07 – Seconda triade: etere del suono – elemento dell’acqua – forza di gravità


 

Nel descrivere le triadi successive di etere-elemento-forza centrale si descrive al contempo un nuovo stadio evolutivo. Quanto è stato generato al gradino precedente permane, ad esempio tutto ciò che riguarda lo spazio, e ad esso si aggiunge il nuovo, che entra nell’evoluzione attraverso l’acqua e l’etere del suono.

Rudolf Steiner ha chiamato l’etere del suono anche etere chimico e etere numerico. Siamo così indirizzati in particolare ai campi dell’acustica, della chimica e della matematica.

Una particolare caratteristica dell’acqua è il suo confluire insieme, il suo continuo rifondersi in un’unica massa liquida; ha sempre la tendenza ad unire e a ricostruire la sua totalità fondendo insieme le parti separate. L’acqua è una continuità fluida. Si guardi alle gocce di pioggia: cadono e fluiscono insieme formando un rivolo, un torrente, un fiume, un lago, fino al mare. Ogni goccia isolata riconfluisce nella grande massa del mare. Nel mare non c’è più alcuna goccia, ma solo la totalità delle sue acque.

 

Ci si formi nel pensiero la rappresentazione opposta, cioè qualcosa di unitario che si suddivide, si disunisce e si scompone, dove importante è la distanza, lo spazio che intercorre tra le singole parti. Questa rappresentazione ha la sua realtà nella musica. Una sinfonia esiste per via degli intervalli. Se le singole note fluissero insieme come le gocce di pioggia, se cioè gli intervalli diventassero insignificanti, non esisterebbe alcuna musica. Per tale motivo l’urlo di una sirena o l’ululato di un cane suscitano un’impressione sgradevole, e ad ogni modo non sono percepiti come musica. La musica esiste solo grazie agli intervalli, alle distanze simultanee o successive, essa si fonda su una forza che divide e mantiene diviso, senza però eliminare le relazioni.

Secondo l’indagine di Rudolf Steiner è questa forza dell’etere del suono che suddivide e separa creando intervalli e rapporti numerici, da cui anche il nome di etere numerico. Dovunque nella natura compaiano rapporti numerici è attivo l’etere del suono, ma solo quando gli elementi disgiunti sono al contempo in relazione tra loro.

Questo si mostra già quando si guarda alle condizioni di manifestazione di un singolo suono. Affinché possa generarsi un suono, una nota di violino o di flauto, sono necessari due punti fissi, o nodi di oscillazione, posti a una precisa distanza, tra cui vibra la corda o l’aria. Siamo in presenza di una separazione le cui parti sono in relazione tra loro: abbiamo cioè una polarizzazione.

 

Questi sono gli elementi costitutivi di un suono:

• la distanza tra i nodi che corrisponde alla misura,

• la tensione che corrisponde al peso

• e il numero delle vibrazioni.

 

I tre fattori, misura, numero e peso sono indissolubilmente uniti in un suono quando agisce l’etere del suono. Non può originarsi alcun suono senza la dualità dei nodi e quanto accade fra di essi, cioè senza la contrapposizione quiete – movimento (oscillazione). La caratteristica dei nodi è la loro fissità, l’essere ben saldi, altrimenti il suono ha una vibrazione impura. La distanza tra i nodi non è un semplice spazio intercorrente, è infatti percorsa da un movimento che dai nodi si accresce nel mezzo fino a un massimo. L’essenzialità del suono è proprio questo movimento.

 

Tali regolarità affiorano con evidenza nelle figure di Chladni. Il Dr. Hans Jenni ha studiato approfonditamente questi risultati spiegandoli molto dettagliatamente in una sua pubblicazione (19). Mediante un suono si fa vibrare una lastra di metallo, adeguata allo scopo, su cui è sparsa della polvere di ferro. Quest’ultima, prima sparsa in modo regolare, comincia a suddividersi, compaiono zone vuote ed altre dove la polvere di ferro si accumula. Nascono così delle figure dalla struttura geometrica che mutano al variare del numero di vibrazioni. Tuttavia non si modifica una singola zona isolatamente, ma è sempre il tutto a subire una trasformazione. Si sono verificate divisioni, separazioni, distanze, intervalli, ma ciascun elemento è in relazione con l’altro formando nell’insieme un’unità. Questa è l’essenza dell’ordine. L’ordine presuppone parti separate messe tra loro in una relazione sensata.

 

Il vibrare-insieme di suoni separati è l’essenza della musica, è l’armonia.

È risaputo che la musica è interamente pervasa da leggi numeriche e matematiche, lo mostrano il numero delle oscillazioni, la misura tra i nodi, le frazioni numeriche degli intervalli, le relazioni tra le note secondo melodie e ritmi ecc.

