Può l’uomo, in quanto essere che vuole, attribuirsi la libertà?

O.O. 4 – La Filosofia della Libertà – Prefazione


 

PREFAZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE DEL 1918

 

Questo libro è disposto in modo da esaminare

due problemi fondamentali della vita psichica umana.

 

• Il primo è se esista una possibilità di esaminare l’entità umana

in modo che tale esame si dimostri essere un sostegno

per tutto ciò che giunge all’uomo attraverso esperienza o scienza,

di cui egli ha però la sensazione che non possa sostenersi da sé

e possa venir spinto dal dubbio e dal giudizio critico nella sfera dell’incertezza.

 

• L’altro problema è se l’uomo, in quanto essere che vuole, si possa attribuire la libertà,

oppure se essa non sia una mera illusione che sorge in lui,

perché non vede le fila della necessità alle quali è legato il suo volere, come lo è ogni evento naturale.

 

Questo problema non deriva da una costruzione artificiosa di pensieri.

Esso si presenta del tutto naturalmente dinanzi all’anima in una determinata disposizione psichica.

Si può anzi sentire che, rispetto a quel che l’anima dovrebbe essere, una sua parte andrebbe perduta

se non si vedesse posta con la massima serietà possibile di fronte alle due possibilità: libertà o necessità del volere.

 

Questo libro dovrà mostrare che le esperienze dell’anima, che l’uomo può fare riguardo al secondo problema,

dipendono dall’impostazione che egli può dare al primo.

Verrà fatto il tentativo di indicare che vi è una concezione dell’entità umana

capace di sorreggere ogni altra conoscenza

e di indicare inoltre che con tale concezione si dà piena giustificazione all’idea della libertà del volere,

purché prima si trovi la sfera dell’anima sulla quale possa svilupparsi il libero volere.

 

La concezione della quale si parla qui per i due problemi ricordati è tale

che, una volta acquisita, può diventare una parte della stessa viva vita dell’anima.

Non verrà data una risposta teorica che, una volta acquisita,

si porti con sé come una convinzione conservata dalla memoria.

Per il modo di pensare che è alla base di questo libro, una simile risposta sarebbe solo apparente.

Non verrà data una risposta compiuta, finita, ma si indicherà un campo di esperienze dell’anima

nel quale, in ogni momento in cui lo si desideri, attraverso l’attività interiore dell’anima

il problema riceva di nuovo una risposta vivente.

 

A chi una volta abbia trovato il campo dell’anima in cui si sviluppano tali problemi,

il reale esame di quel campo gli offre appunto quel che gli necessita per quei due enigmi della vita,

affinché con quanto ha conquistato egli possa continuare ad esplorare l’ampiezza e le profondità

della vita misteriosa nelle quali lo spingono necessità e destino.

 

Sembra così indicata una conoscenza che mostra la sua giustificazione e il suo valore

grazie a una vita propria e all’affinità di tale vita con tutta la vita psichica umana.

 

Così pensavo in merito al contenuto di questo libro, quando lo scrissi venticinque anni fa. Anche oggi devo scrivere le stesse frasi, se voglio caratterizzarne i pensieri e gli scopi. Nella stesura di allora mi limitai a non dire nulla di più di quanto, nel senso più stretto, non fosse in relazione con i due problemi fondamentali indicati.

 

Se qualcuno dovesse meravigliarsi di non trovare ancora nel libro

alcun accenno al campo dell’esperienza spirituale che è stata esposta in miei scritti successivi,

deve pensare che allora io non volevo dare una descrizione di risultati dell’esperienza spirituale,

ma solo costruire la base sulla quale quei risultati potessero poggiare.

 

La filosofia della libertà non contiene alcuno di quegli speciali risultati,

così come non contiene alcuno speciale risultato scientifico;

chi però aspira alla certezza di quelle conoscenze, a mio parere non potrà fare a meno di ciò che contiene il libro.

 

• Quel che in esso viene detto può venir accettato

anche da chi, per ragioni valide per lui, non vuole aver nulla a che fare

con i risultati della mia indagine scientifico-spirituale.

• Per chi invece li consideri come qualcosa verso cui egli tende,

potrà anche essere importante quel che qui si è cercato, e cioè il mostrare come uno studio spassionato,

esteso solo ai due indicati problemi fondamentali di ogni conoscere,

conduca alla concezione che l’uomo vive inserito in un reale mondo spirituale.

 

In questo libro si tende a giustificare una conoscenza della sfera spirituale

prima di entrare nell’esperienza spirituale.

Tale giustificazione viene però ricercata in modo che nell’esposizione non sia mai necessario

richiamarsi alle esperienze da me descritte in seguito per trovare accettabile quanto vien qui detto,

sempre che si voglia o si possa approfondire questo modo di esporre.

 

Questo libro mi pare quindi che da un lato occupi un posto del tutto a parte rispetto ai miei scritti di vera e propria scienza dello spirito, mentre dall’altra vi sia anche strettamente legato. Tutto questo mi ha spinto ora, dopo venticinque anni, a ripubblicare il contenuto del libro in sostanza quasi del tutto invariato. Ho solo fatto delle aggiunte abbastanza lunghe a molti capitoli.

Le esperienze che ho fatto per male intese interpretazioni di quel che avevo detto, mi fecero apparire necessarie tali esaurienti aggiunte. Ho solo modificato là dove oggi mi appare mal detto quel che avevo inteso dire un quarto di secolo fa. (Soltanto chi sia malevolmente disposto sarà spinto a dire, da quel che ho così modificato, che io abbia cambiato le mie convinzioni fondamentali).

 

Il libro è già esaurito da molti anni. Sebbene mi sembri da quel che ho appena detto che ancora oggi debba venir espresso in modo uguale ciò che dissi venticinque anni fa in merito ai problemi caratterizzati, ho ritardato a lungo la preparazione di questa nuova edizione.

Mi chiedevo sempre se in questo o quel punto non avrei dovuto confrontarmi con le numerose concezioni filosofiche venute alla luce da quando apparve la prima edizione del libro. Dal farlo in un modo per me desiderabile venni impedito dai recenti impegni derivanti dalle mie indagini di scienza dello spirito.

 

Dopo un esame quanto più possibile profondo del lavoro filosofico contemporaneo, mi sono però convinto che, per quanto tale confronto sia in sé affascinante, esso non debba venir inserito nel mio libro per quel che il libro stesso deve dire.

Riguardo agli argomenti prospettati nella Filosofia della libertà, ciò che mi parve necessario dire in merito ai moderni indirizzi filosofici si trova nel secondo volume dei miei Enigmi della filosofia.