Saggezza e amore

O.O. 119 – Macrocosmo e microcosmo – 31.03.1910


 

La scienza dello spirito deve condurre l’uomo intero nei mondi superiori, non solo quello che pensa, ma anche quello che sente e vuole. Possiamo riflettere sul mondo, ma se pensiamo soltanto, rimaniamo freddi e indifferenti in ogni conoscenza.

Anzi, le conoscenze dei mondi superiori devono destare in noi dei sentimenti e quanto più in alto l’uomo è in grado di elevare lo sguardo, tanto più profondamente si risvegliano in lui gli impulsi del sentire, gli impulsi all’azione, gli impulsi a vivere secondo le grandi idee che ci illuminano dai mondi spirituali. Diveniamo devoti, raccolti in preghiera; quando conseguiamo la conoscenza spirituale, il sentire diventa devoto, il volere entra in intima unione col divino.

Poiché chi riconosce la verità in modo da sentirla, non si limiterà a questo, ma vorrà e farà del tutto da sé, senza alcuna costrizione, anche quanto ha riconosciuto di giusto e di vero. E questa è la pietra di paragone.

 

Chi rimane solo quale conoscitore dello spirito, ma è indifferente nel suo sentire e volere, dimostra che la scienza dello spirito non avrebbe agito su di lui in modo corretto. La scienza dello spirito ha il suo banco di prova nel fatto che la conoscenza si conclude in un’attitudine riverente e l’uomo accoglie nella sua volontà e adempie attivamente ciò che ha riconosciuto come giusto. Là dove le conoscenze della scienza dello spirito operano in tale senso, sorge davvero nell’essere umano un sole spirituale che lo riscalda e lo illumina dall’interno.

 

Ma anche perché le conoscenze spirituali vanno accolte col cuore, è naturale che queste oggi fluiscano nella nostra civiltà con la concentrazione di esseri umani in associazioni, nella vita sociale. Se le conoscenze dipendessero dallo stare soli, allora l’uomo potrebbe essere anche una persona solitaria, un eremita. Ma se dalle conoscenze risulta che cuore e sentimento abbiano voce in capitolo, allora la persona si sente attratta anche verso gli altri.

 

Perciò la conoscenza spirituale è qualcosa che riunisce gli esseri umani, ed è solo naturale e comprensibile che vi sia l’impulso spontaneo che uomini con lo stesso istinto, lo stesso anelito, lo stesso amore per idee e ideali scientifico-spirituali si ritrovino, si riuniscano in società, i cui membri qua e là, dovunque possano essere, portino sempre queste alte mete spirituali in un cuore caloroso.

Questo contiene in sé qualcosa di grande e di ampia portata, se la scienza dello spirito si diffonde in questo modo: essa riunisce esseri umani cui è possibile per la loro profondità del sentire e del volere, come da se stessi; anime affini si attraggono.

 

Nel mondo del caos sociale, dove possiamo trovare esseri umani con cui ci sentiamo affini? Come è frantumato oggi il mondo per quel che riguarda gli uomini! Essi siedono assieme negli uffici, nei laboratori o nella fabbrica e svolgono lo stesso lavoro. E però, quanto lontane sono le loro anime l’una dall’altra! Possiamo stare fianco a fianco a un altro essere umano; e le circostanze della vita sono così complicate che non ci capiamo l’un l’altro.

 

Quando, però, giungiamo in qualche posto e sappiamo che lì vi sono delle persone che pure venerano la cosa più sacra che noi stessi veneriamo nella nostra anima, allora abbiamo ragione di supporre che nel loro intimo abbiano qualcosa che è affine alla più profonda interiorità della nostra propria anima.

Quando ci riuniamo con tali esseri umani che ritengono anche per conto proprio più sacro quanto noi definiamo così, che portano nella loro anima la stessa luce e lo stesso amore come noi, allora queste persone che altrimenti non conosciamo affatto, ci possono apparire come portatori esteriori di un’entità interiore che conosciamo. Allora sappiamo che ci possono essere dei parenti nello spirito.

 

Ovunque andremo a finire e dove il nostro movimento si diffonderà tra gli uomini che portano dentro di sé la nostra stessa luce e il nostro stesso amore, si ritroveranno con noi delle anime affini che professano gli stessi ideali.

È detto qualcosa di portentoso con questo: la conoscenza che portiamo giù dalle altezze spirituali e facciamo affluire nelle anime trasforma gli uomini, li rende diversi, e anche in quelle anime che magari prima, giorno dopo giorno, anno dopo anno, avevano vissuto una accanto all’altra con apatia, spunta il germe dell’amore, della condivisione e dell’entusiasmo per ideali; e da uomini che in passato erano freddi e razionali li rende calorosi amici dell’umanità.

 

Diffondendo la conoscenza, parliamo non soltanto di ciò che è saggezza dei mondi superiori, bensì di ciò che in questa conoscenza opera in quanto amore da un’anima umana all’altra. Questa è la vera via per dare inizio in modo pratico a una fratellanza degli esseri umani.

Non è mai possibile raggiungere un tale scopo attraverso programmi o prediche d’amore, nemmeno teorizzando sulla fraternità o incitando alla carità e cose del genere. Ma dove si uniscono degli uomini che sono apparentati nello spirito, che si sentono attratti dagli stessi ideali e ritengono sacre le stesse cose che sono così anche per noi, vi possiamo fondare una fratellanza umana.

 

Così il ciclo di conferenze che oggi volge al termine – e in fondo ogni conferenza – non deve essere considerato come qualcosa da cui le anime degli uomini attingono soltanto del sapere e accrescono solo le loro conoscenze, ma deve dar luogo al fatto che dalle conoscenze sorga, in modo del tutto inosservato, un caldo sentimento per gli alti ideali dell’umanità e per la necessità di forgiare gli uomini nello spirito della fratellanza.

Quanto più, in tali conferenze, impariamo in fatto di conoscenze, tanto più dovremmo arrivare al fatto di affezionarci anche agli esseri umani, di ravvivare il fuoco dell’amore e cooperare a condurli all’alto ideale umano della fratellanza.

 

In questo senso andavano tenute anche queste conferenze. Abbiamo cercato di mettere insieme da settori talvolta assai inconsueti quello che ci deve dare comprensione riguardo al mondo e alla nostra esistenza che proviene dallo spirituale. Solo elevandoci verso lo spirito, troviamo il vero essere interiore dell’uomo.

Il vero amore umano è radicato nell’elemento spirituale.

 

Tali sentimenti d’amore si presentano sicuramente dove gli esseri umani si innalzano allo spirituale grazie alla scienza dello spirito, poiché essa li ravviva, li riscalda e li illumina. Là dove essa annuncia giustamente e viene accolta in modo corretto, darà sempre tali impulsi che preparano una vera logica del cuore. La logica del pensare è compatibile col più forte egoismo.

 

La logica del cuore

è in grado di superare, a poco a poco, ogni egoismo

e di rendere tutti gli uomini partecipanti di una comunità di esseri umani.

 

• Solo se le verità spirituali ci hanno compenetrato di calore vitale,

abbiamo compreso giustamente gli impulsi della scienza dello spirito.

 

Allora lasciamo un tale ciclo di conferenze non solo con arricchimento di conoscenze,

bensì esso accrescerà in ogni singolo il calore animico così che questo calore possa traboccare e agire su tutta la vita.