Perché il Cristo ha aspettato così a lungo, prima di unirsi all’evoluzione umana sulla Terra?

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 21.09.1909


 

Questo è il mistero del battesimo nel Giordano;

l’essere che ci viene descritto nei Vangeli è il Visva Karman, è Ahura Mazdao,

è il Cristo nel corpo del Gesù natanico.

• Questo essere doveva peregrinare per tre anni sulla Terra in figura umana, uomo fra gli uomini,

in quel Gesù che fino al suo trentesimo anno aveva attraversato tutti gli eventi di cui abbiamo parlato.

 

Il Gesù natanico era ora compenetrato e illuminato

da quell’entità che prima si celava nei caldi e luminosi raggi del Sole, i quali irraggiano il loro fulgore dal cosmo;

da quell’entità che un tempo si era allontanata dalla Terra quando il Sole se ne separò.

 

Possiamo perciò domandarci: perché quell’entità ha aspettato così a lungo, prima di unirsi all’evoluzione umana sulla Terra? perché non vi è discesa prima? perché, prima di allora, non aveva compenetrato un corpo eterico umano, come lo compenetrò poi durante il battesimo dato da Giovanni nel Giordano?

Potremo comprendere ciò, cercando di intendere più esattamente l’evento che l’Antico Testamento ci descrive come la tentazione luciferica.

 

Questo evento consiste nel fatto che certe entità, rimaste allo stadio dell’antica evoluzione lunare, durante l’antica epoca lemurica penetrarono nel corpo astrale umano. Questo fu allora compenetrato da entità luciferiche, come ci viene presentato in immagine con la caduta nel peccato. In virtù del fatto che le forze luciferiche penetrarono nel corpo astrale umano, l’uomo rimase impigliato nelle vicende terrene più profondamente di quanto non lo sarebbe stato altrimenti.

 

Se non avesse accolto in sé l’influsso luciferico, egli avrebbe assolto il suo compito sulla Terra dimorando su sfere più elevate, e sarebbe stato meno irretito, per così dire, nella materia terrena. L’uomo dunque discese sulla Terra prima del tempo stabilito; detto in immagine, fu cacciato dal paradiso.

 

Ora, se non fosse avvenuto null’altro, se fosse avvenuto soltanto ciò che abbiamo detto ora, l’effetto delle forze luciferiche penetrate nel corpo astrale umano si sarebbe ripercosso interamente anche nel corpo eterico. Ma le potenze cosmiche lo impedirono con un provvedimento del tutto speciale. (Nella mia Scienza occulta ciò viene spiegato anche sotto un altro aspetto).

 

L’uomo non poteva rimanere quello che era, dopo aver accolto le forze luciferiche nel suo corpo astrale. Doveva venire preservato nel suo corpo eterico dall’azione delle forze luciferiche. Ciò fu ottenuto col render l’uomo inabile ad adoperare interamente il suo corpo eterico. Una parte del corpo eterico venne sottratta al suo arbitrio.

 

Se questo beneficio degli dèi non avesse avuto luogo, se l’uomo avesse conservato il suo potere sul corpo eterico intero, egli non avrebbe mai potuto trovare la retta via attraverso l’evoluzione della Terra. Certe parti del corpo eterico dovettero allora essere sottratte all’arbitrio dell’uomo e serbate per tempi successivi.

 

• Cerchiamo ora col nostro sguardo spirituale di ravvisare quali erano queste parti.

Un uomo consta innanzi tutto degli stessi elementi che vediamo esistere anche nel mondo:

il solido o «terra», il liquido o «acqua» e il gassoso o «aria».

Questi sono gli elementi che formano il corpo fisico umano, e in genere tutto ciò che è fisico.

 

L’eterico comincia col primo stato eterico, con «l’etere del fuoco» o «fuoco».

• Il fuoco o calore, che la fisica odierna considera non come qualcosa di materiale,

ma solo come movimento, è dunque il primo stato dell’etere.

• Il secondo stato è «l’etere della luce» o «luce».

• Il terzo stato è quello che a tutta prima non appare all’uomo nella sua forma originaria;

nel mondo fisico l’uomo può percepirne solo un riflesso, solo un’ombra, nel suono.