Al fattore numerico è connesso l’elemento qualitativo del suono, e questo è l’eterico vero e proprio.

 

L’acustica moderna non conosce l’etere del suono. È dell’opinione che il suono sia prodotto unicamente da fattori fisico-meccanici: una corda tesa, una campana, il dito che pizzica le corde, il batacchio che percuote la campana, sono solo fattori fisici. Fu anche questa constatazione che diede motivo alla concezione materialistica delle percezioni sensorie. Le vibrazioni dell’aria, generate fisicamente e fisicamente misurabili, furono considerate origine ed essenza del suono.

Partendo da una simile convinzione tutto il mondo delle percezioni si è annullato in oscillazioni di ogni tipo. Questa concezione è fondamentalmente falsa. Già negli anni ‘80 del secolo scorso, nella sua introduzione agli scritti scientifici di Goethe, Rudolf Steiner spiegò queste cose mostrando l’inconsistenza delle teorie scientifiche . Egli rivelò anche la vera relazione delle onde sonore col suono, inteso come attività eterica.

 

Le vibrazioni sono una realtà del mondo sensibile che consentono la manifestazione

e la percezione dell’etere del suono, che è soprasensibile, nel mondo dei sensi.

• Senza vibrazioni non c’è suono, ma noi non udiamo le vibrazioni

bensì l’etere del suono ad esso unito, e lo udiamo nella qualità di un particolare suono.

 

Ciò è meglio comprensibile se pensiamo agli intervalli, ad esempio ad un intervallo di quarta. Fisicamente abbiamo due suoni, nessuno dei due però è una quarta. In senso fisico l’intervallo non esiste, ma tuttavia è percepibile. Una quarta, una quinta, sono dei prodigi: percepiamo qualcosa che dal punto di vista fisico è nulla. Reali sono i due suoni, ma è percepita invece la loro distanza, la loro relazione: l’intervallo.

Come uomini siamo in grado di originare delle oscillazioni così da suscitare un suono. Questa nostra capacità implica la responsabilità di quanto facciamo risuonare nel mondo. Vibrazione = figura sonora e etere. Ma la figura sonora è tutt’altra se originata da un flauto, dalla radio o da un organo elettronico. La qualità del suono è diversa e quindi anche l’azione nel mondo.

 

Ci si avvicina all’essenzialità dell’etere del suono quando si considera la polarizzazione in nodi e la vibrazione, quando si coglie la separazione tra attività e passività, tra movimento e quiete. Si può caratterizzare l’etere del suono come attivo separare o ricongiungere, il cui risultato è «vibrare».

La vibrazione è movimento che non può propagarsi, è movimento trattenuto. Quando una campana risuona configura l’aria in addensamenti e rarefazioni come nelle figure di Chladni. L’etere del suono crea nodi, mette in movimento e addensa la sostanza fisica. Opposte sono le forme di movimento dell’acqua, il cui fluire e ondeggiare è provocato dall’esterno. L’acqua è in se stessa inerte, le occorre un impulso dall’esterno per mettersi in movimento.

Secondo quanto abbiamo esposto

• l’etere del suono è la causa del movimento,

• l’impulso al movimento, lo stimolatore.

• Per il movimento necessitano spazio e tempo.

 

• Lo spazio si è originato allo stadio evolutivo dell’antico Sole,

• il tempo allo stadio ad esso precedente dell’antico Saturno, di cui si parlerà ancora.

 

Al gradino evolutivo in cui si sviluppano etere del suono e acqua vi si aggiunge il movimento (sull’antica Luna).

A dire il vero ci sono tre movimenti originari: roteare, ondeggiare e vibrare.

Il fluire è un movimento secondario.

(Il movimento della luce, per quanto si possa parlare di movimento, è evolutivamente qualcos’altro,

e nel suo carattere irraggiante lo si deve distinguere dai movimenti citati).

 

Emerge ora un problema. Si doveva parlare della contrapposizione etere del suono-acqua. Quanto invece abbiamo considerato sinora è l’azione dell’etere del suono nell’elemento dell’aria, quindi nell’elemento che appartiene all’etere di luce. Questa relazione sarà chiarita in seguito.

C’è una relazione tra etere del suono e acqua? Le considerazioni svolte hanno mostrato l’etere del suono come forza che suddivide, differenzia, ordina e mette in movimento. Abbiamo qualcosa del genere nell’elemento dell’acqua?

Possiamo dare una risposta considerando il seguente fenomeno. Si lasci cadere un granello di sabbia in un recipiente d’acqua; si depositerà sul fondo rimanendovi. Secondo la legge fìsica di galleggiamento (Principio di Archimede) esso perde tanto del suo peso quanto il peso del volume del liquido spostato. Questa è l’unica azione dell’acqua coi sali insolubili.

