Sangue e nervi

O.O. 169 – Essere cosmico e io – 13.06.1916


 

Sommario: Sangue e nervi. L’uomo ha dodici sensi. La vita non è della terra. Il mondo atomistico esterno non è altro che una proiezione del sistema nervoso.

 

Nella scienza dello spinto consideriamo ogni elemento materiale, ogni sostanza, come una manifestazione dello spirito. Si tratta però di capire nei singoli particolari in che modo esso si manifesti in questa o quella sostanza. Con la frase generica: ogni elemento materiale è una manifestazione dello spirito, non si è infatti detto ancora nulla, o al massimo qualcosa di comodo per una facile filosofia. Per chi tenda seriamente alla conoscenza, occorre sempre riconoscere le modalità di tale manifestazione in ogni singolo elemento materiale presente nel mondo.

 

Sappiamo che un detto antichissimo, ma sempre nuovo, definisce l’uomo un microcosmo. Di primo acchito l’essere umano ci si presenta nel mondo nel suo aspetto fisico e, se prendiamo sul serio la frase dell’uomo quale microcosmo, in quanto essere fisico che, come ci si presenta, racchiude in sé i segreti dell’intero cosmo, sarà per noi particolarmente prezioso saggiare in che senso sia una manifestazione dello spirito.

 

Osservando l’elemento materiale umano, si fa evidente a chi se ne occupa pensando – e si deve pensare almeno qualche volta per tendere alla conoscenza – che nell’entità umana fisica sono presenti due tipi di sostanze del tutto diverse fra loro. Risulta anche alla normale considerazione pensante la presenza di due differenti tipi di sostanze che si comportano in modo fondamentalmente diverso: la sostanza, la materia del sangue e quella dei nervi.

 

Certo possiamo dire che a un’osservazione superficiale vi sono diverse altre sostanze: quella dei muscoli, delle ossa, e così via. Comunque si saprà già che in fondo si formano tutte a partire dal sangue. Studiandole con più precisione, si arriva a conoscere anche il modo in cui derivano dal sangue, e questo non è in contraddizione con il fatto che nella natura umana fisica si ha a che fare con la sostanza, con la materia del sangue e con quella dei nervi.

 

Nella riflessione pensante si può già afferrare la distinzione fra sangue e nervi; sarà quindi sufficiente riflettere per comprendere come tutto ciò che fa parte del sangue in un certo senso partecipi dall’interno ai processi materiali dell’organismo umano.

 

Il sangue viene prodotto comunque all’interno dell’essere umano, seppure attraverso un apporto dall’esterno, e a sua volta produce proprio quanto è necessario all’esistenza fisica.

I nervi principali invece appaiono come prosecuzioni dei sensi. Troviamo ad esempio la prosecuzione dell’occhio verso l’interno nel nervo ottico, visivo, che si ricongiunge poi agli altri nervi cerebrali. In sostanza tutti i nervi sono per così dire prosecuzioni degli organi sensori. I processi che si svolgono in noi avvengono in misura maggiore o minore per influsso esterno, causati da ciò che da fuori agisce su di noi.

 

Si potrebbe dire: come nel mondo esterno vi sono due poli magnetici, come vi è un’elettricità negativa e una positiva, allo stesso modo vi sono in noi, nel sangue e nei nervi, due poli dell’entità fisica umana.

Queste due sostanze, quella del sangue e quella dei nervi, sono intrinsecamente diversissime fra loro. Quando si esamina l’uomo sul tavolo anatomico secondo i metodi dell’anatomia e della fisiologia odierne, si trova ben bene uno accanto all’altro ciò che è determinato direttamente dal sangue e ciò che riceve la propria struttura dall’esterno, la sostanza nervosa, apparendo sostanza accanto a sostanza. Eppure sono diversissime l’una dall’altra.

 

Quando invece si segue la vita, quale si sviluppa a poco a poco, appare allora evidente la grande, significativa distinzione fra sostanza ematica e sostanza nervosa; potremmo citare molto dall’anatomia e fisiologia più recenti, se motivassimo in modo più preciso questa distinzione, questa contrapposizione polare. Per il momento però non ce ne occuperemo. Intendiamo affrontare la questione in senso più scientifico-spirituale.

Parlando dell’uomo, il sangue ci si presenta come ciò che è giunto nell’organizzazione umana attraverso processi in prevalenza terrestri. Il sangue è senz’altro un essere terrestre. Sappiamo che l’uomo, moltissimo tempo prima che ci fosse la terra, fu preparato attraverso gli stati di Saturno, Sole e Luna. Quel che fu preordinato allora non aveva ancora in sé il sangue.

