Perché abbiamo bisogno della scienza dello spirito? Importanza del secolo XIII°. Noi viviamo nel tempo degli Arcangeli

O.O. 130 – Cristianesimo esoterico e la guida spirituale dell’umanità – Appendice 29.01.1911


 

Perché abbiamo bisogno della scienza dello spirito?

Come esseri viventi sul piano fisico stiamo percorrendo un arco discendente.

Il nostro corpo fisico non è quello che avevamo in tempi remoti.

 

I nostri corpi sono meno permeati dall’anima, meno sostenuti dallo spirito.

L’attività che il corpo eterico svolgeva in noi in un lontano passato

è simile a quella che l’acqua esplica compenetrando la pianta.

Il corpo eterico permeava il corpo fisico con le sue forze edificatrici.

Oggi esso ha perduto il suo potere sul corpo fisico.

 

Per noi uomini l’unica via di salvezza è il rafforzamento dello spirito in noi.

Quando il corpo astrale si compenetrerà dell’elemento spirituale,

migliorerà anche la salute del genere umano.

 

Che il corpo fisico umano vada incontro alla disgregazione è destino,

tuttavia il corpo eterico può rafforzarsi e così riverberarsi su di esso.

Ora, però, gli uomini stanno cadendo celermente nella decadenza.

La scienza dello spirito opera alla vivificazione, al risanamento del corpo e dell’anima.

 

Un’azione dagli effetti risananti è quella che non si percepisce solo mediante i sensi o il cervello. Agli occhi del mondo, sono delle assurdità le parole che noi diciamo quando esortiamo a volgere i nostri pensieri a cose che non si possono dimostrare sul piano esteriore. È, però, puerile voler dimostrare la scienza dello spirito con gli strumenti della scienza attuale.

 

Il pensiero applicato al mondo esterno alberga in sé un elemento necessariamente distruttivo

che riflette la sua azione devastante sul corpo fisico.

Il sonno ripara i danni.

Nella vita della civiltà attuale sono molti i fenomeni che esercitano un’azione distruttiva.

 

Uno di questi, ad esempio, è costituito dalle fotografie che, oltre ad eccitare la sensualità,

esplicano un effetto senz’altro dannoso sul corpo eterico.

Per il bene dell’umanità, è la vera arte quella che è in grado di rappresentare in forma sensibile

ciò che proviene dai mondi superiori.

Nell’ambito della concezione scientifìco-spirituale del mondo noi operiamo in unione con potenze soprasensibili.

Non vi è nulla che conferisca una base tanto solida nell’interiorità al pari della conoscenza spirituale.

 

Procedevano con maggior sicurezza spirituale nella vita certi schiavi, forti della loro base spirituale interiore,

vissuti all’epoca dei faraoni e della teocrazia egizia, che non taluni nostri contemporanei.

 

Gli uomini tendono oggi agli schematismi, all’autoritarismo.

Eppure, solo la propria attività interiore dà all’anima, nell’ambito di una vigile interiorità,

la possibilità di trovare una solida base.

 

La disposizione d’animo scientifico-spirituale infonde nell’uomo solidità e soddisfazione,

perché quel che la scienza dello spirito dona agli uomini

– e di cui essi hanno bisogno come del pane quotidiano –

genera un solido appoggio nell’interiorità dei singoli individui.

 

La Terra su cui noi viviamo sta andando incontro al dissolvimento.

Si arriverà lentamente al prosciugamento di laghi e fiumi.

Questi sconvolgimenti modificheranno la configurazione della Terra.

Le descrizioni fornite già ora dalla geologia indicano che siamo già entrati in un’epoca di decadimento.

 

Il noto geologo Suess ha confermato che nella Terra stanno avendo luogo processi di putrefazione anziché processi accrescitivi, vivificanti. Questi sviluppi, che stanno già verificandosi nell’ambito della grande epoca evolutiva della Terra, ultima in ordine di tempo, si manifestano con particolare intensità dal 1250, nel corso dell’epoca evolutiva minore.

