso della verità per ciò che attraverso la logica del cuore potrà essere compreso completamente solo nel futuro.

 

Oltre ad appellarsi alla ragione, il ricercatore dello spirito si rivolge

a quelle forze del sentimento per la verità, oggi latenti nel cuore.

Egli presuppone che l’anima umana sia organizzata non sull’errore e sulla falsità,

ma sulla verità, e che essa possa concordare, direttamente col sentimento,

con le verità che vengono tratte dai mondi superiori.

 

In altre parole, la verità riguardo ai mondi superiori può essere sentita da numerosi cuori prima di essere compresa. Vi è una prova del fatto che esistono anime con tale senso della verità.

La prova esteriore è che una gran quantità di persone, oggi, non si sente soddisfatta da quanto può offrir loro la conoscenza esteriore di fronte alle grandi questioni dell’esistenza e, cercandone risposta, con anima trepidante, si avvicinano alla scienza dello spirito.

 

Sono persone che non sono alla ricerca di cosiddette dimostrazioni, ma accettano, con le loro facoltà superiori ancora latenti, le comunicazioni della scienza dello spirito, sebbene avvertano e sentano soltanto attraverso il loro naturale senso della verità quanto capiranno solo in futuro.

In tal modo il ricercatore dello spirito, in fondo, fa appello direttamente all’anima umana in misura più intensa che non qualsiasi altro scienziato dell’epoca presente.

 

Un altro ricercatore del presente cerca di imporre il riconoscimento della sua verità; presentando degli esperimenti, fornisce delle prove matematiche o qualcosa di simile, in modo tale che chi lo ascolta non possa far altro che ammettere quanto egli sostiene. Il ricercatore dello spirito si trova in una condizione diversa. Egli deve fare appello a parti molto più intime dell’anima umana.

 

Non è ancora in grado, oggi, di procurare delle prove allo stesso modo come fanno gli altri scienziati. Ma egli sa che il medesimo senso della verità che dimora nel suo cuore esiste pure nel cuore di tutti gli uomini e che questi possono concordare con lui, sebbene non comprendano ancora tutto quello che egli ha da comunicare loro.

Così si appella al naturale senso di verità dei cuori umani e lascia tutto al libero giudizio delle loro anime se vogliono convenire con lui o no. Non cerca di persuadere con quello che espone, ma è dell’avviso che quanto vive in lui viva in ogni anima umana.

 

Egli sa che deve dare lo stimolo per qualcosa che può e deve germogliare da sé, da ogni anima.

Così il ricercatore dello spirito tenta solo di esprimere le verità che ogni anima, purché le si possa lasciare tempo a sufficienza, potrebbe sperimentare a partire da se stessa.

 

Ma siccome noi uomini abbiamo bisogno l’uno dell’altro, dobbiamo cercare assieme quello che possiamo trovare in campo spirituale. Il maestro dello spirito considera la diffusione della scienza dello spirito in modo che a un gruppo di ricercatori vengano dati spunti che in seguito, con un’ulteriore mutua assistenza, prima o poi, in tutti gli ascoltatori che anelano, possono germogliare come esperienze proprie.

 

Se teniamo presente questo, vedremo innanzitutto nella giusta luce diverse cose di quelle che qui sono state dette nei giorni scorsi, in queste conferenze. Parecchio di ciò che qui è stato presentato, è da prendere come un appello ad ogni anima perché voglia cercare, se non ne trova in sé la possibilità, se solo comprende se stessa, di giungere alle stesse cose che qui sono state dette.

 

Perciò diverse cose sono dette facendo affidamento su questo:

la comprensione non può esserci subito,

ma solamente quando gli stimoli vengono immersi nel cuore,

vi continuano a germogliare e come frutti, là dentro, diventano operanti.