 

Il sangue, il sangue umano che scorre nelle nostre vene, si aggiunse con l’organizzazione terrestre.

Per contro nella struttura dei nervi, in tutta la loro forma e costituzione,

è contenuto quanto fu predisposto moltissimo tempo prima attraverso i processi di Saturno, del Sole, della Luna,

precedenti la nostra organizzazione terrestre.

 

Se chi indaga queste cose nel senso della scienza dello spirito volge la sua attenzione da una parte alla sostanza ematica, dall’altra alla sostanza nervosa, troverà un’enorme differenza tra le due.

La sostanza nervosa è dunque quel che di non terrestre vi è in noi.

La sostanza ematica è quel che di terrestre vi è in noi.

 

L’origine, il processo che generò la sostanza nervosa è nei processi che precedettero la nascita della terra. La sostanza ematica, con tutto ciò che vi tesse e scorre, ha la sua intera origine in processi terrestri. Si potrebbe dire che la nostra sostanza nervosa non è per nulla di questa terra; è intessuta in noi come un elemento cosmico, ultra-terreno, ha un’affinità con il cosmo. Il sangue ha una totale affinità con la terra.

Ora però la nostra sostanza nervosa è inserita nella terra, esiste qui nella sfera terrestre, tant’è vero che noi uomini ci aggiriamo sulla terra come esseri materiali. Tutti noi portiamo nella nostra sostanza nervosa qualcosa che non è di origine terrestre ed è stato inserito sulla terra. È un fatto di straordinaria importanza, perché la sostanza nervosa è in verità morta, come è inserita in noi.

 

È sufficiente aprire un qualsiasi manuale di fisiologia o di anatomia per vedere che la sostanza nervosa è la più conservabile nell’uomo, la più stabile e, insieme al sangue, quella meno soggetta a influssi esterni diretti, meccanici. È soggetta alle percezioni dei sensi, ma non direttamente a influssi di tipo meccanico. Dipende dal fatto che la nostra sostanza nervosa, all’origine una sostanza vivente, è morta quando la portiamo in noi come esseri terreni.

In senso spirituale sarebbe corretto dire (sembrerà paradossale tuttavia è così, anche se rimane un paradosso): se si potesse prendere la sostanza nervosa e trasportarla in alto fino a dove le forze terrestri non agiscono più, la sostanza nervosa diventerebbe un essere mirabilmente vivente, vibrante!

 

La sostanza nervosa è in un certo senso predisposta alla vita nei cieli,

del tutto extraterrena, ed entra in un declino che arriva fino alla morte

quando viene portata nella sfera terrestre.

 

Questo è molto singolare: portiamo in noi la sostanza nervosa che dal punto di vista cosmico è vivente ed è morta solo da quello terrestre. Come ho detto, se prendessimo un frammento di tale sostanza e lo portassimo in alto dove la terra non esercita più la propria influenza, avremmo una prodigiosa, vivente, luminosa sostanza che, riportata nella sfera terrena, ritornerebbe subito allo stato di immobilità senza vita nel quale si trova in noi. Nella sostanza nervosa abbiamo quindi a che fare con un elemento vivente nel cosmo e morto sulla terra. In effetti portiamo materialmente in noi nei nervi un elemento extraterreno. Lo si esprime molto bene anche nei simboli.

Forse qualcuno ricorderà le conferenze che avevo tenuto qui sull’antroposofia in senso stretto, enumerando allora i sensi umani. Di solito se ne distinguono solo cinque; noi ne abbiamo enumerati dodici.

 

L’uomo ha dodici sensi, se si tiene realmente conto di tutto ciò che può essere definito senso.

I sensi non sono in definitiva altro che ciò in cui i nervi si inseriscono,

o da cui si dipartono prolungandosi verso l’interno;

in conclusione quindi abbiamo dodici sensi da cui i nervi si dipartono, estendendosi verso l’interno come alberelli.

 

Questo è il motivo per cui nel nostro apparato nervoso,

in quanto fa parte dei sensi esterni, si manifesta un elemento celeste:

il passaggio del sole attraverso i dodici segni zodiacali.

 

• La relazione con il passaggio del sole attraverso i dodici segni zodiacali è simbolico,

ma si esprime in modo reale-simbolico

nel rapporto di tutto il nostro sistema nervoso con ognuno dei dodici sensi.

