Rapporti più profondi tra Lucifero e Arimane.

O.O. 203 – La responsabilità dell’uomo – Vol. II – 13.03.1921


 

Dall’insieme delle nostre esposizioni antroposofiche e dal loro senso generale, potete già dedurre che si tratta di comprendere come diverse entità spirituali s’inseriscano nei differenti ambiti dell’esistenza, li dirigano, li fortifichino, etc. È necessario che attualmente, l’umanità si compenetri della nozione che i diversi ambiti dell’esistenza sono governati, orientati, da delle entità spirituali concrete. Si ama parlare, in un modo troppo generico, del “divino” che compenetra tutte le cose, ma con tali parole, non si perviene ad una comprensione del mondo che fornisca degli elementi, delle regole per una vita attiva. Certo, è giusto dire che tutto ciò che si percepisce dello spirituale finisce per tendere ad un’unità! Tuttavia, quando si vuole abbracciare prematuramente l’unità del “divino”, allora le vere intuizioni che si potrebbero avere sull’evoluzione del mondo s’annebbiano e si cancellano! Rinunciamo dunque a parlare del divino, in un modo troppo generico e troppo astratto e apprendiamo a conoscere le entità spirituali concrete che governano la Natura, la Storia, etc.

 

È ciò che abbiamo sempre fatto qui, nel corso degli anni, ed è da questo punto di vista che vorrei segnalarvi oggi qualche fondamento molto importante della costituzione del mondo.

Ieri l’altro, (V conferenza), ho attirato la vostra attenzione sul fatto che certe entità s’affrontano e si combattono, per così dire, in vista dell’edificazione e della vivificazione dell’Uomo. Ci siamo ricordati della verità, già di vecchia data per noi, dell’esistenza di un antagonismo tra le forze luciferiche e le forze arimaniche. Le abbiamo evocate nuovamente, da un certo punto di vista. Oggi, riconsidereremo questa questione assumendola da tutt’altra prospettiva.

 

Il tratto più caratteristico della recente civiltà, che s’oscura in delle catastrofi così terribili, dando segni indubitabili di decadenza, è l’estensione del pensiero razionale, intellettuale, a tutta l’umanità. È necessario rendersi conto di quella che fu la costituzione psichica degli uomini nell’Europa civilizzata, sette o otto secoli or sono. Ciò che oggi, dà generalmente il tono, ciò che compenetra tutta la vita psichica degli uomini, e che continuerà a compenetrarla almeno parzialmente, è il pensiero intellettuale. Ma è necessario, forse, collegare a questo concetto psicologico qualcosa di materiale, più facile da comprendere esteriormente. È sempre un bene, anche dal punto di vista dello spirito, che si comprenda e ci si compenetri nell’esistenza materiale.

 

Ciò che nel nostro organismo, costituisce la base del pensiero, si fonda su processi puramente minerali svolgentesi in questo stesso organismo. I processi che sono in noi puramente umani, e quelli che abbiamo in comune con animali e piante, sono legati indirettamente – non direttamente – con il nostro accesso recente al pensiero razionale. Questa è la condizione; ciò che abbiamo in noi di puramente minerale.

 

Fra gli ambiti della natura che occupano lo spazio attorno a noi e che si prolungano ugualmente in noi, il primo che attira la nostra attenzione è quello dei fenomeni calorici, vale a dire dell’etere del calore. Portiamo in noi le azioni di questo etere di calore; lo abbiamo nel nostro sangue.

L’attività del nostro sangue consiste essenzialmente in questo: nell’essere il substrato dei nostri processi di calore, ciò che riscalda tutto il nostro organismo. Ora, il pensiero razionale non poggia su questi fenomeni di calore.

 

Quando leviamo gli occhi al cosmo, possiamo dire: questi processi calorici si prolungano nel nostro corpo, ma, così come sono nel cosmo – quando lo si studia da un certo punto di vista e specificatamente nello stato antico di Saturno che consisteva unicamente in un processo calorico – sono completamente estranei all’apparizione, in noi, del pensiero razionale.

