Sfere di attività e di influenza delle diverse gerarchie.

O.O. 136 – Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura – 10.04.1912


 

Dalle conferenze sin qui tenute si dovrebbe dedurre che

alla veduta fisica del sistema planetario, anzi del cielo stellato in generale,

si presenta veramente solo una grande illusione,

e che si perviene alla realtà solo acquistando a poco a poco

la conoscenza delle entità spirituali che operano nei diversi corpi celesti.

 

Finora abbiamo dovuto compiere il tentativo di imparare a conoscere le diverse entità spirituali che agiscono nello spazio cosmico, nei sistemi stellari: in altre parole, abbiamo cercato di imparare a conoscere le diverse entità appartenenti alle tre gerarchie che si trovano al di sopra dell’uomo.

 

Si sarà osservato che finora ci siamo accostati alle entità delle gerarchie, indicando le vie per le quali la coscienza occulta perviene realmente a una specie di percezione delle entità che stanno uno o più gradi al di sopra dell’uomo. Abbiamo così cercato di seguire una via interiore, per così dire mistico-esoterica, per acquistare un’idea puramente animico-spirituale del carattere delle entità di gerarchie superiori.

 

Soltanto nell’ultima conferenza si è cercato di procedere un poco dall’interiore all’esteriore, mostrando come le forme degli astri accessibili ai sensi abbiano origine dalla cooperazione di due diversi gruppi in seno alle gerarchie: delle loro entità normali e degli esseri luciferici.

 

Prima di procedere oltre nella nostra disamina occulto-esoterica, vorrei oggi delineare sotto un altro aspetto (e precisamente quello che si presenta alla coscienza ordinaria) la via che poi si ricongiunge con quelle che abbiamo percorso nelle conferenze precedenti. Certo, nel seguire questa via piuttosto esteriore, che prende le mosse dai fatti esistenti per la coscienza ordinaria, dovremo richiamarci a diverse cose esposte nelle conferenze precedenti.

 

Affacciandosi allo spazio cosmico, già la coscienza ordinaria trova corpi celesti di specie diversa che vengono distinti e descritti anche dall’astronomia materialistica. Oggi vorrei concentrare la nostra attenzione sopra i fenomeni che si presentano entro un sistema planetario anche alla coscienza ordinaria e all’astronomia materialistica.

 

Troviamo qui anzitutto i pianeti stessi, e poi, contrapposto ad essi, l’astro da cui dipendono, la stella fissa, il Sole.

Intorno ai pianeti ruotano le loro lune, e nel caso della nostra Terra la nostra Luna.

Vi sono poi entro il sistema planetario quei corpi celesti singolari che la coscienza ordinaria trova tanta difficoltà

a inserire nel quadro complessivo del sistema planetario: cioè le meteore e i corpi del tipo delle comete.

 

Prescindiamo per il momento da tutti gli altri aspetti dei mondi stellari, limitandoci a considerare questi quattro tipi di corpi presenti entro un sistema planetario: il pianeta, la stella fissa, la luna e la cometa.

Dobbiamo qui anzitutto renderci ben conto di un fatto ovvio: per la normale coscienza esteriore è in fondo possibile solo l’osservazione del pianeta stesso, e precisamente del pianeta sul quale si trova e percepisce la coscienza normale: quindi per gli abitanti della Terra, la Terra stessa in quanto pianeta. Tutto il resto la coscienza ordinaria è in grado di osservare solo, vorrei dire, nei suoi aspetti più esterni. Vogliamo ora affrontare questa classificazione offertaci dalla coscienza normale, valendoci delle premesse che ci sono state fornite dalla via occulta esoterica.

 

Nella serie degli esseri spirituali che stiamo prendendo in considerazione, noi abbiamo sin qui distinto l’uomo stesso, il quale si trova per così dire sul gradino inferiore della scala gerarchica; poi siamo saliti attraverso le tre categorie della terza gerarchia, caratterizzando le diverse entità che (conforme all’esoterismo occidentale) abbiamo chiamato Angeli, Arcangeli e Archai. La gerarchia immediatamente superiori è formata dagli esseri denominati Spiriti della forma, Spiriti del movimento e Spiriti della saggezza, a loro volta sovrastati dagli Spiriti della volontà (Troni), dai Cherubini e dai Serafini.

