Rapporti fra uomo e sistema planetario

O.O. 230 – L’Uomo sintesi armonica – 20.10.23


 

Dopo aver visto ieri il rapporto degli animali che chiamerei delle altezze, rappresentati dall’aquila, con quelli del centro, rappresentati dal leone, e con quelli delle profondità terrestri, rappresentati dai bovini, dalla mucca, possiamo esaminare oggi il rapporto dell’uomo con il cosmo nella prospettiva dell’interiore relazione dell’uomo, sotto l’aspetto della forma, con quei rappresentanti del mondo animale.

Cominciamo a osservare le regioni delle quali ieri abbiamo detto che sono quelle da cui l’animale trae le sue forze particolari, in modo da realizzare tutta l’organizzazione della testa: vedremo che l’animale è debitore di ciò che è all’atmosfera tralucente di sole.

 

L’animale deve proprio la caratteristica principale della sua esistenza all’atmosfera permeata di sole.

Già ieri avevo detto che da qui deriva l’aspetto caratteristico del piumaggio.

In un certo senso l’animale ha il suo essere nell’esteriorità.

 

L’azione del mondo esterno su di lui si incorpora nel suo piumaggio. E se ciò che si forma dalla tralucente aria solare non viene portato dall’esterno all’essere, come nel caso dell’aquila, ma sollecita l’interiorità, come nel caso del sistema nervoso umano, allora come ho detto si formano i pensieri e in particolare quelli momentanei, quelli dell’immediato presente.

Se ora innalziamo lo sguardo, direi carico di tutto ciò che risulta dalle osservazioni fatte, veniamo indirizzati all’atmosfera in quiete e alla luce solare che vi fluisce. In tal caso non possiamo considerare il Sole a sé stante.

Il Sole riceve infatti la sua forza perché è in relazione con le diverse zone dell’universo.

 

Tale relazione si esprime nelle nostre conoscenze, quando riferiamo l’azione solare allo zodiaco;

• per la Terra ha un significato diverso se la luce solare cade sulla Terra

dalla costellazione del Leone, della Bilancia o dello Scorpione.

• Inoltre la luce solare assume per la Terra un significato differente

a seconda che venga rafforzata o indebolita dagli altri pianeti.

• Vi sono svariati rapporti con quei pianeti,

rapporti con i pianeti cosiddetti esterni: Marte, Giove, Saturno,

e altri con i cosiddetti pianeti interni: Mercurio, Venere e Luna.

 

Se ora osserviamo l’organizzazione dell’aquila, dobbiamo soprattutto vedere come si modifichino le forze solari, se cioè vengono rafforzate o indebolite dalla cooperazione del Sole con Saturno, Giove, Marte. Non per nulla la leggenda parla dell’aquila come dell’uccello di Giove, dove Giove rappresenta i pianeti esterni.

Facendo un disegno schematico di ciò che stiamo trattando, dobbiamo disegnare la sfera che nello spazio cosmico è di Saturno, quella di Giove e quella di Marte.

Abbiamo le sfere di Saturno, Giove e Marte (v. disegno), e poi il passaggio alla sfera del Sole; otteniamo per così dire alla periferia del nostro sistema planetario una cooperazione fra Sole, Marte, Giove, Saturno.

 

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Se, vedendo un’aquila che gira nell’aria, diciamo che le forze che dal Sole fluttuano nell’aria, composte dalla cooperazione del Sole con Marte, Giove e Saturno, sono le forze che vivono in tutta la figura, in tutto l’essere dell’aquila, allora asseriamo veramente una realtà. Esse vivono però anche nella formazione del capo umano. Se, in relazione alla sua vera esistenza, poniamo l’uomo nel cosmo (sulla Terra infatti egli ci si presenta soltanto per così dire come in miniatura) allora per quanto riguarda il suo capo dobbiamo porlo nella sfera dell’aquila.

 

Per la sua testa dobbiamo immaginare l’uomo inserito nella sfera dell’aquila;

ci si presenta così ciò che nell’uomo è legato alle forze che tendono verso l’alto.

 

Il leone è il rappresentante degli animali che, nel senso più vero, sono solari; in loro il Sole manifesta per così dire la sua forza. Il leone prospera nel modo migliore quando gli astri esterni e quelli interni formano costellazioni tali da esercitare il minimo influsso sul Sole stesso. Allora sorge quella particolare condizione, di cui ho parlato ieri, nella quale le forze del Sole stesso, che compenetrano l’aria, stimolano nel leone il sistema respiratorio in modo che appunto il sistema del respiro risulti nel suo ritmo in perfetto equilibrio con il ritmo della circolazione sanguigna; non secondo il numero, ma secondo la dinamica.