 

Quest’ultimo non si ricollega al fatto che respiriamo aria e che l’elaboriamo nel nostro organismo. Nell’ambito della vita, vi sono dei processi che si prolungano in noi attraverso la respirazione, ma tutto ciò non ha alcun rapporto con il pensiero razionale.

 

Il terzo ambito è quello dell’acqua, dei liquidi. I processi acquei o liquidi del cosmo si prolungano anch’essi nel nostro metabolismo, fin tanto che il loro svolgimento sia su di una base liquida. Esteriormente, nella natura, vediamo circolare i liquidi, e anche in noi stessi, ma tutto si realizza senza che vi sia nulla di questo che riguardi il nostro pensiero razionale.

 

Tutto ciò che si dispiega in tal senso nel nostro essere, non ha niente a che fare con la nostra capacità razionale, ma, quando vediamo nella natura esteriore, l’acqua solidificarsi in ghiaccio, certe sostanze minerali deporsi sotto la forma di sedimenti, o le rocce apparire, l’aggregarsi delle strutture cristalline, – in breve, se consideriamo esterno a noi, nel cosmo, il processo del minerale, del solido e quanto gli corrisponde all’interno del nostro corpo – allora comprenderemo che tutti questi processi minerali hanno qualcosa a che fare con ciò che, nell’organismo, culmina in ultimo nel nostro pensiero razionale.

 

Siamo, in quanto uomini, integrati in tutti i diversi regni del cosmo, ma se non avessimo che i primi tre – calore, aria, acqua – il regno minerale non avrebbe nessuna propensione a condizionarci con le sue forze di cristallizzazione e di salificazione – allora, non saremmo degli esseri pensanti, nel senso in cui lo s’intende attualmente e a partire dal quindicesimo secolo.

 

Questo, perché si tratta di un fatto del tutto reale che dal quindicesimo secolo, l’azione delle forze minerali dell’organismo umano è divenuta predominante: è questa che detta tutto, che dà il tono. Precedentemente erano altre forze quelle interessate, quelle dell’acqua, dell’aria, etc., ma il pensiero razionale non era ancora divenuto la facoltà dominante.

 

Ora, in tutti i regni che ci circondano – facendo astrazione per il momento, degli eteri superiori di cui non abbiamo parlato – in tutto questo, agiscono delle entità spirituali, divine. Questi regni non consistono solamente in delle forze universali e in sostanzialità materiali: essi sono compenetrati da entità spirituali. Facciamo un disegno schematico, per spiegare meglio questo aspetto importante del nostro rapporto con il mondo.

 

 

Qui, schematizzo il regno del minerale terrestre (nero) e poi, qui, il regno acqueo (rosso),

in seguito, qui, il regno aereo (blu); e in fine, il regno dell’etere del calore (violetto).

 

Ciò che presso tutte le entità dell’antichità pagana, ma soprattutto ciò che nel giudaismo antico, era ritenuto fosse sotto la condotta di Jahvé (Jehova) – tutto ciò che gli iniziati ebrei hanno considerato come dipendente da Jahvé – essenzialmente, s’esercitava nel governo dei regni del calore, dell’aria e dell’acqua. La loro potenza non si estendeva per nulla sul regno minerale, solido.

 

È necessario che voi vi rendiate conto che, quando gli antichi testi ebraici parlavano del divino, non parlavano del regno di Jahvé che per ciò che concerne l’etere del calore, l’entità aerea e l’entità acquea. La narrazione della Creazione vi fa nettamente allusione ed è una verità fondamentale, una profonda verità iniziatica dei tempi precristiani.

 

È sufficiente interpretare con giustezza le parole della Bibbia. Vi si indica chiaramente che Jahvé si reca in qualche modo sulla terra, formandovi l’uomo dalla “polvere terrestre”.