 

Prendendo così in considerazione la scala delle diverse entità delle gerarchie, la coscienza esoterica tiene presente anzitutto le condizioni terrestri. Come si è visto, infatti, dobbiamo tener conto di tutti quegli esseri spirituali, se vogliamo studiare a fondo l’uomo e tutto quanto lo riguarda sul suo pianeta. Nelle ultime conferenze si è veduto che non sono spiegabili spiritualmente i fenomeni relativi all’uomo e al suo pianeta, senza prendere in considerazione quelle entità.

 

Abbiamo visto che dall’uomo fino agli Spiriti del tempo (Archai) si tratta di entità che svolgono la loro parte nel processo culturale storico; nelle entità della terza gerarchia dobbiamo dunque scorgere i principi che fanno progredire passo passo l’uomo, nel corso dell’evoluzione terrestre, guidando lo sviluppo della civiltà.

Si è visto inoltre che mentre le entità stesse della terza gerarchia rimangono attive in seno al processo della civiltà, certi loro discendenti, che abbiamo denominato spiriti della natura, discendono nel mondo dell’esistenza naturale e vi operano.

 

Se poi prendiamo in considerazione il pianeta stesso, tutto quello che ad esso appartiene non può venire correttamente spiegato, se non concepiamo la sua forma come determinata dagli Spiriti della forma, la sua mobilità interna dagli Spiriti del movimento e la coscienza planetaria come determinata da Spiriti della saggezza.

Così procedendo, siamo rimasti fermi a quanto avviene entro il pianeta, e dunque (nel caso per esempio della Terra) entro ciò che riguarda l’uomo.

 

Abbiamo poi veduto che se fossero attive soltanto le entità superiori ora menzionate, fino agli Spiriti della saggezza, il pianeta starebbe fermo.

Abbiamo dovuto attribuire agli Spiriti della volontà il fatto che il pianeta abbia un impulso di movimento ed effettivamente si muova all’esterno; mentre ai Cherubini si è dovuto attribuire l’inserimento di quel movimento del pianeta nel piano dell’intero sistema planetario.

 

Con questo abbiamo però già composto il sistema planetario, perché dal fatto che i moti dei singoli pianeti sono regolati in modo da formare nel loro complesso il sistema, risulta la condizione che il tutto viene diretto dall’astro centrale, dalla stella fissa.

Nei Serafini riconosciamo quindi ciò che dal sistema planetario si esprime, per così dire, o parla in direzione dello spazio cosmico, verso gli altri sistemi planetari.

 

Abbiamo paragonato questo tipo di attività con la posizione degli uomini i quali pure, nel contesto sociale, non procedono isolati (ciò che si potrebbe allora paragonare con la direzione esercitata dagli Spiriti della volontà), bensì comunicano fra di loro mediante il linguaggio.

Similmente, grazie ai Serafini, ha luogo una comunicazione da un sistema planetario all’altro.

 

Per il sistema planetario i Serafini rappresentano più o meno quello che sulla Terra si esprime nel linguaggio il quale congiunge gli uomini, li riunisce, li porta a comprendersi a vicenda.

I Serafini recano i messaggi da un sistema planetario all’altro, dando reciproca conoscenza di quanto avviene nei diversi sistemi.

Così il mondo dei sistemi planetari si congiunge e forma un tutto.

 

Testo alternativo generato dal computer: Serafini Cherubini Troni SP. d. saggezza SP. d. movimento SP. d. forma SP. d. tempo Arcangeli

 

In fondo, abbiamo dovuto menzionare questa scala ascendente di entità gerarchiche, in quanto tutte le forze e le azioni che da esse scaturiscono risultano percepibili nel fenomeno complessivo dell’uomo che vive sul suo pianeta.

Come lo sguardo occulto ci insegna che quell’intero sistema di entità ha a che fare col pianeta Terra, un sistema simile è coinvolto in modo simile con altri pianeti.

 

Se con tutti i mezzi a sua disposizione l’uomo dirige lo sguardo occulto verso gli altri pianeti del nostro sistema planetario, trova che anche per gli altri pianeti si fanno le medesime esperienze quando ci si accosta, da esseri umani, ai Serafini, o ai Cherubini o ai Troni.

