09 – Quarta triade: etere di calore – elemento del fuoco – calore fisico


 

Le considerazioni sulla triade del calore sono state inizialmente tralasciate benché il calore si trovi già all’inizio dell’evoluzione. È stata una scelta dovuta alle difficoltà di differenziare questa triade. Secondo l’indagine scientifico-spirituale il calore è apparso sull’antico Saturno, la prima condizione planetaria della nostra evoluzione, quindi prima ancora che si formasse lo spazio. Tutto quanto è in relazione col calore esiste inizialmente in un contesto non-spaziale.

La fisica odierna non conosce l’elemento del fuoco e l’etere di calore; non ritiene il calore una condizione a se stante. Considera le manifestazioni del calore solo come forza fisica e concepisce questa energia come conseguenza del movimento delle più piccole particelle materiali. Essa spiega il calore come movimento di molecole nei tre stati di aggregazione della sostanza, movimento che è spaziale e quindi estensivo (movimento molecolare di Braun). Non ha alcun concetto di movimento temporale non-spaziale.

 

Ma le conoscenze d’ogni tempo riguardo agli elementi, conoscenze confermate dalla moderna scienza dello spirito, parlano di calore come di un elemento a se stante nel mondo. Questa conoscenza è fondamentale. Senza di essa non si possono conoscere nella loro realtà l’evoluzione, la natura e l’uomo.

Secondo l’indagine di Rudolf Steiner il calore è una essenzialità a se stante rintracciabile fin dai primordi dell’evoluzione: «Calore è movimento, è movimento da concepire però in modo intensivo. Ovunque nello spazio si trovi del calore, si ha la tendenza a generare un’esistenza materiale e a dissolverla».

Il calore è all’inizio movimento intensivo, puramente temporale, non-spaziale (in contrapposizione al movimento estensivo che presuppone lo spazio).

 

Con la formazione del calore sull’antico Saturno comparve anche il tempo.

Si deve fare distinzione tra calore (fuoco) e calore (elemento del fuoco).

Il fuoco, come fenomeno nella natura a tutti conosciuto, è già la congiunzione di forza e elemento.

L’elemento fuoco è un’idea, un’essenzialità che può manifestarsi nei modi più diversi

(come l’elemento dell’acqua in tutta la fluidità).

 

L’elemento del fuoco può manifestarsi nella combustione di carbone, legna, gas ecc., in un incendio, in una fiamma di candela, in un filamento incandescente, ma anche nella formazione del seme nella pianta. Ci si deve formare una rappresentazione molto ampia dell’elemento del fuoco.

Per l’individuazione dei fenomeni relativi all’etere di calore si può seguire lo stesso corso di pensieri già adottato con gli altri eteri, cercando cioè di scorgere le proprietà opposte all’elemento del fuoco.

 

Una prima caratteristica del fuoco è che esso brucia.

L’etere di calore non brucia, né si manifesta in fenomeni di calore.

Un fuoco acceso brucia il materiale combustibile, lo consuma, lo dissipa.

L’etere di calore fa l’opposto: genera, produce, fa emergere.

Il fuoco non soltanto consuma le sostanze ma le trasforma in luce e calore.

Non c’è fuoco senza calore!

 

In verità si dovrebbe dire: quando agisce l’elemento del fuoco appare il calore

(come attraverso l’elemento dell’acqua compare la condizione fluida).

Il calore generato dal fuoco è calore fisico con le sue proprietà fisiche.

 

Abbiamo dunque:

• etere di calore     • calore elementare o elemento del fuoco     • calore fisico

 

Tutti e tre sono inseparabili e indistinguibili.

È così perché per poter distinguere sono necessari etere di luce e spazio.

Il fluire dell’acqua, le vibrazioni sonore sono per contro movimenti estensivi nello spazio.

È ormai consueto e giustificato designare «calore» l’elemento del fuoco, l’etere di calore e il calore fisico uniti.

 

La proprietà caratteristica del calore fisico è la sua fuggevolezza.

Non lo si può trattenere, tanto poco quanto il tempo. In questa sua caratteristica esso si contrappone all’etere di calore.

L’etere di calore genera, crea, fa sorgere. Il fuoco fisico passa e si estingue.

Sorgere ed estinguersi sono le due grandi polarità.

 

Ora possiamo caratterizzare meglio anche l’elemento del fuoco:

è quanto ha esistenza tra il sorgere e l’estinguersi;

è ciò che diventa, è ed era calore, tutto in un solo istante e ad ogni istante.