Prende ciò che è più estraneo al proprio dominio, la polvere terrestre, per conformare l’uomo esteriore. Come vi ho già detto, era una antica verità iniziatica nell’Ebraismo: Jahvé non ha formato l’uomo esteriore a partire dagli elementi relativi al suo ambito, ma è venuto sulla terra e ha conformato l’insieme umano a partire da una “polvere terrestre” a lui estranea. Non si tratta del suo ambito.

 

In seguito, ha insufflato a questo insieme ciò che proveniva da Lui: l’anima animale, la Nephesch. Quest’anima derivava dai tre regni jahvici: il fuoco, l’aria, l’acqua. È necessario dire che gli esegeti superficiali della Bibbia non comprendono una parola di ciò che vi si trova scritto. Quello che Jahvé dona di se stesso all’uomo proveniva da questi tre regni di cui egli era Signore. La Bibbia ne parla con precisione. È assolutamente necessario prendere le sue parole alla lettera! Da Jahvé proveniva il “soffio vivente” di cui parla la Genesi.

 

In seguito, l’uomo si sviluppa ed utilizza elementi estranei a Jahvé – il regno minerale – per evolversi maggiormente, finché nel quindicesimo secolo dopo Cristo, il regno minerale gli fornirà le basi per la sua cultura razionale. Così, possiamo dire: fin quando la cultura della ragione non dominava gli uomini, essi potevano ancora sottomettersi ad un ‘autorità assoluta, com’era quella di Jahvé. In seguito, la natura minerale dell’uomo si fece valere, dalla fondazione del cristianesimo fino alla quinta epoca post-atlantica, divenne allora necessario che l’umanità potesse ricevere un aiuto da tutt’altro lato. Potete comprendere a che punto l’umanità avesse bisogno dell’impulso cristico, quando la sua natura minerale prese il sopravvento! In questo momento, l’antico impulso di Jahvé non poteva più bastare.

 

Ed ora accostate ciò che dirò di certi altri fatti.

Non potremmo avere un pensiero desto e razionale,

se ci sottomettessimo esclusivamente alla natura di Jahvé

che è senza influenza per la natura minerale dell’uomo.

 

Per questo, se vogliamo ricercare l’attività di Jahvé nell’uomo, dovremmo orientarci verso ciò che si esprime nei nostri sogni. Ciò che noi sogniamo, ciò che la nostra anima non può delimitare con precisi contorni, tutto questo è la vita di Jahvé in noi. Ogni elemento fluido, ondeggiante, dell’immaginazione che si può comparare esteriormente alle influenze della Luna, fa parte della nostra natura “jahvetica”. Ciò che gli è antagonista, è il pensiero preciso, questo l’uomo può attuare per il fatto che dei sali si depositano nell’organismo, perché avvengono in lui dei processi minerali.

 

Ora riflettiamo: in fondo, la vecchia religione di Jahvé ha perduto la sua importanza a causa del Mistero del Golgota. L’uomo si spinge sempre di più in una fase evolutiva in cui la sua natura minerale diviene determinante. Al momento del Mistero del Golgota, egli risentiva ancora dell’antica saggezza onirica; ciò gli consentiva la comprensione di questo Mistero. E questo proseguì ancora, anche quando da poco si era già oltrepassata la saggezza onirica: quelli che avevano ricevuto un poco di cultura intellettuale, come ad esempio Saul (San Paolo), avevano bisogno di una esperienza speciale per comprendere il Mistero del Golgota – è ciò che ricevette San Paolo nella sua visione sulla via di Damasco. È detto nella tradizione cristiana che Saul fosse stato iniziato, prima del Mistero del Golgota, ai Misteri ebraici. Per comprendere il Cristo, egli dovette poggiare su di una conoscenza non concettuale, appartenente alla natura ondeggiante dei sogni.