Alcuni studiosi, che nella loro materia sono geniali, palesano qualche barlume di perspicacia: Burdach, ad esempio, il quale riscontra l’instaurarsi di un mutamento dal Rinascimento in poi, pur ignorando del tutto lo spostamento della direzione dell’asse terrestre, avvenuto al tempo in cui gli Spiriti della personalità si ritirarono.

 

Sono diverse le entità spirituali che, in vario modo e in tempi differenti, operano i loro interventi. Questa varietà fa sì che ogni epoca abbia il suo carattere particolare e che anche ad ogni età competa la propria missione.

Sarebbe distruttivo, devastante se si introducessero elementi inattuali, quali, ad esempio, certi insegnamenti dell’antico Egitto, fondati sulla veggenza atavica di quel popolo e che poi si sono conservati, trasformati, come fede in un mondo soprasensibile. Non quel che l’intelletto vede, non il piano esteriore nel mondo sono oggetti della fede, poiché questa affonda le sue forti radici in esperienze vissute dall’anima in tempi passati.

 

Gli Spiriti della personalità, le Archai, non sono visibili, eppure sono qui e intervengono. Un intervento delle Archai, particolarmente incisivo, avvenne nel periodo egizio-babilonese. Allora gli Spiriti della personalità erano particolarmente attratti dalla sfera terrestre. Ora le cose sono cambiate. Adesso l’attrazione, o la simpatia, che essi provano per gli accadimenti che hanno luogo sulla Terra è ai minimi livelli.

 

Gli Spiriti della personalità non intervengono più, nemmeno nell’ambito del carattere degli uomini.

Dal 1250 la situazione è cambiata.

Nel XIII secolo è avvenuto un mutamento importante, significativo dello stato della Terra.

Da allora gli Spiriti della personalità hanno attenuato i loro interventi,

si sono ritirati nei mondi superiori ed ivi esplicano il loro operare.

In precedenza la loro attività si svolgeva maggiormente sulla Terra.

Occorre valutare in modo adeguato eventi come questi, perché sono altre le leggi che vigono da allora.

 

A tutti gli Spiriti progressivi del cosmo si contrappongono degli avversari. In questo caso si tratta degli Spiriti della personalità rimasti indietro. Ora questi avversari – gli Spiriti della personalità maligni – stanno conquistando il campo. Questi sviluppi sono in relazione con la mutata posizione dell’asse terrestre intorno al 1250. La Terra descrive nel corso di millenni un moto conico, un movimento danzante. Dal quinto, sesto millennio a.C. l’asse terrestre si è girato sempre più. In campo scientifico si definisce questo processo con l’espressione “precessione degli equinozi”. In passato, anche la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno erano distribuiti in modo diverso, più omogeneo.

 

L’amore della personalità, tutto ciò che vi si ricollega, presenta aspetti sia positivi che negativi. Sono effetti, questi, dovuti anche al Rinascimento, nel cui ambito sono apparse delle individualità totalmente immerse nella vita della personalità. Verso il XIII secolo, e per molto tempo dopo – oltre gli inizi del Rinascimento – passioni impetuose agitavano gli animi sia degli artisti che di persone come Cesare Borgia e il papa Alessandro VI. Anche i condottieri delle crociate erano animati da pulsioni irruenti. In quell’epoca tutto si svolgeva nel segno degli Spiriti della personalità. Tutta la storia era pervasa dagli Spiriti della personalità maligni. L’uomo era, in certo modo, ossesso da quegli Spiriti.

 

Le anime incarnate nel XIII secolo sapevano che gli uomini non potevano liberarsi dalla loro personalità; e fu così che le potenze avverse riuscirono a poco a poco ad infondere al massimo grado il materialismo negli uomini. Gli esseri umani pervasi dai cattivi Spiriti della personalità non potevano più elevare lo sguardo ai mondi spirituali. Fu in quell’epoca che il collegamento con il mondo spirituale venne stabilito mediante la fede – un processo cui i dottori della Chiesa, della Scolastica, attribuirono importanza.