 

Questa triade ha un’evidente affinità col tempo:

l’etere di calore col futuro,    il calore fisico col passato,   l’elemento del fuoco col presente.

Tutti e tre insieme portano a manifestazione il tempo.

 

In tal modo il tempo stesso fa parte del mondo delle manifestazioni.

Qui esso appare attraverso movimenti estensivi, attraverso cambiamento e successione.

Dall’indagine spirituale risulta che il tempo nacque al primo gradino dell’evoluzione, sull’antico Saturno,

che consisteva di solo calore.

Siccome allora non esisteva ancora lo spazio, il tempo era contemporaneamente

passato, presente e futuro, era eternità.

 

Il corso del tempo iniziò invece al secondo gradino evolutivo, sull’antico Sole,

dove per mezzo dell’etere di luce nacque lo spazio.

Essenzialmente però il tempo è anteriore allo spazio.

 

Le teorie scientifiche sulle origini del mondo pongono anch’esse all’inizio una condizione di calore. Ma la scienza ha dei concetti confusi per quanto riguarda il tempo e lo spazio e in quale rapporto essi stiano con l’evoluzione.

C’è da chiedersi ora, come agisce il calore in campo organico.

L’etere di calore genera, forgia, è l’elemento del futuro negli organismi. Un detto dice: «Il tempo porta rose, ma prima ancora i boccioli». Che il fiore del ciliegio possa diventare una ciliegia matura dipende dall’azione dell’etere di calore. Nella scienza si conosce il concetto di ciclo organico; a suo fondamento c’è in verità l’etere di calore. Quando l’etere di calore cessa di agire l’essere vivente non ha più futuro, il suo tempo è terminato, muore.

 

In contrapposizione a questo un seme germinabile può essere concepito come una viva sostanza di calore in condizione durevole che al momento della germinazione è spinta in un nuovo sviluppo vitale dall’etere di calore.

Un seme, come condizione di calore minerale-vivente, può preservare la sua capacità germinativa anche per tremila anni.

Negli embrioni refrigerati si ha a che fare con un intervento artificiale sulla natura calorica dell’embrione stesso, il cui sviluppo vitale viene in questo modo sospeso. In altre parole è tolta all’etere di calore la possibilità di agire.

 

VISIONE D’INSIEME DEI FENOMENI TRATTATI

Le considerazioni fenomenologiche svolte costituiscono un primo approccio all’essenzialità degli elementi, degli eteri e delle forze fisiche. La progressiva successione delle triadi segue lo svolgimento consecutivo degli stadi evolutivi.

 

In ogni nuovo stadio è ancora presente la condizione precedente, alla quale si aggiunge quella di più recente formazione.

Al primo stadio ad esempio si ha fuoco, etere di calore e calore fisico;

al secondo stadio, fuoco, etere di calore, calore fisico, luce, aria, forza di densità;

al terzo stadio, fuoco, etere di calore, calore fisico, luce, aria, forza di densità,

a cui si aggiungono etere del suono, acqua, forza di legame;

al quarto stadio infine, quello della nostra terra attuale,

sono rintracciabili quattro eteri, quattro elementi e quattro forze fisiche.

 

Ad ogni stadio si allarga lo spettro delle manifestazioni;

così all’inizio abbiamo il tempoa cui si aggiunge lo spazio,

poi il movimento spaziale  e quindi la forma.

 

La nostra condizione terrestre comprende dunque

i 4 eteri, le 4 forze fisiche e le 4 condizioni elementari.

In questo contesto è giustificato parlare del calore come forza poiché unisce in sé etere di calore e calore fisico.

Negli schemi seguenti sono stati raggruppati i fenomeni descritti (fig. 5 e fig. 6).

 

 

 

 

Ci sono dunque quattro forze fisiche:

calore estinguentesi   tenebra addensante

forza aggregatrice e di coesività   forza di scissione atomizzante

 

Come poi si rapportino con queste l’elettricità, il magnetismo e la forza nucleare, che sono forze sub-fisiche, sarà detto in un prossimo capitolo sulle forze subnaturali.

Essendoci solo quattro eteri, così ci sono solo le quattro forze fisiche elencate sopra, che rappresentano la controparte polare delle forze eteriche. La consapevolezza delle quattro forze fisiche non è comune.

La scienza conosce e usa queste forze nella meccanica e nella tecnica, ma ha delle rappresentazioni abbastanza chiare solo dell’energia calorica e della forza di gravità. Essa impiega le altre forze in varianti e in unione con le forze subnaturali.

La formulazione data sopra delle forze fisiche è sconosciuta alla scienza attuale.