Prima dell’inizio dell’epoca di Michele

O.O. 26 – Massime antroposofiche – Lettera del 31.08.1924


 

Oggi devono essere aggiunte alcune considerazioni che si riallacciano

alle idee esposte nella lettera dal titolo: All’inizio dell’epoca di Michele.

 

L’attuale epoca di Michele è sorta nell’evoluzione dell’umanità

• dopo il prevalere della formazione intellettuale del pensiero, da un lato,

• e dell’osservazione umana rivolta al mondo esteriore dei sensi, al mondo fisico, dall’altro lato.

 

La formazione del pensiero, per sua propria essenza, non è un’evoluzione verso il materialismo.

• Il mondo delle idee, che in epoche anteriori era vicino all’uomo come per ispirazione,

nell’epoca precedente quella di Michele divenne possesso dell’anima umana.

• Questa non ricevette più le idee « dall’alto », dal contenuto spirituale del cosmo,

ma le estrasse attivamente dalla spiritualità propria dell’uomo.

 

Soltanto con questo l’uomo divenne maturo per riflettere sulla propria entità spirituale.

• Prima di allora egli non penetrava fino a questa profondità del suo essere.

• In certo modo egli vedeva in sé la goccia che si è scissa dal mare della spiritualità cosmica durante la vita terrena

per poi, trascorsa questa, riunirsi nuovamente a quella.

 

La formazione del pensiero svolgentesi nell’uomo

costituisce un progresso nell’autoconoscenza umana.

 

Vista nel soprasensibile, la cosa si presenta così:

le potenze spirituali che si possono designare col nome di Michele amministravano le idee nel cosmo spirituale.

L’uomo sperimentava tali idee partecipando con la sua anima alla vita del mondo di Michele.

• Questa esperienza divenne quindi esperienza sua propria;

e così avvenne un distacco temporaneo dell’uomo dal mondo di Michele.

• Insieme ai pensieri ispirati dell’antichità, l’uomo riceveva anche i contenuti spirituali dell’universo.

• Col cessare di questa ispirazione, da quando l’uomo forma i pensieri per attività propria,

egli è rinviato alla percezione dei sensi per dare un contenuto ai suoi pensieri.

 

Inizialmente, quindi, l’uomo dovette riempire di contenuto materiale la propria conquistata spiritualità.

Egli cadde nel modo di vedere materialistico

appunto nell’epoca che portò il suo essere spirituale ad un gradino più alto dei precedenti.

È facile disconoscere tutto questo, considerare unicamente la caduta nel materialismo, e quindi affliggersene.

 

Ma mentre l’osservazione di quest’epoca doveva limitarsi al mondo fisico esteriore,

venne sviluppandosi nell’interno dell’anima, quale esperienza, una spiritualità umana purificata, esistente in se stessa.

Ora, nell’epoca di Michele, tale spiritualità non deve più rimanere un’esperienza incosciente,

deve diventare cosciente della propria natura.

Questo significa l’avvento dell’entità di Michele nell’anima umana.

 

• Per un certo tempo l’uomo ha riempito la propria spiritualità con la materialità della natura;

• ora deve riempirla di nuovo con la spiritualità che gli è propria primordialmente come contenuto cosmico.

La formazione del pensiero si smarrì per qualche tempo seguendo la materia del cosmo;

deve ritrovarsi nello spirito cosmico.

• Nel freddo e astratto mondo del pensiero può penetrare la realtà spirituale satura di essere.

Questo significa l’inizio dell’epoca di Michele.

 

Solo nel distacco dall’entità del pensiero universale poteva svilupparsi la coscienza della libertà nelle profondità dell’anima umana. Ciò che un tempo discendeva dall’alto, doveva venir ritrovato nel profondo. Per questo lo sviluppo della coscienza della libertà fu collegato inizialmente ad una conoscenza della natura, diretta soltanto al mondo esterno.

 

Mentre l’uomo, nell’intimo suo, educava inconsciamente il suo spirito alla purezza delle idee, i suoi sensi erano rivolti verso l’esterno solo alle cose materiali, che in nessun modo si intromettevano a disturbare ciò che si illuminava nell’anima, dapprima come delicato germe.

 

Ma nell’osservazione dell’elemento materiale esterno può tornare ad entrare, in nuova forma, l’esperienza della spiritualità, e con essa l’osservazione spirituale. Il patrimonio di conoscenze naturali acquistato sotto il segno del materialismo può venir afferrato dalla vita animica interiore in modo conforme allo spirito.

 

Michele, che parlò « dall’alto », può venir udito « dall’intima interiorità », dove prenderà la sua nuova dimora.

Parlando immaginativamente, possiamo dire:

l’elemento solare che per lunghe epoche l’uomo ricevette in sé soltanto dal cosmo,

risplenderà nell’interiorità dell’anima.

L’uomo imparerà a parlare di un « sole interiore ».

 

• Per questo, nella sua esistenza fra nascita e morte, egli non sentirà meno di essere un’entità terrena,

ma riconoscerà il proprio essere vivente sulla terra come guidato dal sole.

• Imparerà a sentire come verità che nel suo intimo vi è un’entità che lo pone in una luce

che risplende sì sull’esistenza terrena, ma che non viene accesa in essa.

 

All’inizio dell’epoca di Michele può ancora sembrare come se tutto questo sia ben lontano dall’umanità;

ma « nello spirito » è vicino; deve soltanto venir « veduto ».

Da questo fatto, che cioè le idee dell’uomo non restino soltanto « pensanti »,

ma che nel pensare diventino « veggenti », dipendono conseguenze incommensurabili.