 

Nel caso del leone si ha un meraviglioso equilibrio. Il leone contrappone il ritardo del respiro alla circolazione del sangue, e questa stimola continuamente la corrente del respiro. Ho già detto che lo si può osservare nella formazione della bocca del leone, se si fa attenzione alla forma.

Questo meraviglioso rapporto fra ritmo del sangue e ritmo del respiro si manifesta già nella forma. Lo si può riconoscere dal particolare sguardo del leone poggiante in sé e nello stesso tempo rivolto coraggiosamente verso l’esterno. Ciò che qui nel leone vive nello sguardo, vive d’altro lato nell’organizzazione del torace e del cuore, nell’organizzazione ritmica dell’uomo, connessa con gli altri elementi della natura umana, con l’organizzazione del capo e con quella del ricambio.

 

Considerando l’effettiva azione solare, in relazione a essa dobbiamo disegnare l’uomo

in modo da porre il cuore e i polmoni nella regione di attività del Sole;

abbiamo così in questa zona la natura leonina dell’uomo.

 

Passando ai pianeti interni, a quelli vicini alla Terra, ci si presenta in primo luogo la sfera di Mercurio, connessa in modo particolare con le parti più fini del sistema del ricambio, dell’organismo del ricambio dell’uomo, dove gli alimenti vengono trasformati nella sostanza linfoide, dove poi vengono trasferiti nella circolazione del sangue.

Se poi proseguiamo, arriviamo nella regione dell’azione di Venere, arriviamo alle parti un po’ più grossolane del sistema del ricambio, arriviamo a ciò che nell’organismo umano, a partire dallo stomaco, elabora anzitutto i cibi che abbiamo ingerito. Perveniamo poi alla sfera della Luna. Schizzo questa sequela nel modo seguito oggi in astronomia; potrei tracciarla anche in modo diverso. Perveniamo dunque nella sfera della Luna, nella regione in cui si ha un’azione sull’uomo nei processi del ricambio collegati con la Luna.

 

Abbiamo così inserito l’uomo in tutto il cosmo. Dalle azioni cosmiche che il Sole svolge con Mercurio, Venere e Luna, arriviamo nella zona dove sono le forze che vengono assorbite dagli animali rappresentati dalla mucca, nel senso trattato ieri. Abbiamo qui ciò che il Sole è in grado di fare non da sé, ma quando le sue forze sono condotte alla Terra attraverso i pianeti che le sono vicini. Esse agiscono non soltanto attraverso l’aria, ma compenetrano in modo diverso la superficie terrestre dalle profondità della Terra. Ciò che agisce dalle profondità della Terra è parte della regione che vediamo incarnata esteriormente appunto nell’organizzazione della mucca.

 

La mucca è l’animale della digestione, e nello stesso tempo è l’animale la cui digestione è l’immagine terrestre di elementi realmente sopraterrestri, essendo compenetrata di una astralità che rispecchia in modo chiaro e meraviglioso tutto il cosmo. Come ho già detto ieri, nell’organismo astrale della mucca vi è tutto un mondo, ma tutto è sotto l’influsso del peso, in modo che la gravità della Terra possa agire e manifestarsi. Basti pensare che per la mucca è necessario ingerire quotidianamente una quantità di cibo pari a circa un ottavo del suo peso, mentre all’uomo basta un quarantesimo del suo peso, senza subire danni alla salute.

La mucca ha dunque bisogno di peso terrestre per soddisfare pienamente la sua organizzazione, basata sul fatto che le sostanze hanno del peso; la mucca ogni giorno ha il ricambio di un ottavo del suo peso. Ciò la lega con le sue sostanze alla Terra, mentre attraverso la sua astralità essa è contemporaneamente un’immagine delle altezze, del cosmo.

 

Per il seguace della religione indiana la mucca è oggetto di tanta venerazione perché, come ho detto ieri, egli può vedere come la mucca viva qui sulla Terra e come per questo manifesti nel peso della materia fisica qualcosa che possiamo indicare come sopraterrestre, sempre nel senso del seguace della religione indiana.

