Riposiamo nel mondo astrale per ristabilire l’armonia del corpo astrale

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 17.11.1907


 

Molto più del sangue, dei muscoli, dei nervi, eccetera,

sono affini all’uomo le sensazioni di piacere e di pena, di gioia e dolore;

in breve gli è molto più affine tutta quella che l’essere umano definisce la sua interiorità.

La scienza dello spirito le dà il nome di corpo astrale, un corpo che l’uomo ha in comune solo con gli animali.

 

Come un cieco nato ha solo una nozione incompleta del mondo che lo circonda,

e il mondo dei colori e della luce non esiste per lui,

così, nella stessa condizione, si trova l’uomo medio rispetto al mondo astrale.

Egli non lo percepisce, pur essendo il mondo astrale presente, compenetrando ed avvolgendo il mondo fisico.

Se si ha il senso astrale aperto, il mondo astrale diviene visibile.

 

Ma il significato e l’importanza di questo momento nell’evoluzione umana sono molto superiori all’acquisizione della luce degli occhi cui un cieco nato può pervenire grazie ad un’operazione chirurgica. Eppure, sebbene in modo imperfetto, ognuno di noi conosce questo mondo astrale, perché il nostro corpo astrale vi viene trasferito ogni notte.

 

Riposiamo nel mondo astrale per ristabilire l’armonia del corpo astrale, perché, dal punto di vista scientifico-spirituale, la stanchezza, l’affaticamento, non è altro che una disarmonia nel corpo fisico e in quello astrale.

 

Un paragone valga a chiarire il rapporto esistente tra corpo fisico e corpo astrale. Prendiamo una spugna e tagliamola in tanti pezzettini, cui facciamo assorbire il contenuto di un bicchiere d’acqua: questo è il paragone con l’uomo medio allo stato di veglia; spremendo poi le spugnette e raccogliendo di nuovo l’acqua nel suo contenitore, vediamo che essa si ricompone in una massa omogenea.

 

Similmente i corpi astrali umani, che durante il giorno erano individualizzati come le gocce d’acqua assorbite, penetrano nella comune sostanza astrale ove si rafforzano e si rinvigoriscono. Ci si avvede di questo esito la mattina dopo, constatando la scomparsa dell’affaticamento.

 

Durante il sonno,

il corpo astrale delle persone che non sono ancora pervenute alla chiaroveggenza si mescola agli altri corpi astrali.

Diversa è, invece, la condizione del chiaroveggente.

 

Le singole piante non hanno un proprio corpo astrale;

è l’intero mondo vegetale ad avere un corpo astrale comune, quello della Terra.

La Terra è un essere vivente, le piante sono le sue membra.