Perchè l’apertura dei primi quattro suggelli ci dà un quadro talmente sconfortante?

O.O. 104 – L’Apocalisse – 24.06.1908


 

Perchè l’apertura dei primi quattro suggelli ci dà un quadro talmente sconfortante?

Perché da essi vengono fuori quegli uomini che vollero rimanere alle quattro civiltà preparatorie, nelle quali vi è l’antica forma di Lucifero che allontana gli uni dagli altri. Mediante l’apertura dei suggelli ci viene quindi mostrato come gli uomini abbiano la figura che si sono conquistata. Essi non hanno rilevato l’evento del Cristo Gesù, rinasceranno quindi nelle sembianze che potranno esser loro date senza l’influsso del principio del Cristo. Perciò appare di nuovo quello che indica la sola intelligenza, il solo intelletto: il cavallo compare quattro volte consecutive! Appare l’antica figura umana, quella che l’uomo ricevette per aver assunto la natura del cavallo. Questa figura appare all’apertura dei primi quattro suggelli.

 

⦁ Su che cosa viene invece richiamata la nostra attenzione nel momento dell’apertura del quinto suggello?

Su quelli che, nel periodo precedente, hanno imparato a comprendere l’evento del Cristo Gesù. Essi indossano bianchi abiti, restano inosservati, sono simbolicamente trucidati e sono coloro che vengono conservati per la spiritualizzazione del mondo. Il legame con il principio del Cristo Gesù è tale che porta gli uomini ad indossare quei bianchi abiti e ad apparire quando viene aperto il quinto suggello.

 

Vediamo come ci venga indicato chiaro e preciso che il momento dell’apparizione del Cristo Gesù è un’epoca importante per l’umanità, è quell’epoca che fa sì che dopo la guerra di tutti contro tutti riappaiano i quattro periodi di civiltà; allora chi è rimasto indietro sarà molestato dalla materialità che ha accompagnato l’evoluzione e alla quale si è legato; allora sarà molestato da tutti i mali e i tormenti della materialità indurita e divenuta più rozza.

 

Tutto quello che poi ci viene ulteriormente descritto per l’apertura dei suggelli,

null’altro rappresenta se non il penetrare nell’abisso.

 

Mentre per il quinto periodo ci vengono indicati soltanto brevemente coloro che sono scelti,

negli altri ci sono mostrati tutti quelli che rimangono nella materialità, che penetrano nell’abisso,

che assumono la figura che già avevano perché essi non hanno seguito,

perché non hanno accolto in loro la forza per trasformare quelle stesse figure.

 

Possiamo farcene un’immagine: pensiamo che oggi tutte le figure umane siano di gomma e che all’interno di tali corpi umani di gomma vi sia la forza animica che sia in grado di dar loro sembianza umana. Immaginiamo di estrarre da essi la forza animica: i corpi di gomma si raggrinzirebbero, gli uomini avrebbero una figura animalesca.

Nel momento in cui si estraesse l’anima dal corpo umano di gomma, l’uomo mostrerebbe una figura animalesca.

 

Quello che l’uomo si è conquistato è qualcosa che oggi egli manifesta attraverso la sua propria forza. Se si potesse osservare quello che prima egli aveva prodotto nel corpo astrale, si vedrebbe l’esistenza di tale somiglianza animalesca. Vi è realmente qualcosa di simile a una specie di forza interiore che dà all’uomo di gomma la sua figura odierna. Pensiamo di allontanare quella forza, pensiamo l’uomo non più fecondato dalla forza del Cristo, e allora l’uomo retrocede alla figura animalesca. Così avverrà a chi indietreggia.

 

Costoro formeranno poi un mondo che per così dire sarà al di sotto di quello di oggi,

un mondo abissale nel quale l’uomo assumerà di nuovo una figura animalesca.