 

In questo modo, San Paolo ottenne la certezza che il Cristo era presente in Gesù. L’antica saggezza onirica degli ebrei era veramente capace di far comprendere una parte del Mistero del Golgota, soprattutto quanto si era rapiti in estasi, come fu per San Paolo, ma questa onirica, antica saggezza declinava sempre di più. Essa non sussisteva che nei sogni, e là era in piena decadenza. Quando s’arrivò al quindicesimo secolo, la civiltà europea si fondò sempre di più sull’intelletto e si sviluppò lo spirito scientifico moderno.

Ebbene, vi prego, riflettete! L’antica religione jahvetica non dev’essere compresa unicamente attraverso la lettera dei testi che hanno subito una deformazione materialistica. Di quei testi è necessario comprendere anche l’intimo spirito.

 

Storicamente, Jahvé appare dio di un unico popolo. Fuori dalle frontiere del popolo ebraico, non si chiama più Jahvé. In fondo, il sentimento jahvetico del divino s’è trasmesso fino al nostro tempo, e durante la recente Guerra mondiale, s’è visto ogni popolo belligerante appellarsi alla Provvidenza divina, così come certuni pretendevano combattere in nome di Cristo. I popoli partivano in guerra, gli uni contro gli altri, in nome di Gesù Cristo. Chiaramente, non è sufficiente chiamare qualcosa “Cristo” per raggiungere realmente il Cristo. Si può ripetere mille volte: – “Mi batto nel nome di Cristo!”, ma fin tanto che si combatte per un solo popolo, si dà all’Entità di cui si parla un falso nome: si chiama Cristo ciò che non è altro che Jahvé o Jehova. Così durante questi quattro anni catastrofici, i popoli sono tutti ricaduti nella religione di Jahvé. Essi ebbero solamente dei numerosi Jahvé che s’affrontavano. Tutti i popoli hanno onorato un dio fatto ad immagine di Jehova. Il Cristo, al contrario, è completamente scomparso dalla coscienza dell’uomo.

 

Si può constatare altrove la medesima cosa. La cultura scientifica moderna s’estende pressoché esclusivamente nel minerale – fisico. Osservate come gli scienziati moderni aggrottano le sopracciglia, quando si consiglia loro di studiare un poco il principio della Vita. Essi esigono che siano esplicati tutti i processi della Vita attraverso delle leggi chimiche e fisiche. Non s’interessano affatto al vivente propriamente detto, e ancor meno all’anima. Questa mentalità s’è dunque sviluppata in un elemento estraneo a Jahvé: il minerale.

 

Quando in seno all’antico Ebraismo, si parlava di conoscenza si trattava sempre di conoscenza onirica. I profeti erano in preda a sogni ispirati, profetici, ma questa conoscenza disparve. Il Mistero del Golgota fu trasmesso storicamente, se ne parlò nelle comunità, nelle chiese, ma non fu realmente compreso. Dal suo lato, la scienza moderna ha conquistato un elemento ateo, estraneo a Jahvé. Ciò che è il minerale-fisico resta estraneo allo Spirito, e di conseguenza l’intendimento umano non raggiunge ancora l’entità del Cristo.

 

Bisognerà che questa scienza se ne compenetri nuovamente, fino alle sue minime particolarità! Essa è vuota di Spirito, perché non può essere jahvetica. La cultura esteriore, durante l’ultima Guerra mondiale, ha provato a rinnovare l’elemento religioso attraverso una falsificazione: dando a Jahvé il nome di Cristo. Si è ripristinato il vecchio vocabolario jahvetico per ingiuriarsi, da un popolo all’altro, ma non si è provato a servirsene per studiare la natura. Così, abbiamo una scienza intellettualistica, vuota di spirito. Continuiamo però ad essere circondati dai regni elementari o dal “Regno di Jahvé”. Questi ci compenetrano, ma noi non lo percepiamo. Ci compenetrano soprattutto quando dormiamo.