 

Cosa avviene invece quando un sale si scioglie nell’acqua? Si metta nell’acqua un grammo di permanganato di potassio: si deposita sul fondo soggiacendo al Principio di Archimede. Ma cosa avviene del sale quando si scioglie? Viene suddiviso, una particola dopo l’altra si distacca dalla sua massa e questi singoli frammenti si distribuiscono nell’acqua. Dopo un certo tempo il cristallo di sale è svanito trovandosi ora come particelle (ioni) nella fluidità.

 

È poi strano che queste particelle si sollevino dal fondo colmando l’acqua in modo omogeneo. Il volume svanisce, e il peso pure! Cosa ha agito? Il cristallo è stato afferrato da una forza che lo ha frazionato e diviso fino alle sue componenti atomiche distribuendole in modo omogeneo nella fluidità. Dopo il completo discioglimento si ha un preciso rapporto con l’acqua e un certo ordine tra gli ioni che si può rappresentare spazialmente con il modello del reticolo strutturale. Questo ordine permane, e si ristabilisce a seguito di eventuali interventi (come agitare, riscaldare ecc.). Ciò significa che i legami (distanze) sono preservati e gli atomi compaiono come nodi di una tessitura, o reticolo, in cui gli intervalli sono negativi.

 

Nel processo di scioglimento è attivo l’etere del suono che crea gli intervalli e un ordine. Qui esso non risuona ma si manifesta ordinando la sostanza nell’ambito chimico, da cui il termine appropriato di etere chimico. Esso non è solo l’autore del processo di scioglimento ma anche di tutti i processi chimici, delle sintesi e analisi.

I processi chimici si svolgono secondo rigorose leggi numeriche.

In ciò si manifesta la natura numerica dell’etere chimico. Come tale esso mostra un altro aspetto che si deve aggiungere alle considerazioni già fatte. La distribuzione degli ioni nel liquido è completamente omogenea, cioè in ogni sua parte si trova un uguale numero di ioni.

 

Cosa significa omogeneo? Significa che la forza di gravità è eliminata.

Si deve aggiungere che le sostanze chimiche reagiscono tra loro secondo rapporti di peso. Una formula chimica, ad esempio H2S04, indica rapporti di peso. Nella soluzione viene creato ordine nei pesi, ma questi sono ordinati in modo da non essere i pesi stessi a reagire bensì il loro valore numerico.

 

Con la sua azione l’etere numerico toglie il peso alle sostanze.

L’etere chimico-numerico è una forza opposta alla gravità

che si può designare forza di levità, in contrapposizione alla pesantezza

(è tuttavia diversa dalla forza di galleggiamento).

 

L’attività chimica è la forma di manifestazione più appropriata e originaria dell’etere del suono. Non udiamo certo la musica che risuona in una soluzione chimica, ma essa pervade i processi chimici e l’omogeneità di una soluzione. Disporre in modo uniforme e regolare significa in greco armonizzare.

Armonizzare è il processo che contraddistingue la natura primordiale dell’etere del suono e spiega in sintesi i suoi diversi modi di agire. Gli antichi lo sperimentavano nell’armonia delle sfere.

 

Con le nostre parole ormai insipide dobbiamo dire: il suono dell’etere chimico origina dalla periferia cosmica.

Da qui esso compenetra anche il mondo sensibile,

ed è percepibile ovunque affiorino leggerezza, ordine, leggi numeriche, polarizzazione e simmetria.

L’etere del suono è la forza stimolatrice che si manifesta come vibrazione, esso armonizza.

 

In contrapposizione a questo l’acqua è fluida, e ancora di più lo è il suo interno, ovvero essa è un continuo slittare e spostarsi secondo piani e superfici. Ma l’acqua è anche densa, compatta, ha massa. Alla massa è connesso il peso, l’acqua ha peso, si può pesare, ed è persino misura di peso.

La contrapposizione leggerezza-pesantezza appartiene alla sfera dell’etere del suono e all’acqua, e non, come spesso si pensa, a quella della luce e dell’aria.

L’acqua è soggetta all’azione di una forza fisica che in modo appropriato si dovrebbe chiamare forza di massa, ma abitualmente, per la sua proprietà di attrarre, viene designata forza di gravità. Questa però è solo un aspetto di tale forza, che è invece opposta all’etere del suono ed è legata al problema della massa, dell’inerzia, della quiete e immobilità. Questa forza contraria annulla ogni ordine, sopprime ogni separazione e divisione trasformando tutto in un ammasso inerte; essa rende uniforme, ma nel senso di caotizzare ogni ordine, mettendo insieme nella massa compatta ogni individuale particella.