In altre parole, se si dirige lo sguardo occulto verso Saturno, o verso un altro pianeta del nostro sistema, si ritrovano le stesse esperienze che abbiamo descritto come necessarie per innalzarci a un’entità del rango dei Serafini, o dei Cherubini, o dei Troni, in quanto coinvolti con gli eventi del pianeta terrestre.

Bisognerà procedere esattamente allo stesso modo, fin giù agli Spiriti del movimento.

 

Per quanto riguarda i Serafini, i Cherubini, i Troni, gli Spiriti della saggezza, il risultato dell’osservazione occulta è il medesimo per tutti i singoli pianeti del nostro sistema, sia che si osservi Marte, o Giove, o Mercurio, o Venere. In tutti questi pianeti si trovano gli stessi risultati, se si osserva l’attività dei Serafini, dei Cherubini, dei Troni e degli Spiriti della saggezza.

Invece non si trovano più gli stessi risultati, se osserviamo per gli altri pianeti del nostro sistema gli effetti dell’attività degli Spiriti del movimento e degli Spiriti della forma.

 

In altre parole,

• se noi cerchiamo di fissare il nostro sguardo occulto sopra un altro pianeta, per esempio Marte,

e ci chiediamo in che modo vi agiscano i Serafini, i Cherubini, i Troni o gli Spiriti della saggezza,

la risposta sarà che essi vi agiscono proprio come sulla nostra Terra.

• Non è così per quanto riguarda l’attività degli Spiriti del movimento e quelli della forma:

le loro attività si differenziano sui diversi pianeti.

• Dobbiamo cioè distinguere Spiriti della forma e Spiriti del movimento propri di ogni singolo pianeta.

Lo sguardo educato all’osservazione occulta può poi venire indirizzato anche al Sole, alla stella fissa.

 

• Per imparare a conoscere l’essenza della stella fissa stessa, occorre fare attenzione a non introdurre nell’osservazione di questa certi elementi che hanno importanza per i pianeti circostanti, ma appunto non per l’astro centrale. Voglio spiegarmi meglio.

 

Nella conferenza precedente ho mostrato come tutte le entità delle gerarchie superiori, dai Serafini fin giù agli Spiriti della forma, operino nel sistema cosmico come una specie di collegio che ha sede nel Sole, in modo che effettivamente si dipartono dal Sole le azioni esercitate da tutti questi spiriti.

Oggi poi abbiamo spiegato che per esempio Marte ha i propri Spiriti della forma, così Giove, e così anche la Terra.

 

Se vogliamo esprimerci in immagini (e del resto tutto quanto si riferisce a condizioni tanto eccelse è più o meno un’immagine), dobbiamo raffigurarci che la sede, il punto d’attacco dell’azione per gli Spiriti della forma di Marte, per gli Spiriti della forma di Giove, e così via, si trova sempre nel Sole, nella stella fissa: è da lì che essi agiscono.

Senonché altri sono gli Spiriti della forma che dal Sole agiscono su Marte, altri quelli che agiscono verso la Terra o verso Giove: a ciascuno è affidato per così dire un ministero. Questa loro attività va a vantaggio dell’intero sistema.

 

A questo punto, però, non ci domandiamo più che cosa accade dal Sole per i pianeti, bensì che cosa accade entro la sfera stessa della stella fissa per i suoi propri esseri, per l’evoluzione delle entità stesse che si trovano nell’astro.

Possiamo servirci del paragone con le azioni che qualcuno può compiere per un altro. Per cominciare possiamo supporre che una certa attività, che una persona svolge per un’altra, non abbia un valore diretto per lo sviluppo di chi la compie: l’azione va a vantaggio dell’altra. Similmente l’attività degli Spiriti del movimento e degli Spiriti della forma (dei quali stiamo parlando) va a vantaggio del sistema planetario.

 

Ora però ci chiediamo: prescindendo dal fatto che la stella fissa è circondata da pianeti, in che modo l’evoluzione si svolge su di essa, considerata come tale, come entità singola? che cosa partecipa sull’astro stesso all’evoluzione delle entità? Qui incontriamo in realtà il medesimo limite.

 

• Rivolgendo infatti lo sguardo occulto alla stella fissa (cioè, nel caso del nostro sistema planetario, al Sole),

dobbiamo riconoscere che sugli esseri del Sole hanno un certo potere solo le entità delle gerarchie superiori

che si estendono dai Serafini fin giù agli Spiriti della saggezza.