• Da qui si può comprendere che portiamo spazialmente in noi

nella relazione fra il sistema dei nervi e i dodici sensi

quel che fuori, nel cosmo, è il passaggio del sole attraverso i segni zodiacali.

 

E ancora, osservando il sistema nervoso situato più verso l’interno, in relazione con il midollo spinale, troviamo uno sopra l’altro nella spina dorsale gli anelli attraverso i quali passa il fascio di nervi. Questi anelli corrispondono in realtà ai mesi, al passaggio della luna attorno alla terra, così che anche in questa inserzione di un nervo nel foro di un anello della spina dorsale vi è qualcosa che corrisponde a un giorno nel mese. Di nuovo una relazione con il cielo!

 

• Il rapporto con il passaggio della luna attorno alla terra

si esprime in modo reale-simbolico nella relazione dei nostri nervi interni con la spina dorsale.

In quanto costituiti di sostanza nervosa,

siamo totalmente costruiti dal cielo, dal cosmo esterno,

e solo chi comprende in modo corretto questa mirabile disposizione della sostanza nervosa in noi,

può percepire in essa un’immagine dell’intero cielo stellato.

 

L’uomo porta in sé realmente un’immagine dell’intero cielo stellato nella disposizione ad albero della sua sostanza nervosa, e le forze, che dall’esterno fluiscono da stella a stella e che si manifestano nel ciclo celeste, scorrono realmente nel nostro sistema dei nervi, ma sono inerti quando giacciono in noi. Per molti aspetti possiamo vedere come l’intero universo si manifesti nell’uomo, anche nel rapporto fra l’impostazione cosmica esterna alla terra e la struttura dei nostri nervi. Possiamo quindi dire che il sistema dei nervi è nato per il cielo, è edificato vivente per il cielo ed è morto in noi perché si trova nella sfera della terra.

 

In modo del tutto diverso dobbiamo parlare del sangue, che è appunto terrestre: per intrinseca natura di tutto il sistema sanguigno, i processi che vi si svolgono sono soltanto processi terrestri. La caratteristica dei processi terrestri però è che non vivono.

 

Il regno minerale è, come sappiamo, quello che si è aggiunto sulla terra, è il regno senza vita.

• L’elemento del sangue equivale in noi a questo regno senza vita.

Certo il sangue vive, finché è in noi, ma per sua intrinseca natura terrestre non è destinato alla vita;

è la sua caratteristica, tuttavia riceve vita perché nell’uomo è legato all’elemento extraterreno.

 

• Mentre il sistema nervoso

è destinato in realtà alla vita nel cosmo esterno, extraterrestre, e in noi è morto,

il sangue è destinato a essere morto in noi e riceve vita dall’esterno.

In un certo senso il sistema nervoso cede la propria vita al sangue,

•  e così il sistema nervoso è relativamente morto,           •  il sangue è relativamente vivente.

 

• Come il sistema nervoso ha vita cosmica e morte terrestre,

• così il sangue ha ribaltato in sé la morte terrestre accogliendo una vita cosmica che lo ha pervaso.

La vita non è della terra.

Il sistema nervoso deve quindi in un certo senso accettare la morte per diventare terrestre,

e il sangue deve diventare vivente perché l’uomo, in quanto sostanza terrena, possa volgersi al mondo ultraterreno.

 

Qui diviene davvero serio quel che avevamo appreso dalla scienza dello spirito. In realtà dovremmo infatti dire: portiamo in noi la sostanza nervosa che per essenza propria è destinata alla vita, e tuttavia è morta. Come mai è morta? Perché è stata trasferita sulla terra.

 

Come si può leggere in un ciclo di conferenze che tenni a Monaco tempo fa,

la morte è in realtà il regno di Arimane.

• Portiamo quindi l’elemento arimanico nel nostro sistema nervoso che è morto a causa della sfera terrestre,

• e portiamo Lucifero in noi, nel sangue che è stato reso vivente,

mentre per sua natura è destinato alla morte, cioè a meri processi chimici e fisici.

 

• Poiché il sistema nervoso è un elemento morto, Arimane può essere in noi;

• poiché il sangue è un elemento vivente, Lucifero può essere in noi.

Vediamo così come sia significativo che queste due sostanze si distinguano l’una dall’altra,

che si rapportino reciprocamente in modo polare, come il polo sud e il polo nord.

