Ricostruzione degli involucri inferiori fra morte e rinascita. Le sfere di Mercurio e di Venere.

O.O. 141 – Vita da morte a nuova nascita – 20.11.1912


 

La ricerca occulta ci mostra appunto che nella vita tra morte e nuova nascita

ci vengono, dallo stato extraterreno che noi attraversiamo, le forze

che servono per la ricostruzione degli involucri umani logorati.

Fra morte e nuova nascita noi viviamo fuori nell’universo, nel cosmo, e le forze che non possiamo prendere dal regno terrestre noi dobbiamo trarle dagli altri corpi celesti che fanno parte del regno terrestre. In essi vi sono le riserve di forze per i nostri involucri umani.

Sulla terra vi è per l’uomo soltanto la possibilità di procurarsi le forze per la costante ricostruzione dell’io; le altre parti della natura umana devono prendere le loro forze da altri mondi, diversi dalla terra.

 

Se consideriamo in primo luogo il corpo astrale, ci si mostra che, dopo la morte, l’uomo si effonde,

proprio letteralmente si effonde in tutte le sfere planetarie, diventa sempre più grande.

A seguito del dilatarsi del suo essere spirituale-animico,

durante il periodo del kamaloca l’uomo diventa in un primo tempo un essere talmente grande

(e diversi esseri si compenetrano in tale stato),

da arrivare fino al limite indicato dalla sfera che la Luna descrive attorno alla Terra.

Poi esso si estende fino alla sfera di Mercurio, quella che cioè viene intesa in occultismo per sfera di Mercurio,

poi fino alla sfera di Venere, e quindi fino alle sfere di Marte, di Giove e di Saturno.

L’uomo si effonde sempre più.

 

Con l’entità che ha portato attraverso la porta della morte,

egli vive veramente in modo da essere un abitatore di Mercurio, di Venere, di Marte e così via;

deve cioè avere la facoltà, in un certo senso, di ambientarsi negli altri mondi planetari.

In che modo può ivi ambientarsi o no?

Quando è trascorso il suo periodo di kamaloca, egli deve prima di tutto avere in se stesso

qualcosa che lo renda capace di avere un’affinità verso le forze che sono nella sfera di Mercurio,

nella quale egli viene ora trasferito.

 

Quando si esaminino diverse persone nella loro vita fra morte e nuova nascita, risulta che per tale vita gli uomini sono diversi. Troviamo cioè una precisa differenza in dipendenza del fatto che un uomo si inserisca nella sfera di MERCURIO con un atteggiamento animico morale, con i risultati di una vita morale, oppure con i risultati di una vita non morale. E sono naturalmente intese tutte le possibili sfumature.

 

Un uomo con atteggiamento animico morale, con risultati morali della sua vita,

nella sfera di Mercurio è quello che si potrebbe chiamare un essere spirituale socievole;

egli ha la possibilità di entrare in relazione con altri esseri, sia con uomini morti in precedenza

e sia anche con esseri della sfera di Mercurio, e di avere con loro, per così dire, delle relazioni di vita.

 

L’uomo non morale diviene invece un solitario,

si sente escluso dalla comunità degli altri abitatori di quella sfera.

Ecco che cosa comporta, nella vita fra morte e nuova nascita,

l’aver avuto un atteggiamento animico morale o non morale.

 

È essenziale comprendere che in questa sfera la moralità determina la nostra congiunzione, le nostre relazioni con gli esseri viventi in questa sfera, e che il nostro atteggiamento animico non morale chiude il nostro proprio essere come in una prigione; allora noi sappiamo si che altri esseri sono presenti, ma siamo racchiusi in un guscio e non possiamo andare da loro.

L’appartarsi è un risultato di una vita terrena umana asociale, non morale.

 

Per la sfera successiva, che per ora vogliamo chiamare sfera di VENERE

e che nel senso dell’occultismo viene denominata sempre così,

l’atteggiamento animico religioso è determinante per il modo in cui l’uomo trova un contatto.

• Uomini che nella vita sulla terra abbiano conquistato il sentimento

che ogni cosa transitoria, nel mondo o nell’uomo stesso, è in relazione con qualcosa di eterno,

uomini che abbiano il sentimento che la vita singola, col suo atteggiamento animico,

deve tendere ad un divino-spirituale, tali uomini trovano contatto con gli esseri di questa sfera.

 

Di contro chi pensa materialisticamente,

chi non può rivolgere la sua anima all’eterno e al durevole, alla divinità,

in questa sfera è come radiato nella prigione del proprio essere, è condannato alla solitudine.

 

Proprio in questa sfera noi possiamo meglio vedere, mediante le ricerche occulte, come per questa sfera noi creiamo le condizioni di vita nel nostro corpo astrale qui sulla terra, grazie al modo in cui viviamo sulla terra.

In un certo senso noi dobbiamo creare già qui sulla terra

la comprensione e l’aspirazione per ciò verso cui là vogliamo trovare il contatto.

 

Consideriamo per esempio il fatto che gli uomini sulla terra, nelle più diverse epoche e nelle più svariate occasioni, come deve essere e come è giustissimo, hanno conservato la relazione con la vita spirituale-animica nelle più svariate confessioni religiose e concezioni del mondo. L’evoluzione umana poteva progredire soltanto per il fatto che, movendo da una sorgente unitaria, per esempio quella della vita religiosa, da coloro che vi erano stati chiamati dalle condizioni del mondo venissero date le varie confessioni religiose nelle epoche più diverse e per i più diversi popoli, a seconda delle loro disposizioni, del clima o di altre condizioni.