 

Se potessimo spingerci nell’elemento del sonno e subitamente svegliarci fuori dal nostro corpo, vedremmo apparirci i sogni nati dall’oceano jahvetico emergere da quelle onde. La natura jahvetica regna ugualmente sulla nostra volontà, della quale vi ho detto sovente che in ciò che la concerne dormiamo continuamente, anche nello stato di veglia. Si può dedurne ch’essa domina sul nostro sistema organico metabolico. Quando questa natura jahvetica emerge dal metabolismo e penetra nel nostro sistema ritmico, allora nascono, da una parte, i sogni e dall’altra parte, i nostri sentimenti, ma Jahvé non ha nessuna parte nella nostra vita intellettuale, nella nostra intelligenza razionale.

 

Quando la Luna, lentamente, sale e avvolge ogni cosa con una luce uniforme, sognante – allora – potremmo dire, l’uomo contempla la natura jahvetica spandersi nello spazio. Al contrario, quando il sole brilla sulle rocce e dona agli oggetti più diversi dei contorni assolutamente precisi, siamo invitati a comprendere questi oggetti con la nostra ragione, e ciò che si manifesta è di natura solare. Non potremmo spiritualizzare il mondo se non quando vi vedremmo l’Entità solare del Cristo! Ma l’uomo moderno non ha occhi per quella e considera come nulla spirituale ciò che non è jahvetico: ciò che è illuminato dalla luce del giorno e può essere abbracciato dalla nostra intelligenza. Tale è il rapporto profondo.

 

Che ne è del regno minerale? Vi ho detto l’altro ieri (V conferenza) che all’interno del regno di Jehova appaiono le entità luciferiche, perché esse sono in ritardo, ad un livello d’evoluzione più basso dell’evoluzione. Quando noi soggiorniamo nell’impero di Jahvè, quando, ad esempio dormiamo, le entità luciferiche si fanno valere nei nostri sentimenti e nei nostri impulsi volontari.

 

L’ulteriore regno, quello che siamo invitati a signoreggiare attraverso la nostra intelligenza, e in cui ci circondano i minerali, è l ’ambito estraneo a Jahvé. Qui si sono introdotte le entità che appartengono ai regni arimanici. Queste entità sono entrate qui, perché Jahvé non era presente e non poteva tenerle a distanza. (Nello schema: verde)

 

 

In questo ambito estraneo a Jahvé, siamo sempre in pericolo d’essere assaliti dalle entità arimaniche.

 

Ho tentato di fissare una immagine di queste cose nel Gruppo scolpito in legno destinato ad innalzarsi un giorno nel nostro Goetheanum. Le entità arimaniche non potevano essere in sé che nel regno minerale. Esse sono dotate di un immenso intelletto. Il personaggio mefistofelico che potete vedere in basso nel Gruppo è esasperatamente intelligente, esso non ha alcuna parentela con ciò che abbiamo di jahvetico, nessuna parentela con il nostro metabolismo – nella misura in cui questo non depositi sali, nè secerna delle mineralizzazioni – e nessuna parentela con i nostri processi ritmici, o calorici. Tuttavia, tenta d’entrare dappertutto! Ciò perché l’uomo è fatto di “polvere terrestre” e tutto ciò che è minerale è ambita patria per Arimane. Egli vi si sente a suo agio.

 

Si sente altrettanto bene quando può penetrare nell’elemento minerale dei nostri organismi. Secerniamo dei sali, dei minerali diversi, e grazie a questo siamo diventati degli esseri pensanti. Arimane vuole dominare da queste sostanze.

Egli lotta per ottenere dei poteri sul sangue, sulla respirazione, sul metabolismo. Può giungerli soltanto quando ha modellato a suo modo certe facoltà dell’anima umana. Coltiva nelle anime la disseccante ragione, il dono matematico, la tendenza a deridere ogni verità impregnata di sentimento. In breve, egli educa il nostro orgoglio intellettuale.