 

Ma a base del suono esteriore sta qualcosa di più sottile, di eterico, di spirituale; cosicché dobbiamo qualificare il suono fisico come una mera ombra del suono spirituale, come un’ombra dell’«etere del suono» o «etere chimico».

 

• Il quarto stato eterico è quello dell’«etere della vita», che sta a base di ogni forma di vita.

Nell’uomo fisico attuale ogni fatto dell’anima si esprime nella sua corporeità fisica e nella sua corporeità eterica.

Ma tutto ciò che è animico è per così dire ripartito fra le diverse sfere dell’eterico.

 

• Quella che noi chiamiamo volontà si esprime etericamente in quello che abbiamo chiamato fuoco.

Chi sia anche solo poco ricettivo per certe intime correlazioni,

sentirà che vi è un certo diritto di dire che la volontà

(che si esprime fisicamente nel sangue) vive nell’elemento eterico del fuoco;

fisicamente essa si esprime nel sangue, nel movimento del sangue.

 

• Quello che noi chiamiamo sentimento

si esprime nella parte del corpo eterico che corrisponde all’etere della luce.

Perciò chi sia in grado di contemplare chiaroveggentemente l’eterico,

vedrà gli impulsi volitivi dell’uomo come fiamme guizzanti nel suo corpo eterico

e irraggianti nel suo astrale; e vedrà invece i suoi sentimenti come forme di luce.

 

• Quello che l’uomo sperimenta nell’anima come pensiero e che esprime in parole,

non è che un’ombra del pensiero vero (come il suono fisico non è che un’ombra del suono spirituale).

Le parole hanno il loro organo nell’etere del suono;

ma a base delle nostre parole stanno i pensieri, e le parole sono forme di espressione per i nostri pensieri.

Queste forme di espressione riempiono lo spazio eterico,

in quanto irradiano le loro vibrazioni attraverso l’etere del suono.

 

Ma il suono è l’ombra di quanto, mercé le parole, vibra nel pensiero.

Quella poi che è l’interiorità di tutti i nostri pensieri, quello che dà il senso ai nostri

pensieri, quanto al suo stato eterico appartiene all’etere della vita propriamente detto.

 

Senso dei pensieri – etere di vita

Pensare – etere del suono

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Sentimento – etere di luce

Volontà – etere di fuoco

 

aria     • acqua     • terra

 

• Di queste quattro forme di etere,

dopo l’influsso luciferico nell’epoca lemurica, vennero lasciate a disposizione dell’uomo solo le due inferiori:

•  l’etere del fuoco    •  e l’etere della luce.

 

I due eteri superiori vennero sottratti all’uomo.

Questo è l’intimo senso della narrazione biblica:

dopo che gli uomini per l’influsso luciferico ebbero acquistato il discernimento del bene e del male

(ciò che si esprime in immagine col gustare dell’«albero della conoscenza»)

venne vietato loro di gustare dell’«albero della vita» (Genesi 2,6-7; 3,1-4 e 3,22).

 

Vale a dire venne tolto loro l’arbitrio di compenetrare l’etere della vita,

ossia di sviluppare arbitrariamente il pensiero.

 

Perciò essi dovettero da allora in poi svilupparsi nel modo seguente:

in balìa di ogni uomo fu posto quello che corrisponde alla sua volontà;

l’uomo infatti può far valere la sua volontà come cosa sua personale;

e altrettanto vale per i suoi sentimenti.

 

Il sentimento e la volontà sono dati in balìa alla personalità del singolo uomo;

da qui proviene il carattere individuale del mondo del sentimento e del mondo della volontà.

Ma questo carattere individuale viene meno,

appena ascendiamo dalla sfera del sentimento a quella del pensiero;

viene meno anzi già nell’elemento che esprime il pensiero, ossia nelle parole sul piano fisico.

 

• Mentre ogni uomo ha i suoi sentimenti personali e la sua volontà personale,

non appena ascendiamo alla sfera della parola e alla sfera del pensiero, ecco che entriamo in un elemento universale.

