La percezione sensibile e i tre fondamenti soprasensibili della vita dell’anima in relazione con i quattro piani cosmici e gli ultimi quattro periodi di civiltà postatlantici.

O.O. 130 – Cristianesimo esoterico e la guida spirituale dell’umanità – 18.11.1911


 

Troviamo nella vita dell’anima tre elementi fondamentali.

• Il primo è costituito dalla vita rappresentativa e concettuale, l’intellettualità, che inizialmente si esterna solo nella percezione. Considerando l’intellettualità per sé, si evidenzia il suo estesissimo legame con il mondo sensibile dal quale l’uomo astrae le sue rappresentazioni. Le rappresentazioni stesse sono, però, soprasensibili. Già dal nesso esistente tra la vita rappresentativa e quella della percezione risulta che la prima [non] è connessa con il piano fisico. Quando ci impegniamo in rappresentazioni difficili e riflettiamo molto fino a stancarci, poi dormiamo bene, ma a condizione che sia stata partecipe della nostra attività solo la vita rappresentativa e non quella senziente. Comprendiamo così perché si è detto che la vita rappresentativa è un processo soprasensibile, e dunque connesso con il prossimo elemento, il mondo astrale.

È quindi dal piano astrale che fluiscono le forze che destano e sostengono nell’anima umana la vita rappresentativa.

 

• Il secondo elemento è costituito dai moti del sentire che compenetrano la nostra anima: piacere, dispiacere, gioia, dolore, inquietudine, amore, antipatia, e così via. Strettamente e intimamente congiunti con il nostro io come moti rappresentativi e senzienti, sono loro a rubarci il sonno, perché con tale sommovimento del sentire non ci permettono di entrare nel piano astrale. Capiamo così anche il nesso che ci unisce al devacian inferiore il quale non accoglie i moti del nostro animo se non sono puri e che, perciò, li respinge da quella parte del mondo astrale che è da assegnarsi al devacian inferiore.

 

• Il terzo elemento è quello che troviamo nella moralità, negli impulsi volitivi. Chi nel corso della retrospettiva della giornata trascorsa può constatare di avere compiuto delle buone azioni, quando si addormenta prova un attimo di beatitudine, uno stato che può esprimere con parole come queste: oh, se fosse possibile prolungare questo stato, goderlo come elemento vivificante che potesse estendersi come forza fecondante sulla vita della nostra anima!

 

Considerando quanto detto, comprenderemo quel che la ricerca occulta enuncia: gli impulsi volitivi rinviano al devacian superiore, che permette loro l’accesso solo se originano da una volontà pura, consona a questo mondo spirituale.

• La vita rappresentativa e concettuale, la nostra intellettualità, è dunque in stretto rapporto con il mondo astrale,

• la nostra vita senziente con il devacian inferiore

• e la nostra vita volitiva con il devacian superiore.

• A questi elementi si aggiunge la vita della nostra percezione sensoriale sul piano fisico.

 

Questi quattro elementi si sviluppano in modo non omogeneo nell’incarnazione umana nel corso di vari periodi di civiltà.

• Approfondendo questi sostrati occulti, si comprendono i modi in cui si esplicava la vita di percezione nel periodo greco-latino, ci si avvede della totale adesione dei Greci e dei Romani al mondo fisico che tanto stimavano.

• Il nostro periodo, il quinto postatlantico, è quello del pensare, dell’intellettualità.

Per questo fioriscono le scienze astratte.

• Il prossimo periodo, il sesto, conserverà la vita intellettuale come noi, nel quinto, abbiamo conservato la vita di percezione; esso si manifesterà principalmente nella vita animica dei moti del sentimento.

 

L’azione che il mondo ambiente eserciterà sull’uomo si esplicherà, in particolare, suscitando in lui piacere e sofferenza, gioia e dolore, simpatia e antipatia: ciò è da intendersi nel senso che solo l’occultista capace di superare la mera intellettualità è già oggi in grado di avvertire, comprendendo e vedendo in profondità con il giusto sentimento, certi nessi della vita senza aver bisogno di estese motivazioni logiche.

L’occultista prova dispiacere per l’illogicità e gioia e pace dell’anima per la logicità.

Ma l’occultista che comunichi qualcosa, avendone egli senza altre aggiunte la giusta visione complessiva, ha oggi il dovere, per farsi capire, di fornirne le motivazioni esponendolo dapprima in una trattazione di ampio respiro.

Particolarmente dolorosa è oggi per l’occultista la lettura dei giornali, perché spesso sono proprio i quotidiani l’incarnazione vera e propria dell’illogicità. Leggerli, però, è necessario – possibilmente previa selezione – per mantenere il contatto con il mondo esterno. Certo non bisogna imitare quel professore della lingua cinese che un giorno incontrando i suoi colleghi disse: “Ho appreso or ora – correva l’anno 1870-71 – che la Germania è in guerra da sei mesi con la Francia; sapete, io leggo solo giornali cinesi”.

 

Nell’ultimo periodo postatlantico, il settimo dunque, si svilupperà il senso morale, cioè il senso degli impulsi volitivi, che porterà ad un rilevante progresso.

Le ricerche occulte, e anzi già le ricerche che si compiono oggi, evidenziano come si possa essere molto sagaci e intelligenti senza essere morali. Oggi l’intellettualità e la moralità procedono parallele.

In futuro, però, si manifesterà gradualmente l’instaurarsi di un fatto singolare, ossia l’uccisione del raziocinio di un uomo sagace effettuata dalla sua immoralità.

Perciò, in un lontano futuro, una persona immorale sarà, o dovrà divenire, al tempo stesso stupida.

Andiamo, dunque, incontro ad un’epoca morale perché in tutta la vita della nostra anima la moralità e la successiva intellettualità saranno un’unità.

 

I quattro elementi suddetti sono tutti sì presenti nell’anima dell’uomo, ma:

• nel periodo culturale greco-latino si affermò prevalentemente, rispetto ad ogni altro elemento, la percezione sensoriale;

• l’intellettualità si aggiunge con maggiore intensità nel tempo presente;

• nel penultimo periodo, il sesto, prevarranno i moti del sentire

• e nel settimo periodo culturale, l’ultimo, predominerà la moralità in un modo che oggi possiamo soltanto cominciare a sognare.

 

Il suo manifestarsi non è ancora immaginabile nella forma concepita da Socrate che riteneva che la virtù si potesse insegnare e apprendere.

Tutto ciò, però, diverrà realtà entro il settimo periodo, poiché ce lo predicono profeticamente le tendenze già oggi chiaramente osservabili nell’occultismo.

• Il carattere spirituale complessivo dell’epoca attuale è, dunque, l’intellettualità, ma occorre distinguere tra il modo in cui si manifesta negli ambienti orientati al pensiero materialistico e quello in cui si palesa nella scienza dello spirito.

Con la sua intellettualità l’uomo è connesso al piano astrale, ma ne sarà cosciente – e solo allora saprà farne corretto uso – quando si sarà evoluto alla chiaroveggenza.

 

Questo processo avrà inizio nel ventesimo secolo e si svilupperà in un numero sempre crescente di persone.

Il progresso risiederà unicamente nel fatto che gli uomini non svilupperanno una superiore intellettualità soltanto per sé, ma la eleveranno al mondo astrale.

Nel corso dei prossimi tremila anni, lo sviluppo di questa chiaroveggenza intellettuale consentirà agli uomini in tal senso progrediti di contemplare sempre più, e in modo sempre più chiaro, il Cristo visibile etericamente.