La natura umana ha infatti la sua organizzazione normale quando è in grado di armonizzare, di far veramente confluirete tre azioni cosmiche divenute unilaterali nell’aquila, nel leone e nella mucca o nel toro.

 

Secondo il divenire complessivo del mondo viviamo in un’epoca in cui per la sua evoluzione, se posso esprimermi così, sorge un certo pericolo, che cioè le azioni unilaterali si manifestino in effetti nell’uomo in modo unilaterale.

Dai secoli quattordicesimo e quindicesimo, e fino ai nostri giorni, le cose nell’evoluzione terrestre dell’umanità si sono andate sviluppando in modo che le azioni dell’aquila vogliono servirsi del capo umano in modo unilaterale, le azioni del leone del ritmo umano e quelle della mucca del ricambio umano, penetrando in modo unilaterale in tutto l’agire umano sulla Terra.

 

La caratteristica del nostro tempo è che l’uomo viene tripartito dalle potenze cosmiche,

e che sempre una di loro ha la tendenza a sopraffare le altre due.

 

L’aquila ha la tendenza a svalutare leone e mucca, e in modo analogo ciascun elemento tende ad abbassare il valore degli altri due. Elementi molto seducenti agiscono in realtà di continuo proprio nell’epoca attuale sul subconscio umano, seducenti perché sotto un certo aspetto sono anche belli. Non li percepiamo nel nostro psichismo superiore, ma per il nostro subconscio una triade di richiami ondeggia e risuona per il mondo, richiami che vogliono sedurci. Vorrei dire che è un mistero del nostro tempo sentir risuonare dalla regione dell’aquila ciò che la rende propriamente tale, che le dà il suo piumaggio, che le aleggia astralmente intorno.

 

Per il subconscio umano diventa udibile l’essere stesso dell’aquila. Il richiamo seducente è il seguente:

Impara a conoscere il mio essere!

Io ti do la forza per creare un cosmo nel tuo capo.

Così parla l’aquila, col richiamo dall’alto che oggi vuole portare gli uomini all’unilateralità.

 

Esiste inoltre un secondo richiamo seducente: è quello proveniente dalla regione mediana, dove le forze del cosmo formano la natura leonina, dove le forze del cosmo determinano, dal confluire di Sole ed aria, l’equilibrio di ritmi, respiro e circolazione sanguigna presenti nella costituzione della natura leonina. Ciò che fa fremere l’aria, vorrei dire nel senso del leone, ciò che vuole rendere unilaterale il sistema ritmico proprio dell’uomo, parla oggi al subconscio in modo seducente dicendo:

Impara a conoscere il mio essere!

Io ti do la forza per rendere corporeo il cosmo, nel chiarore dell’atmosfera.

Così parla il leone.

 

Queste voci, che parlano al subconscio dell’uomo, agiscono più di quanto non si creda; diverse organizzazioni umane sono in terra strutturate per accogliere queste azioni. Per esempio, la gente dell’occidente è organizzata in modo da essere sedotta e attirata dalla voce dell’aquila. In particolare la civiltà americana risulta esposta alla seduzione di quel che dice l’aquila, data la particolare organizzazione della sua umanità.

 

Il centro europeo, che ha in sé molto della civiltà antica, e molto di ciò che per esempio spinse Goethe a fare il viaggio in Italia per rendere libera la sua vita, è molto esposto a quel che dice il leone.

La civiltà orientale è anzitutto esposta a quel che dice la mucca. Il richiamo di ciò che vive nella pesantezza della mucca risuona, si è tentati di dire, come un rumoreggiare, un muggito proveniente dalle profondità della Terra, in modo analogo al risuonare degli altri due animali quali rappresentanti del cosmo. Le cose stanno veramente come le ho descritte ieri: si vede cioè la mandria che giace appagata nel suo modo caratteristico, come offrendosi alla pesantezza terrestre, in una forma che esprime il soggiacere alla gravità terrestre, alla necessità di dover rinnovare tutti i giorni, per il proprio appesantimento, un ottavo del proprio peso corporeo.

Si aggiunge inoltre il fatto che le profondità della Terra, che sotto l’influsso di Sole, Mercurio, Venere e Luna determinano tutte queste cose nell’organizzazione della nutrizione della mucca, fanno risuonare con una rumoreggiante forza demonica attraverso la mandria le parole:

Impara a conoscere il mio essere!

Io ti do la forza per strappare al cosmo bilancia, metro e numero.

Così parla la mucca. A questo richiamo risulta particolarmente esposto l’Oriente.