Possa l’umanità apprendere, grazie agli ideali della scienza dello spirito, ad osservare con obiettività ciò che parla spiritualmente dallo spazio universale.

O.O. 136 – Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura – 14.04.1912


 

Sommario: Possa l’umanità apprendere, grazie agli ideali della scienza dello spirito, ad osservare con obiettività ciò che parla spiritualmente dallo spazio universale. L’ideale antroposofico sarà conseguito grazie a questa osservazione oggettiva dei fatti, meglio che predicando in modo sentimentale l’amore e la pace.

 

Io ritengo che, malgrado la imperfezione

con cui il nostro vasto tema ha potuto essere trattato,

pure dovrebbe essere risultato evidente alle anime degli ascoltatori

il fine che sempre ci proponiamo di raggiungere nell’ambito scientifico-spirituale:

che la trattazione di ogni tema ci porti a osservare lo spirituale, partendo da ciò che è sensibile.

 

Questo ci riesce particolarmente difficile quando si tratta dei corpi celesti che splendono nello spazio, quali impronte dei prodigi cosmici; nei corpi celesti si ha infatti una complicata collaborazione fra le entità delle diverse gerarchie.

 

Del resto, noi possiamo comprendere ciò che avviene anche nello spazio cosmico

solo se, dietro a ogni materia (anche alla materia-luce), troviamo lo spirito o gli spiriti.

E dietro a tutto il mondo spirituale  sta poi la vita divina universale, la sfera del Padre.

• Questa vita divina unitaria, che opera in ogni luogo e in ogni tempo,

prima di giungere ad esprimersi nel fisico si articola in numerosi mondi di gerarchie spirituali.

 

Noi però innalziamo lo sguardo a quei mondi

e vi scorgiamo quello che sta alla base dei prodigi del cielo e che opera fin giù nei regni della natura.

Anche in questi si mostrano infatti le gerarchie, o i loro discendenti.

 

Guardando in questo modo allo spazio celeste, se ne può ricavare anche un’impressione morale:

lasciando agire un poco su di noi

le poderose attività delle gerarchie nello spazio celeste,

noi veniamo allontanati dalle passioni, dalle brame,

dalle rappresentazioni suscitate dalla vita fisica terrestre.

 

Sono essenzialmente queste rappresentazioni, questi istinti, queste passioni suscitate dalla vita fisica terrestre

a spargere sull’evoluzione della Terra i germi di ciò che divide gli uomini in partiti e fazioni,

di ciò che fa diventare gli uomini partigiani o avversari delle diverse correnti.

 

• Si perviene a una certa libertà, in un senso morale superiore,

se almeno per qualche istante ci si innalza dall’osservazione del terrestre,

per sollevarsi fino ai mondi degli esseri spirituali operanti nell’universo.

• Ci liberiamo in questo modo da ciò che giuoca nei nostri istinti egoistici

che sono proprio la cagione di tutte le lotte e di tutte le meschinità  che imperversano sulla Terra.

• È perciò il mezzo più sicuro per realizzare gli alti ideali della vita antroposofica,

se ogni tanto innalziamo lo sguardo ai mondi degli astri e alle loro guide spirituali,  alle gerarchie.

 

Se, come abbiamo cercato di fare in questi giorni, lassù scopriamo le origini di certe correnti di civiltà e il significato degli spiriti ispiratori per le religioni e per le sagge guide dell’umanità, ci passerà la voglia di litigare sulla Terra, come avviene fra i seguaci dei diversi sistemi. Non ci attaccheremo più ai nomi, né alle professioni di fede dei diversi raggruppamenti umani.

L’ideale scientifico-spirituale di una considerazione tollerante e oggettiva di tutte le religioni e concezioni del mondo si potrà realizzare davvero, quando gli uomini cercheranno le loro conoscenze là dove si possono volgere gli sguardi di tutti gli uomini della Terra, e dove essi trovano conoscenze comuni a tutti, conoscenze che non dividono, ma uniscono: quando si vorrà procedere veramente fino al linguaggio celeste che esprime il significato dei grandi fondatori di religioni e ispiratori dell’umanità.