• Queste sono le entità attive per l’evoluzione della stella stessa e delle sue entità,

mentre gli Spiriti del movimento e gli Spiriti della forma

sono per così dire inefficienti per lo sviluppo delle entità sulla stella fissa:

a loro è deputata l’attività sui pianeti che nel sistema planetario Circondano la stella fissa.

 

Osservando la stella fissa possiamo dunque dire che su di essa la vita è talmente sublime e possente, che le entità che si sviluppano su di essa possono avere a che fare solamente con esseri dell’altezza dei Serafini, dei Cherubini, dei Troni e degli Spiriti della saggezza; altri esseri invece, i quali compiono sulla stella stessa la propria evoluzione, cioè appunto gli Spiriti del movimento e della forma, non hanno il potere di contribuire alla sua evoluzione. Non sono di rango abbastanza elevato. Essi rappresentano certo qualcosa di eccelso per gli uomini che si trovano sulla Terra, ma sono senza valore per le entità della stella fissa. Sono impotenti a intervenire nello sviluppo, nell’evoluzione dell’astro.

 

Considerando dunque l’essenza del pianeta (e prescindendo per il momento dall’uomo che abita sul pianeta, sulla nostra Terra), potremo dire che per il pianeta, in quanto è inserito nel sistema solare, influiscono sulla sua evoluzione le entità fin giù agli Spiriti della forma.

 

La sfera d’influenza delle gerarchie si estende

• per le stelle fisse fino agli Spiriti della saggezza,

• per i pianeti invece fin giù agli Spiriti della forma.

 

A questo punto, nell’ambito del sistema planetario ci rimangono da considerare ancora due specie di corpi cosmici: le lune e le comete. Sorge allora il problema del modo in cui tali corpi cosmici si presentano allo sguardo occulto. Quali tipi di azione riscontra lo sguardo occulto, quando si concentra sulla Luna che ruota intorno alla nostra Terra?

 

• Con lo sguardo occulto sulla Luna non si trova nulla della vita umana che si sviluppa sulla Terra:

sulla Luna non è reperibile un’evoluzione simile a quella umana,

e neppure vi si trova qualcosa di corrispondente all’evoluzione del nostro regno animale.

• Questi due tipi di evoluzione non risultano reperibili sulla Luna all’indagine occulta.

 

Con questo non intendo fare la banale affermazione esteriore che sulla Luna non vi sono uomini incarnati in un corpo, quali esistono sulla Terra, o animali simili a quelli terrestri: facendo una tale affermazione l’occultista intende qualcosa di sostanzialmente diverso.

 

Sarebbe infatti possibile che, in condizioni diverse, in un corpo cosmico qualsiasi esistessero i componenti superiori dell’uomo, cioè l’io o il corpo astrale, e che in quella sede compissero un’evoluzione senza essere inseriti in un corpo fisico o in un corpo eterico umani.

 

Questo è concepibile, e condizioni siffatte esistono davvero: un’evoluzione potrebbe avvenire in senso spirituale, per esempio sulla Luna, senza un’incarnazione esteriore come quella dell’uomo.

 

Questo però di fatto non avviene: sulla Luna non ha luogo qualcosa di simile alla storia umana, né un’evoluzione di esseri che siano simili, anche dal punto di vista dell’anima, all’uomo o ai nostri animali.

 

Senonché neppure ascendendo dall’uomo agli esseri delle gerarchie superiori che abbiamo chiamati Angeli, nei quali abbiamo riconosciuto le guide spirituali più prossime dell’uomo, neppure per questi sulla Luna troviamo una sede della loro evoluzione.

• Non vi troviamo né i modi di azione, né le forze che sono propri degli Angeli nei riguardi della Terra.

 

Abbiamo descritto abbastanza esattamente quello che tali entità debbono compiere per l’uomo sulla Terra: ebbene, sulla Luna non hanno luogo interventi di quel tipo. Non vi troviamo per così dire alcuna traccia di un’attività umana, né animale, e neppure quella che è propria degli Angeli.

 

Se ora teniamo presenti le forze con le quali gli Arcangeli portano avanti l’evoluzione umana, e rivolgiamo lo sguardo occulto alla Luna, constatiamo con sorpresa che sulla Luna sono attive quelle stesse forze che nell’ambito dell’evoluzione terrestre vengono esplicate da un Arcangelo in favore della civiltà di un dato popolo.