 

Ciò facendo, può attirare a sé il sangue, la respirazione, il metabolismo. Balza, in qualche modo, sopra i sali, sopra ai minerali, raggiunge il sangue e la respirazione. Questa è la battaglia che combatte Arimane nel mondo, attraverso gli uomini. Come si è visto, Jahvé è per Arimane un temibile avversario. Ma già, le entità arimaniche hanno riportato molte vittorie, perché quando l’uomo entra nell’esistenza terrestre attraverso la nascita o la concezione, egli lascia i mondi spirituali e s’avvolge di materia terrestre. Ora, nella attuale civiltà, così com’è e seguendo gli usi delle confessioni tradizionali, si cerca di dimenticare questa vita prenatale o anche di negarla. L’idea della preesistenza è stata dichiarata eretica dalla religione cristiana. Tali confessioni fanno cominciare l’uomo alla nascita o al concepimento. Da ciò, si passa, alla nozione dell’immortalità.

 

È fare il gioco d’Arimane. È rigettare fuori dall’evoluzione umana o terrestre tutto ciò che è ancora jahvico,

tutto ciò che è giunto fino a noi, dai tempi più remoti, attraverso l’antico Saturno, l’antico Sole e l’antica Luna.

È rinnegare ogni passato e tentare d’instaurare, sulla Terra, una nuova Creazione.

 

Per questo è importante che combattiamo, con la più grande energia, questa negazione della preesistenza! L’uomo deve riconoscere che esisteva già, prima d’essere nato nel mondo fisico o ugualmente, concepito! Con deferenza, come un dono sacro, deve accettare ciò che gli è stato trasmesso in lascito dai mondi divini prima della sua recente nascita terrestre! A completamento d’una credenza nella vita post-mortem, la conoscenza della vita prenatale prepara la sua anima a non divenir mai preda di Arimane.

 

È necessario dunque annettere poco a poco, nel nostro moderno linguaggio, una parola che non vi figura ancora. Tutti parlano d’immortalità, ma bisognerà anche apprendere a parlare d’innatalità. Certo, siamo immortali, in ciò che concerne l’avvenire, ma lo siamo prima di tutto nel senso del passato. Cercate la parola che conviene nel nostro linguaggio! E per tanto, avremmo bisogno di tale parola. Che non esista o sia poco usata, è un grave segno di arimanizzazione. Perché non è sufficiente sapere che non ci annientiamo dopo la morte… è necessario sapere che possediamo un’esistenza reale ben prima della nostra nascita o della nostra concezione fisica. Non si deve sottovalutare questa realtà.

 

Nel momento in cui il nostro pensiero si trasforma in una “parola”, anche se questa parola è solo pensata e non detta, essa s’incide nell’etere del mondo. Il pensiero stesso non si presenta così nell’etere, non s’incide in questo modo nell’etere, altrimenti non potremmo mai diventare degli esseri liberi grazie al pensiero puro. Ma siamo “costretti” da una cosa impressa, incisa nell’etere. Le parole non possono dunque renderci liberi, può farlo solo il pensiero puro. Potete leggere questo dettagliatamente nella mia “Filosofia della libertà”. Al contrario, la parola s’incide nell’etere del mondo.

 

Ora, riflettete: la scienza dell’iniziazione constata che non esiste in tutto l’etere del mondo una sola parola valida per significare la preesistenza dell’uomo, e di conseguenza, questa nozione non è incisa nell’etere del mondo. Bisogna sapere che tutte le parole così impresse che concernono la nostra origine, la nostra infanzia, la nostra giovinezza, fanno terribilmente paura alle potenze arimaniche.