 

Le confessioni religiose derivano quindi da una sorgente unitaria,

ma sono diversamente graduate a seconda delle condizioni dei diversi popoli.

• Fino ai nostri tempi gli uomini si distinguono sulla terra in gruppi,

in relazione alle loro confessioni religiose, in relazione alla loro concezione del mondo.

• Ma attraverso ciò che una confessione religiosa, una concezione del mondo ha formato nella nostra anima,

noi ci prepariamo la comprensione e la facoltà di contatto per la sfera di Venere.

 

I sentimenti religiosi dell’induista, i sentimenti religiosi del cinese, del musulmano o del cristiano preparano la sua anima in modo che essa, nella sfera di Venere, abbia prima di tutto comprensione, inclinazione e simpatia per esseri che hanno i medesimi sentimenti e che hanno formato le loro anime sulla base delle medesime confessioni.

Mentre ancora oggi gli uomini sulla terra, malgrado in avvenire ciò debba venir mischiato e già cominci ad esserlo, siano divisi in base a razze, popoli e così via, sì che possiamo distinguerli in base a tali caratteristiche, si può veramente dire che, per la ricerca occulta, risulta chiaramente che …

nella sfera di Venere, nella quale noi viviamo con altri uomini e con altri esseri,

non vi è una simile divisione in razze.

Là gli uomini si distinguono in modo da esser determinante

soltanto la loro confessione religiosa, la loro concezione del mondo.

 

Esiste ancora una certa divisione per la ragione che appunto tale divisione terrena, anche delle religioni, è in un certo senso dipendente dalle condizioni di popolo e di razza. Non è però determinante l’elemento della razza, mentre è invece determinante quello che l’anima ha sperimentato per il fatto di avere una determinata confessione religiosa.

Noi trascorriamo sempre un certo tempo dopo la nostra morte in questa sfera; poi ci dilatiamo ancora e arriviamo fino alla prossima sfera.

 

La sfera successiva che l’uomo sperimenta, dopo quella di Venere, è la sfera del SOLE.

Quali anime fra la morte e una nuova nascita, noi diventiamo realmente abitatori del Sole.

Per la sfera del Sole è necessario ancora dell’altro che non per quella di Venere.

Se vogliamo prosperare nella sfera del Sole fra morte e nuova nascita,

abbiamo per essa la precisa e preminente necessità non soltanto di comprendere un determinato gruppo di uomini,

ma di comprendere tutte le anime umane,

di poter avere in qualche modo dei punti di contatto con tutte le anime.

 

Nella sfera del Sole noi già ci sentiamo solitari, eremiti,

se, a seguito dei pregiudizi di qualsiasi confessione religiosa,

siamo chiusi e non in grado di comprendere chi ha compenetrato la sua anima con un’altra confessione.

 

Possiamo ora dire che chi sulla terra ha per esempio conseguito soltanto la possibilità di sentire ogni eccellente aspetto di una confessione religiosa qualsiasi, costui, durante il periodo della sfera del Sole, non comprende i fedeli di altre confessioni religiose. Questo non comprendere non è però simile a quello sulla terra. Qui gli uomini possono camminare gli uni a fianco degli altri senza comprendersi fin dentro all’anima, possono dividersi in diverse confessioni religiose e concezioni del mondo.

 

Nella sfera del Sole, poiché fin là ci siamo tutti dilatati e compenetrati,

siamo tutti contemporaneamente uniti, ma separati a causa della nostra interiorità;

e lì ogni separazione ed ogni mancanza di comprensione è in pari tempo una sorgente di spaventoso dolore.

 

Un rimprovero che non possiamo superare, perché sulla terra non ci siamo educati a questo, e che sempre pesa su di noi, è l’incontro con ogni appartenente ad un’altra confessione.

In un certo senso diventerà ancora più comprensibile quello che qui dobbiamo dire se, movendo dalla vita fra morte e nuova nascita, si indicherà qualcosa riguardante, l’iniziazione. Quello che infatti sperimenta l’iniziato, quando entra nei mondi spirituali, é in un certo senso qualcosa di molto simile alla vita fra morte e nuova nascita.

L’iniziato deve ambientarsi nelle medesime sfere e, se vivesse nei pregiudizi di una concezione unilaterale del mondo, sperimenterebbe nella sfera del Sole gli stessi dolori.

 

Di conseguenza è necessario che l’iniziazione sia preceduta

da una completa e integrale comprensione di ogni confessione diffusa sulla nostra terra,

da una comprensione di ciò che vive in ogni singola anima,

indipendentemente dalla concezione del mondo cui essa appartiene.

• Altrimenti ogni altra cosa alla quale non si offra una tale comprensione ci viene incontro in modo tormentoso,

come montagne infinitamente alte che ci vogliano cadere addosso,

come apparizioni esplosive che ci si parano davanti,

in modo da sentir scaricare su di noi l’intera forza di tali esplosioni.

• Ogni incomprensione che si porti incontro al prossimo, perché ci si chiude in essa,

agisce in questo modo nei mondi spirituali.