L’Arcangelo che guida spiritualmente la vita dei popoli è presente sulla Luna sotto forma delle caratteristiche sue forze, e ci parla quando concentriamo sulla Luna lo sguardo occulto.

 

Se poi teniamo d’occhio la natura delle entità che chiamiamo Archai o Spiriti del tempo (quelle che guidano l’evoluzione terrestre nelle diverse epoche e la portano avanti, per esempio dal periodo egizio a quello greco, o dal greco al nostro), se acquistiamo conoscenza delle forze attive nella guida dell’evoluzione ad opera degli Spiriti del tempo, allora ritroviamo lo stesso caratteristico tipo di forze quando osserviamo quello che ci si presenta nella Luna.

 

• Allo stesso modo in cui abbiamo potuto definire sfera d’influenza del pianeta

le entità delle gerarchie spirituali fino agli Spiriti della forma,

• così nel caso della Luna possiamo stabilire il confine a livello degli Arcangeli:

la sfera della Luna si estende fin giù alla cerchia degli Arcangeli.

 

Prima di proseguire come fin qui l’esposizione dei risultati dell’indagine occulta, potrà esserci utile un ulteriore confronto della Luna, dei pianeti e della stella fissa, dal punto di vista dell’occultismo. Per questo genere di osservazioni è necessario acquistare in precedenza idee ben precise su certi aspetti presenti nell’uomo stesso, e precisamente nel suo corpo fisico, aspetti di cui non si tiene alcun conto da parte dell’anatomia e della fisiologia materialistica.

 

Come procede infatti l’anatomico del nostro tempo, per studiare il corpo fisico? Egli esamina, poniamo, ora un pezzo di fegato, ora un frammento del sistema nervoso cerebrale, considerandoli appunto solo come sostanze materiali esistenti l’una accanto all’altra. Egli le esamina proprio come si possono confrontare due cose qualsiasi poste l’una accanto all’altra, le esamina in modo puramente esteriore.

 

L’anatomico o il fisiologo materialisti non tengono conto che un frammento di sostanza cerebrale è qualcosa di radicalmente diverso da un frammento di fegato. In due diverse parti del corpo umano i componenti soprasensibili della natura umana, i corpi superiori, operano in modi del tutto differenti.

 

Nel caso di un frammento di sostanza cerebrale, per esempio, l’intera sua struttura e conformazione non avrebbero potuto organizzarsi, se quella sostanza non fosse stata elaborata, oltre che dal corpo eterico, anche da un corpo astrale. Il corpo astrale compenetra ed elabora la sostanza del cervello: in questa, come in qualunque altra sostanza nervosa, non vi è nulla che non sia elaborato dal corpo astrale, insieme al corpo eterico.

 

Nel caso del fegato invece bisogna rendersi conto che il corpo astrale compenetra sì anche quest’organo, senza però operarvi alcunché, senza partecipare alla sua organizzazione interna; a questa e alla sua struttura partecipa viceversa molto intensamente il corpo eterico. Nell’uomo i diversi organi sono in realtà cose del tutto differenti fra loro.

 

Potremo studiare adeguatamente un frammento del fegato, solo tenendo presente che in esso il corpo eterico svolge la parte principale, con le sue forze; il corpo astrale invece, sebbene compenetri il fegato come l’acqua riempie una spugna, non svolge un ruolo particolare nella sua configurazione.

Al contrario dovremo concepire la sostanza cerebrale come elaborata principalmente dal corpo astrale, e solo in misura ridotta dal corpo eterico.

 

D’altra parte l’io prende parte in modo essenziale alla struttura di tutto il sistema del sangue, fino alla edificazione del cuore, mentre non partecipa affatto all’organizzazione della sostanza nervosa, e tanto meno a quella degli altri organi.

Osservando dunque il corpo fisico dell’uomo secondo un vero occultismo (e non solo in base a uno schematismo occultistico), noi riconosciamo nei suoi diversi organi entità di valore del tutto differente dall’uno all’altro, e addirittura di diversa natura.

 

Si può affermare che un organo (mettiamo, il fegato o la milza) già nell’uomo vivente dipende dai componenti superiori della natura umana che esercitano in esso la loro azione.