 

Si giunse così alla netta separazione tra fede e scienza, separazione che continuò per secoli ad esplicare i suoi effetti. Ultimo rappresentante di quel tempo è stato Kant, i cui seguaci sono stati solo degli emuli ultrazelanti. Lutero, invece, aveva ancora una nebulosa percezione dell’attività dei cattivi Spiriti della personalità, tanto che una volta scagliò il calamaio contro lo spirito materialistico del tempo.

 

Quell’epoca è finita.

Noi viviamo nel tempo degli Arcangeli, con pensieri capaci di elevarsi

alla regione in cui si trovano gli Arcangeli stessi e i loro avversari.

Diversamente dalle Archai, che nel passato compenetravano eminenti personalità,

gli avversari degli Arcangeli non permeano più grandi personaggi.

Oggi non ci sono più personalità che siano in rapporto

con gli Spiriti della personalità benigni – come Leonardo da Vinci –

o con gli Spiriti della personalità maligni – come nel caso di papa Alessandro VI.

 

Oggi gli uomini tendono maggiormente agli schematismi, inseguono ideali astratti, sono come in preda ad un’ossessione che gli avversari degli Arcangeli inducono in loro utilizzando sempre più idee, opinioni, emozioni. Gli uomini si esaltano così per ideali astratti, diventano visionari, non amano più il loro io eterno lasciandosi, invece, trascinare da ogni sorta di voglie e passioni. Solo la personalità terrena interessa loro, si esaltano per fantasticherie irreali. Ma solo un profondo anelito verso il mondo spirituale è in grado realmente di ricolmare le anime di contenuti.

 

Un effetto secondario indotto dagli Spiriti della personalità maligni è quello prodotto dal vino

che, nell’uomo, si trasforma in un vero e proprio infiltrato in casa.

Chi aspira ad entrare nei mondi spirituali deve perciò astenersi dal vino.

 

Ma il fanatismo antialcolista e il fanatismo vegetarianista sono ideali parziali, al pari dell’esaltazione per la cultura fisica, per i giochi olimpici, e così via. Rientrano in tale contesto anche le attuali smanie delle abluzioni fredde, la passione per la materialità tangibile e per quella meno tangibile, in un crescendo che va dalla réverie degli ubriachi alla selvaggia tendenza al crimine, perché questo è il modo in cui agiscono nel mondo sensibile gli avversari delle Archai.

Ogni essere umano deve percepire con il sentimento la sua posizione nel mondo, deve giungere ad avere qualche esperienza degli eventi tempestosi che stanno irrompendo nell’umanità.

 

Ove questo non avvenisse, l’instabilità, l’insicurezza, la perdita dell’equilibrio diverrebbero condizioni generalmente diffuse. Le persone che oscillano tra esaltazione e materialismo non riusciranno mai ad orientarsi. Adduco ad esempio il caso di un fanatico ammiratore di Wagner – si può essere wagneriani sfegatati senza capirci un’acca – che per la tanta ammirazione nutrita per il musicista si recò a Bayreuth a piedi nudi, poi decise di votarsi all’ascetismo – usava dormire su un tavolaccio di legno e selci -, da ultimo divenne insieme a Nietzsche avversario di Wagner. L’instabilità dell’anima si traduce in nevrastenia. Per debellarla è necessario che vi sia un solido sostegno nell’interiorità dell’anima.

 

Noi, però, abbiamo esigenze diverse da quelle dell’umanità medievale alla quale bastava la fede. Un bambino di sette anni non ha le stesse necessità di un uomo che di anni ne ha sette volte sette. La scienza dello spirito può svincolarci dalla passività degli schematismi senza renderci instabili.

 

Il castello della nostra civiltà con tutto il suo esteriore luccichio andrà incontro allo sfacelo di gran carriera.

Le arti, le scienze, tutto si disgregherà.

Le forme non possono durare, si polverizzano:

il tempo e lo spirito sono più forti dell’uomo con i suoi desideri e le sue passioni.

La scienza dello spirito è una necessità, e lo scienziato dello spirito dovrebbe averne l’interiore percezione.