 

Gli uomini non si combatteranno più a vicenda,

quando avranno smesso di legare a un dato gruppo umano la missione

di questo o quel portatore di corrente religiosa o concezione del mondo,

ma quando ne ricercheranno le origini là fuori, nello spazio cosmico.

 

In questo senso, uno studio come quello che abbiamo condotto

può assumere anche un grande significato morale,

poiché invece di creare discordie e ostilità, contribuisce a portare armonia e pace.

Bisogna però imparare a leggere la possente scrittura

che si presenta nelle forme e nei moti dei corpi celesti,

a leggere che proprio quegli stessi spiriti, non spiriti diversi,

operano per ogni singolo uomo sulla Terra, e appartengono a tutti gli uomini.

 

Vien fatto di spiegare questa realtà con un’immagine fisica: fintanto che rimaniamo sulla Terra, un gruppo di uomini può dimorare a nord o a sud, in occidente o in oriente. Poi però guardiamo ai moti della Terra, osserviamo come essa rivolga per così dire il suo viso alle stelle, modificando la propria posizione, sia in periodi brevi, sia nel corso di milioni di anni: la sua metà meridionale sarà rivolta a nord e vi si potranno contemplare gli astri del settentrione: e viceversa l’emisfero settentrionale sarà allora rivolto verso sud e vi si vedranno le stelle australi.

Come nel corso dei tempi la Terra rivolge per così dire il suo viso a tutte le stelle che ci risplendono dallo spazio cosmico, così possa l’umanità apprendere, grazie agli ideali della scienza dello spirito, ad osservare con obiettività ciò che parla spiritualmente dallo spazio universale. L’ideale antroposofico sarà conseguito grazie a questa osservazione oggettiva dei fatti, meglio che predicando in modo sentimentale l’amore e la pace.

 

Conseguiremo in realtà l’armonia interiore, l’amore e la pace,

se dalle vicende terrestri che contano sulla divisione degli uomini in razze, in nazioni o in diverse religioni,

solleveremo lo sguardo ai mondi stellari, dove ci parlano spiriti che usano una medesima lingua per tutti i cuori umani,

e per tutti i tempi, anzi per tutte le eternità, purché li comprendiamo giustamente.

 

In questo senso, e poiché siamo giunti alla fine di questo ciclo di conferenze, non vorrei mancare di accennare anche all’effetto morale di qualunque considerazione scientifico-spirituale, quando ci si sforzi di conoscere i fatti dell’occultismo.

 

Imparando a conoscerli nel loro schietto significato occulto, essi finiscono per fluire nel nostro cuore,

affinché ciò che abbiamo imparato divenga in noi forza di vita, speranza nella vita, e soprattutto energia morale,

perché faccia realmente di noi  quello che potremmo chiamare un cittadino dei mondi celesti.

• Così ognuno, grazie alla sua vita spirituale, porterà il cielo entro le vicende terrestri,

promuovendo nel corso della civiltà progrediente ciò che possiamo chiamare armonia e pace, nel senso più alto.

 

Così si diventerà anche sempre maggiormente coscienti

che, tanto al punto di partenza,

quanto alla fine dell’evoluzione generale della civiltà,

si trova uno spirito unitario, uno Spirito della forma

che opera unitariamente per tramite degli uomini:

esso accoglie gli impulsi dei suoi fratelli, degli altri Spiriti della forma,

che gli rendono servizio, al fine di infondere un’azione unitaria in tutta l’umanità.

 

In tal modo una vera scienza dei cieli reca un elemento unitario in tutti gli uomini,

favorendo così la comprensione intellettuale e morale dell’umanità su tutta la Terra.

 

Noi non vogliamo dunque studiare solo fatti astratti o teorici,

ma ogni nostra considerazione deve diventare al tempo stesso in noi

una sorgente di forza, anzitutto di forze morali;

allora tutti i capitoli della scienza dello spirito, anche quelli apparentemente più astrusi,

ci serviranno a perseguire direttamente le mete e gli ideali di questa scienza.