AZIONE NELL’ORGANICO

Siccome l’acqua è il fondamento di ogni vita, le sue proprietà, e quelle dell’etere ad essa unito, si ritroveranno certamente nell’ambito del vivente. Si può persino dire:

La vita consiste nel connettere e separare, unire e differenziare.

Fecondare è congiungere: lo spermatozoo si unisce all’ovulo.

• Lo sviluppo successivo è separazione e differenziazione.

 

L’azione dell’etere del suono è visibile in modo sorprendente nella divisione cellulare. Osservando la sequenza delle fasi di divisione si scorge un fenomeno paragonabile alla formazione delle figure di Chladni. All’inizio affiorano due punti nodali, i centrioli, tra i quali avviene tutto il resto. Il nucleo cellulare compatto entra in eccitamento, si allenta e scompone in singole formazioni che si dispongono ordinate nel mezzo. I cromosomi sì differenziano e dividono nella loro lunghezza, le due metà migrano verso i due centri dove si riannodano. Si sono ora formati due nuclei cellulari che si rispecchiano. La divisione cellulare, come sdoppiamento, è il processo primordiale di ogni manifestazione organica (fig. 4).

 

 

Elemento dell’acqua e etere del suono creano la possibilità di unione e divisione cellulare, che sono i movimenti fondamentali del vivente. Questa coppia complementare si rapporta nella corporeità come simpatia e antipatia, attrazione e repulsione, nella sfera dell’anima. Entro il suo campo di azione essa provoca anche la divisione dei sessi in maschile e femminile.

Nella natura l’etere numerico è percepibile laddove affiorano leggerezza, ordine e regolarità numeriche. Da una parte l’acqua unifica dissolvendo ogni separazione, dall’altra l’etere del suono provoca separazione, divisione e quindi distanza e intervallo.

Nel regno vegetale abbiamo un esempio evidente. Se si guarda su una carta geografica il corso delle acque di una certa regione si vede come i torrenti confluiscano in corsi d’acqua sempre più grossi fino al mare. Se si disegna questo si ottiene l’immagine di un albero o di un cespuglio. Ma nell’albero e nel cespuglio l’acqua fluisce in senso inverso, diramandosi sempre più anziché seguire la tendenza a riunirsi; qui essa segue una direzione opposta alla forza di gravità. La linfa sale contro la forza di gravità suddividendosi sempre più nei rami e nelle foglie.

 

Oggi si spiega la salita dei succhi vegetali per mezzo della capillarità e dell’osmosi. Ciò è fondato (in parte) nelle piante già formate il cui corpo vegetale è attraversato da un sistema di capillari nei quali circola la linfa. Ma tutte le piante si sviluppano da una condizione liquida e qui non ci sono capillari perché devono ancora formarsi.

La loro formazione avviene in seguito a movimenti ascendenti e discendenti entro la fluidità, non spiegabili con le sole leggi dei liquidi. La forza che si manifesta dietro questi fenomeni è l’etere del suono; esso è la forza che fa ascendere nella levità, che differenzia, divide, crea rapporti ed è l’agente del movimento nella sfera del vivente. Senza di esso rimane inspiegabile la chioma dell’albero, ma anche ogni pianta.

Nella formazione delle piante si trovano molti rapporti numerici, connessi tutti in un certo ordine. Troviamo divisione, moltiplicazione, addizione, angolature, curvature, tutto il mondo dei numeri fa la sua comparsa offrendosi al biologo come sistematica dell’ordinamento vegetale.

 

RIEPILOGO

• In sintesi si può caratterizzare l’etere del suono, chiamato anche etere numerico, come forza armonizzatrice posta a fondamento di quanto risuona e del chimismo. Esso è la forza di sdoppiamento e divisione, agisce nell’intervallo, crea rapporti e ordine, manifesta l’armonia del mondo dei numeri ed è forza di leggerezza (annulla il peso). È inoltre forza stimolatrice che appare come vibrazione, causa di ogni movimento, ordine e simmetria.

La forza fisica contrapposta uniforma ogni cosa annullando tutte le divisioni e differenziazioni; agglomera tutto nella massa in cui l’ordine è caotizzato, ogni movimento paralizzato, ogni stimolo spento. È la forza che abitualmente, per la sua proprietà di attrarre, chiamiamo forza di gravità (anche se questa è solo un aspetto di tale forza). A questa forza di coesione è connesso il problema della massa e dell’inerzia; può essere designata forza preservatrice di massa (forza di compattezza).

L’elemento dell’acqua risente l’influsso di entrambe le forze e ciò si manifesta nell’aspetto più caratteristico del suo essere fluido.

Nell’ambito di acqua, suono e massa si ha l’origine di misura, numero e peso.