Il fegato e la milza, ad esempio, sono organi del tutto diversi: nella milza esercita un’azione particolarmente spiccata il corpo astrale, il quale invece nel fegato non interviene quasi per niente.

 

Tutto ciò dovrà un giorno (e anzi fra non molto tempo) diventare oggetto di studio per fisiologi e anatomici, poiché a poco a poco nella descrizione materialistica degli organi umani, animali e vegetali emergeranno certi fatti apparentemente assurdi, qualora si continui a descrivere le cose allo stesso modo, l’una come l’altra, secondo il metodo dell’anatomia e della fisiologia attuali. La natura intrinseca, l’essenza di ogni cosa, sia nell’uomo, sia nel mondo, è data dal suo rapporto con lo spirito; questo vale tanto per l’uomo, quanto per il sistema cosmico.

 

Una luna è qualcosa di completamente diverso da un pianeta o da una stella fissa.

Abbiamo già veduto che diversi sono i rapporti delle entità delle gerarchie superiori con la stella fissa, con il pianeta e con la luna; per caratterizzare pienamente le diversità fra una luna, un pianeta e una stella fissa dobbiamo ora considerare anche qualcosa d’altro.

Supponiamo di isolare da un sistema planetario tutto quanto concerne le lune dei diversi pianeti: supponiamo cioè per un momento che non esistano né l’astro centrale, la stella fissa, né i pianeti, sì che rimangano soltanto le lune.

 

Se lo sguardo occulto viene indirizzato in modo da osservare appunto solo ciò che ho messo in evidenza adesso (vale a dire le lune, tutto ciò che nel sistema planetario è «luna», tutto ciò nel cui ambito le forze, giù fino agli Arcangeli, sono le stesse che sulla nostra Terra, nell’evoluzione progressiva dell’umanità), allora se ne ricava una ben determinata impressione e si fa una ben determinata esperienza occulta. Esperienza occulta che è possibile fare anche in un altro campo.

 

Chi si accosti alle cose dotato dello sguardo occulto pratico, purché disponga di sufficiente forza di volontà, può eliminare col pensiero dal sistema planetario i pianeti e le stelle fisse. Gli rimangono per così dire le lune, vale a dire che egli concentra la sua osservazione su tutto ciò a cui si è preparato!

Ora proviamo a cercare qualcosa d’altro che ci trasmetta la stessa impressione che si può ricavare dall’insieme di tutte le lune di un sistema planetario.

 

Esattamente la stessa impressione che si ricava dall’insieme di tutte le lune si ha quando si osserva un cadavere umano, cioè un corpo fisico il cui portatore sia da poco passato per la morte. Per quanto diverse possano apparire le due cose, le differenze esteriori non sono appunto altro che maya, apparenza.

L’impressione che si presenta allo sguardo occulto è la stessa nei due casi: quella che noi riportiamo di fronte alla somma delle lune di un sistema planetario, e quella suscitata da un corpo fisico che sia stato abbandonato dal suo corpo eterico, dall’astrale, e così via.

 

Ne scaturisce la conoscenza occulta che,

con le lune che di continuo vanno formandosi,

il sistema planetario produce a poco a poco in se stesso il proprio cadavere.

• L’insieme delle lune di un sistema planetario

rappresenta il cadavere del sistema che gli si va continuamente incorporando.

 

La differenza consiste nel fatto che dal momento in cui l’entità umana trapassa nella condizione corrispondente a quella del sistema planetario che va formando le sue lune, l’uomo elimina il proprio cadavere, mentre il sistema planetario lo conserva al proprio interno, concentrandolo, condensandolo per così dire nelle lune.

 

Sarebbe come se l’uomo, quando passa per la porta della morte, non deponesse il suo corpo fisico, ma lo appallottolasse facendone non so quali organi, e grazie a certe sue forze se lo portasse dietro!

 

Effettivamente un sistema planetario si trascina dietro il proprio cadavere

che si trasforma di continuo: è un cadavere in divenire, in evoluzione.

 

Ora andiamo avanti, e cerchiamo di descrivere un’impressione che lo sguardo occulto riceve, se elimina col pensiero tutte le lune di un sistema planetario, nonché la stella fissa e le eventuali comete. Concentrandosi in tal modo sull’insieme di tutti i pianeti, ponendosi dinanzi e concentrandosi esclusivamente su di essi, lo sguardo occulto potrà ricavarne una certa impressione e imprimerla nella memoria, per poterla poi descrivere: più tardi potrà poi confrontare a sua volta questa impressione con qualcosa di ben diverso da quella prodotta dai singoli pianeti.