 

Che la parola “immortalità” sia anch’essa impressa, lo sopportano volentieri, perché questo motto si collega alla nuova Creazione ch’esse vogliono inaugurare in futuro. Questa parola non le irrita. Le potenze arimaniche non cessano tuttavia d’avventarsi subitamente attraverso l’etere del mondo e di condurvi il loro gioco. Che la parola “immortalità” salga dalla terra, con il favore d’innumerevoli sermoni e prediche, questo piuttosto li rallegra, ma sperimentano uno spavento terribile quando trovano iscritto nell’etere del mondo un motto come quello relativo alla “preesistenza” o all’“innatalità”. Queste parole li spingono nelle tenebre, esse non possono oltrepassarle. Perdono ogni orientamento, si sentono come sull’orlo di un baratro… Vedete dunque che si tratta di un’azione molto arimanica l’interdire all’umanità di far la pur minima allusione alla preesistenza – così come la si sottace, effettivamente, su vasta scala. L’umanità attuale ha il più grande bisogno che questa situazione si metta a punto, per paradossale che questo possa apparire.

 

Così come esattamente la meteorologia descrive le direzioni del vento o la geografia descrive la Corrente del Golfo, è necessario descrivere ciò che accade spiritualmente attorno a noi, come le entità arimaniche balzano attraverso lo spazio, come gioiscono di ogni discorso che teniamo sulla morte – anche se per negarla – e come siano spaventate e spinte nelle tenebre quando ci intendono parlare di nascita, di crescita, di sviluppo e di prosperità. Dobbiamo dunque apprendere a parlare scientificamente di questi positivi processi, in modo assolutamente analogo a come la scienza attuale parla del regno minerale, che Jahvé ha lasciato a se stesso, abbandonato.

 

La lotta contro le potenze arimaniche, dev’essere ingaggiata da ognuno di noi. E, che lo si sappia o meno, tutto ciò che si declama in pubblico in molti luoghi contro la Scienza spirituale antroposofica è niente di meno che la risposta di Arimane. Egli vuole annientare questa Scienza spirituale che diviene un bisogno sempre più evidente in tutta l’umanità.

 

Quando si pensa agli attacchi recenti che voi conoscete, potete vedere personalmente come i nostri detrattori non si diano per nulla la pena di prendere conoscenza della cosa di cui parlano. Vi ho comunicato l’offensiva particolarmente perfida che è stata lanciata contro di noi, recentemente, in Germania, e vi ho detto come il “nobile” Giornale di Francoforte si sia comportato in maniera risibile. Questo giornale ha accettato di pubblicare la nostra risposta, ma l’ha fatto solamente per avere l’occasione d’aggiungervi tutta una colonna d’attacchi e di diatribe idiote.

Queste cose sorgono da personalità che vorrebbero assolutamente far sparire la nostra Antroposofia, ma che sono troppo incolte o troppo oziose per informarsi di ciò che essa è realmente.

 

Costoro s’abbandonano attualmente in Germania, a queste campagne stampa allo scopo di far nascere dei sospetti su una dottrina ch’essi non possono assolutamente confutare. Se confrontate questo “affaire” con ciò che vi ho detto a proposito delle entità arimaniche, le percepirete chiaramente. Nelle istituzioni universitarie e scientifiche, vi sono molte personalità che hanno acquisito una notevole intelligenza grazie al fatto che Arimane penetra nelle forze del mondo minerale, così come vi ho spiegato oggi. E’ Arimane che pensa in essi! Ed è molto meno faticoso lasciare Arimane pensare al proprio posto, piuttosto che pensare da se stessi. Si può così riuscire più facilmente a superare degli esami, acquisire gradi o titoli: docente, dottore, etc. Per questo le offensive contro di noi sono così numerose. Tutto questo non è senza importanza, senza significato spirituale. E non bisogna che v’irritiate ingenuamente tanto da offuscarvi, quando si può rispondere con parole assennate agli attacchi disonorevoli che tendono ad annientare completamente la Scienza spirituale.