 

Con il pensiero guardiamo all’esterno della terra e facciamo in modo che quanto conosciamo dalla scienza dello spirito non resti astratta teoria, ma divenga qualcosa di vivente, capace di afferrare i nostri sentimenti, le nostre sensazioni. Guardiamo verso l’alto, nell’universo oltre la terra, e diciamoci: là vi è lo spirito che in realtà potrebbe vivere nel nostro sistema nervoso, se il nostro sistema nervoso non fosse disceso sulla terra. Là fuori vi è lo spirito, lo sentiamo, esso ricolma l’universo, è lo spirito che fa parte del nostro sistema nervoso. E ancora, volgendo il pensiero al nostro sangue, ci diciamo: il sangue che portiamo in noi è destinato per propria essenza a meri processi fisici e chimici, a essere soltanto trasformato dall’ossigeno nei modi descritti dai testi di anatomia e di fisiologia. Vivendo in noi, partecipa alla vita dell’universo, che è però anzitutto vita luciferica.

 

Ora ricordiamoci davvero a fondo, proprio a fondo nei sentimenti e nelle sensazioni, di alcune cose che come un filo rosso attraversano il nostro studio. Ricordiamoci di tutto quel che abbiamo detto sulla discesa del Cristo dalle sfere universali nella nostra sfera terrestre; potremo così collegare ciò che emerge dai nostri ricordi con i pensieri che abbiamo ora espresso.

Noi proveniamo dall’universo.

 

Un tempo, nell’epoca lemurica o meglio nel corso dell’evoluzione terrestre,

ne siamo discesi, abbiamo legato alla terra la nostra evoluzione.

• Consegnando il nostro sistema nervoso all’evoluzione della terra,

lo abbiamo destinato alla morte e abbiamo lasciato lassù la sua vita.

• La vita che abbiamo lasciato lassù è la stessa che si è manifestata in seguito nell’entità del Cristo.

 

La vita dei nostri nervi che non portiamo in noi,

che non potevamo portare dall’inizio della nostra esistenza sulla terra, è ritornata nell’entità del Cristo.

E che cosa doveva afferrare nell’esistenza terrena? Il sangue!

Da qui comprendiamo molte cose sul mistero del sangue.

 

Quel che in noi è disgiunto, perché il sistema nervoso perse la sua vita cosmica e il sangue ricevette una vita cosmica, perché la vita divenne morte e la morte vita, acquistò un vincolo nuovo quando ciò che non vive nel nostro sistema nervoso terreno discese dal cosmo in mezzo a noi e si fece uomo, entrò nel sangue e il sangue si unì alla terra, come ho indicato in precedenti conferenze.

Noi uomini, partecipando al mistero del Cristo,

possiamo bilanciare la contrapposizione polare fra il sistema dei nervi e quello del sangue.

 

Gli uomini portano in sé questa contrapposizione che si manifesta in modi diversi. Vi è ad esempio un sapere esteriore che trova ora nella scienza il proprio compimento, il proprio obiettivo finale. La scienza descrive un mondo costituito da atomi. Gli atomi di cui parla sono pura fantasia. Non sono in alcun luogo esterno.

Perché dunque si parla di atomi?

 

Perché abbiamo in noi un sistema nervoso costituito di minuscole sfere che proiettiamo verso l’esterno.

Il mondo atomistico esterno non è altro che una proiezione del sistema nervoso.

L’uomo stesso si proietta nel mondo, immaginandolo formato da atomi,

come il suo sistema nervoso è costituito dalle singole minuscole sfere dei gangli.

 

La scienza, che viene creata dalla sostanza nervosa, vorrà quindi rimanere sempre atomistica. Alla scienza si contrappone la mistica, la religione, e così via, tutto ciò che proviene dal sangue, che non vuole essere atomistico, e che vede ovunque un’unità. Queste due posizioni contrapposte si combattono nel mondo. I termini di questa disputa divengono chiari, sapendo che si tratta di una lotta interna all’umana natura tra sostanza dei nervi e sostanza del sangue.

 

Non vi sarebbe alcun dissidio fra scienza e religione,

se nella natura umana non vi fosse la lotta fra nervi e sangue.

 

Si trova il punto di equilibrio riuscendo a unirsi nel modo giusto con l’essere del Cristo che dal mistero del Golgota in poi compenetra la terra del proprio impulso. Ogni sensazione, ogni esperienza che possiamo avere collegandoci al mistero del Golgota, porta verso l’equilibrio. In questo senso gli uomini di oggi non hanno fatto molti passi in avanti, ma lo sforzo vi deve tendere. Anche nel nostro ambito vediamo molto spesso come la contrapposizione descritta prenda forma nell’una o nell’altra direzione.