 

Se si cerca qualcosa che susciti un’impressione confrontabile con quella data dall’insieme dei pianeti di un sistema, nell’ambiente terrestre che ci circonda non si ritrova altro che l’impressione che nasce quando si contemplano le diverse forme degli animali.

 

È molto difficile ricavare tale impressione in modo completo: si può però ricavarla parzialmente, prendendo in considerazione un certo numero di forme animali. Non si può ricavare un’impressione occulta di tutti gli animali nello stesso momento: questo sarebbe troppo complicato. Si può però fare una specie di compromesso, lasciando agire su di sé un certo numero di forme animali caratteristiche, in modo da prendere in considerazione solo le forze occulte che agiscono nelle forme animali.

 

Mediante lo sguardo occulto comparativo si può allora ricavarne un’impressione simile a quella prodotta dalla totalità dei pianeti di un sistema.

Il regno animale vive sulla Terra, e un’impressione di tutte le forze attive in esso è simile alle forze che scaturiscono dai singoli pianeti; d’altra parte, in quanto l’uomo ha nel suo corpo vivente un estratto del corpo animale, possiamo includere nel paragone anche il corpo umano vivente.

 

Perciò è possibile affermare: il vero e proprio corpo vivente, di cui è dotato un essere vivente e cosciente

(quale lo riconosciamo ad esempio nell’uomo primitivo o negli animali)

corrisponde al sistema dei pianeti di un sistema planetario:

nella totalità delle masse planetarie ci si presenta cioè il corpo vivente,

il corpo compenetrato dal principio della vita e della coscienza.

 

• Il complesso dei pianeti di un sistema è dunque il corpo vivente del sistema planetario.

• Se consideriamo come spirito e anima del sistema planetario

tutte le entità spirituali di cui abbiamo detto che sono contenute nel sistema stesso,

• dobbiamo considerare la totalità dei pianeti come il corpo vivente,

• e la totalità delle lune come il cadavere non eliminato dei pianeti.

 

Vogliamo ora rivolgere lo sguardo occulto alla stella fissa, cioè nel nostro caso al Sole. Cerchiamo di ricavarne un’impressione, in modo simile a quello che abbiamo descritto per la totalità delle lune e dei pianeti.

Prestando attenzione all’impressione destata in noi dalle forze operanti nella stella fissa, possiamo (anche in questo caso) scoprire nell’ambito delle condizioni terrestri qualcosa che suscita in noi un’impressione simile. E anche questa volta la cosa non riesce facile, perché qui abbiamo a che fare con le piante, e non si può tenere conto dell’intero mondo vegetale.

 

È però sufficiente concentrare l’attenzione della visione occulta sopra un certo numero di forme vegetali, per ricavare l’impressione di ciò che nelle piante vive ed opera. Se si esporrà lo sguardo occulto a tale impressione, questo ci richiamerà all’impressione ricavata dalla evoluzione interiore della stella fissa.

Certo però la diversità va facendosi sempre più grande.

 

Riferita all’impressione occulta, la somiglianza fra un cadavere umano poco dopo la morte e la totalità delle lune è ancora notevole.

Anche fra le impressioni suscitate nell’uomo dal mondo vegetale e dalla stella fissa vi è ancora una spiccata rassomiglianza: non è però tanto spiccata quanto quella fra il corpo fisico umano appena deposto e la totalità delle lune.

 

La somiglianza cresce però di molto se lo sguardo occulto affronta ora un altro aspetto particolare: dopo avere ricevuto l’impressione di un certo numero di forme vegetali si prescinderà da queste piante (osservate con la veggenza occulta), si prescinderà dai corpi vegetali fisici, per applicare invece i mezzi adatti all’osservazione occulta pratica ai corpi eterici delle piante.

 

Si procede cioè a un’osservazione collaterale. Avremo preso nota dell’impressione ricevuta dalla stella fissa, e poi andremo alla ricerca di un’impressione simile, ma tuttavia non ancora del tutto soddisfacente, che suscita in noi un certo numero di piante.