• Nessuno di noi può crearsi pensieri suoi propri;

se i pensieri infatti fossero individuali quanto lo sono i sentimenti, gli uomini non potrebbero comprendersi fra loro.

 

Il pensiero espresso in parole ed il senso del pensiero

vennero dunque sottratti all’arbitrio umano e tenuti provvisoriamente in serbo nella sfera degli dèi,

per esser dati agli uomini solo più tardi.

• Perciò troveremo ovunque sulla Terra uomini dotati di sentimenti individuali e di individuali impulsi di volontà;

e troveremo invece presso ogni popolo un ugual linguaggio, mentre valgono per tutti gli uomini le leggi del pensiero.

 

Dove vi è un linguaggio comune, domina un comune spirito di popolo.

La sfera del linguaggio è sottratta all’arbitrio umano; vi agiscono temporaneamente gli dèi.

 

Quando dunque Zaratustra e i suoi discepoli accennavano al regno dello spirito, essi dicevano: dal cielo si riversa sulla Terra il calore, il fuoco; dal cielo si riversa la luce. Queste sono le vesti di Ahura Mazdao. Ma dietro a queste vesti si cela ciò che non è ancora disceso, ciò che è rimasto ancora nelle sfere spirituali, ciò che ha solo proiettato la sua ombra nei pensieri fisici e nelle parole fisiche degli uomini.

 

• Dietro al calore del Sole, dietro alla luce del Sole si cela ciò che vive nel suono, ciò che vive nel pensiero,

ciò che si rivelava soltanto a coloro che erano in grado di guardare oltre la sfera della luce.

• Dietro al calore del Sole e dietro alla luce del Sole si cela la parola celeste di cui la parola terrena è solo un riflesso;

si cela l’essenza spirituale di quelle parti della vita che vennero temporaneamente sottratte all’arbitrio umano.

 

Zaratustra perciò disse: guardate ad Ahura Mazdao,

e vedrete com’esso si manifesti nella veste fisica della luce e del calore.

Ma dietro a questa veste sta la divina parola creatrice che si sta avvicinando alla Terra.

Che cos’è il Visva Karman? che cos’è Ahura Mazdao? che cos’è il Cristo nella sua vera figura?

È la divina parola creatrice.

 

Incontriamo perciò nella dottrina di Zaratustra la singolare notizia

che Zaratustra venne iniziato a percepire, nella luce, il suo Ahura Mazdao,

nonché la divina parola creatrice, Honofer, che doveva discendere sulla Terra;

questa divina parola al battesimo nel Giordano

discese nel corpo eterico di un singolo uomo.

 

• Quella che era stata tenuta in serbo fin dall’epoca lemurica, la parola, la parola spirituale,

da eteree altezze discese, al battesimo nel Giordano, nel corpo eterico del Gesù natanico.

E compiuto il battesimo, che cosa era avvenuto? «La parola era divenuta carne».

 

Che cosa aveva sempre annunziato Zaratustra?

che cosa avevano sempre annunziato coloro che conoscevano i segreti della sua dottrina?

In quanto veggenti, essi annunziarono la parola che si cela dietro al calore e alla luce.

Essi cioè furono ministri, furono «servi della parola».

E l’autore del vangelo di Luca descrisse quello che i ministri della parola, che avevano veduto essi stessi,

avevano da annunziare (Luca 1,2).

 

Ecco dunque un nuovo esempio di come i Vangeli vadano presi alla lettera.

Ciò che, a causa dell’influsso luciferico, aveva dovuto per lungo tempo esser sottratto all’umanità,

ora era divenuto carne entro una personalità singola, era disceso sulla Terra per vivervi.

 

Quella somma entità è divenuta il modello di tutti coloro che a poco a poco giungeranno a comprenderne la natura.

La nostra saggezza terrena deve prender per modello i dodici bodisatva.

Essi hanno sempre la missione di annunziare il tredicesimo che sta in mezzo a loro.

 

A noi tocca ora concentrare tutte le forze della scienza dello spirito;

tocca usare la nostra saggezza, le nostre cognizioni, i risultati dell’indagine spirituale

per penetrare nell’essenza, per immergerci nella natura del Visva Karman, di Ahura Mazdao, del Cristo