 

Andremo poi più oltre, astraendo dalla forma esteriore della pianta ed esponendoci all’azione del corpo eterico che, come sappiamo, si trova nelle piante. Allora la somiglianza cresce, diventando quasi altrettanto grande quanto quella fra il cadavere umano fisico e la totalità delle lune.

 

• Ne risulta per la conoscenza occulta che, guardando alla stella fissa, vi abbiamo scorto l’attività

di ciò che è come il corpo eterico del sistema planetario:

ricaviamo effettivamente l’impressione di un corpo eterico.

• Comprenderemo l’impressione che abbiamo riportata dalla stella fissa,

se osserveremo il corpo eterico nelle piante:

là cioè dove esso opera ancora da solo col corpo fisico, non mescolato a un corpo astrale.

 

Da questo scaturisce dunque la conoscenza che osservando la stella fissa

vi scopriamo effettivamente, irraggiante, il corpo eterico del sistema planetario.

Possiamo a questo punto affermare: nella luna dobbiamo scorgere il cadavere del sistema planetario;

nella somma dei pianeti il corpo, e precisamente il corpo fisico;

nella stella fissa stessa abbiamo, irraggiante, il corpo eterico del sistema planetario.

 

Per lo sguardo occulto cessa in realtà ben presto la possibilità di attenersi a quella specie di «natura morta», a quella specie di costruzione di cartapesta che si presenta nell’astronomia fisica: infatti lo sguardo occulto rileva in ogni aspetto del sistema planetario la vita che vi fluisce e che ne fa un organismo vivente.

Precisamente dalla stella fissa si diparte un fiotto continuo di vita eterica che va fino all’estremo limite del sistema, e da lì rifluisce verso il centro.

 

Nei corpi animali e vegetali viventi incontriamo forze di vita concentrate per così dire nella stella fissa, come la vita dell’animale è centrata, diciamo, nel cuore, o come la vita vegetale è centrata nei diversi organi che regolano il movimento ascendente e discendente dei succhi.

Nella stella fissa abbiamo in sostanza un centro del sistema planetario.

Possiamo infine rivolgere lo sguardo occulto alla cometa, alla vita delle comete.

 

Non ho naturalmente il minimo dubbio che, se la scienza esteriore apprendesse quello che abbiamo esposto sulle caratteristiche del sistema planetario, tutto ciò verrebbe considerato particolarmente pazzesco: non importa! Le cose si fanno ancora molto più difficili nei confronti della vita delle comete: l’occasione di osservarla è infatti rara, e occorre una certa sicurezza dello sguardo occulto per poter osservare nel sistema planetario la singolare vita delle comete.

 

• Ritengo che chi mi ha seguito fin qui non avrà il minimo dubbio

che nell’intero sistema planetario non esiste soltanto ciò che abbiamo chiamato

il cadavere, il corpo fisico e il corpo eterico, ma che tutto questo è compenetrato dappertutto

dalle entità delle diverse gerarchie: in ogni parte sono presenti naturalmente forze animico-spirituali.

 

• Teniamo presente che nel sistema planetario vi sono

gli Spiriti del tempo (Archai), gli Arcangeli e le entità luciferiche, i quali tutti ne fanno parte.

• Abbiamo scoperto nel sistema planetario il cadavere, il corpo fisico e il corpo eterico.

• Da tutto quanto è stato esposto finora risulta che naturalmente

è presente dappertutto anche della sostanza astrale strutturata in entità,

poiché nelle entità delle gerarchie superiori è appunto presente sostanza astrale.

 

• Quando parliamo dell’uomo che ci sta dinanzi, del microcosmo, diciamo

che esso consiste del corpo fisico, del corpo eterico, del corpo astrale, e così via.

• Nel descrivere un sistema planetario dobbiamo soltanto porre a un diverso gradino l’elemento più basso.

Diremo pertanto: un sistema planetario consiste

• delle sue lune, che sono il suo cadavere,

• dei suoi pianeti, che sono il suo corpo fisico,

• e di tutto ciò che viene diretto dalla stella fissa, e che è il suo corpo eterico.

 

Vi scopriremo senz’altro la parte astrale

che impareremo a conoscere sapendo che vi dimorano delle entità.

• Come l’uomo dimora nei suoi involucri,

• così le entità delle gerarchie superiori risiedono nell’involucro cadaverico,

nell’involucro fisico e in quello eterico del sistema planetario.