Significato del simbolo del serpente. Animali invertebrati e vertebrati.

O.O. 93a – Elementi fondamentali dell’esoterismo – 26.09.1905


 

In ogni percorso di studi esoterici si tratta di imparare come dobbiamo vedere le cose intorno a noi. Naturalmente, di fronte ad un fiore e di fronte a tutte le cose dell’ambiente circostante, tutti sperimentano qualcosa. Ma si tratta di acquisire un punto di vista superiore, di riuscire a vedere più in profondità, di collegare ad ogni cosa determinate visioni. Su questo poggia, per esempio, la profonda medicina di Paracelso. Egli percepiva, sentiva, vedeva la forza di una certa pianta e la sua affinità con una forza corrispondente nell’uomo. Così, per esempio, egli vedeva su quale organo dell’uomo agisse la forza della digitalis purpurea.

 

Chiariamo con un esempio specifico questo modo di osservare le cose. Tutte le religioni hanno dei simboli. Al giorno d’oggi, su questi simboli si possono sentir dire molte cose, che però spesso sono solo interpretazioni esteriori arbitrarie. Ma i profondi simboli religiosi sono tratti dall’essenza stessa delle cose. Prendiamo per esempio il simbolo del serpente, che era stato comunicato a Mosè nelle scuole occulte egizie. Vediamo che cosa lo entusiasmava, che cosa gli dava l’intuizione.

 

C’è una differenza fondamentale

fra tutti quegli esseri viventi animali che hanno una spina dorsale

e quelli che, come i coleotteri, i molluschi, i vermi, e così via, non hanno spina dorsale.

Tutto il regno animale si divide nei due raggruppamenti principali degli animali vertebrati e di quelli invertebrati.

 

Riguardo agli animali invertebrati, ora ci si può chiedere: “Dove hanno i nervi, questi animali?” Infatti, altrimenti il fascio nervoso principale passa attraverso la colonna vertebrale. Ma anche gli invertebrati hanno un sistema nervoso, cosi come ce l’hanno anche l’uomo e gli animali vertebrati. In questi esso passa esternamente lungo la colonna vertebrale, fino a diffondersi nel celoma. Viene chiamato “sistema nervoso simpatico” con il plesso solare.

 

È lo stesso sistema che hanno anche gli animali invertebrati, solo che negli animali vertebrati e nell’uomo è meno importante. Questo sistema è connesso molto più strettamente al resto del mondo, rispetto al sistema nervoso nella testa e nella spina dorsale dell’uomo. Spegnendo l’attività di quest’ultimo nello stato di trance, si attiva il sistema nervoso simpatico. Ciò avviene per esempio nei sonnambuli.

 

La coscienza del sonnambulo si estende su tutta la vita dell’ambiente circostante e passa negli altri esseri intorno a noi.

I sonnambuli sentono le cose dentro di sé.

Ora, l’etere vitale è l’elemento che fluisce ovunque intorno a noi.

Il suo centro è nel plesso solare.

Se potessimo percepire solo con il plesso solare, vivremmo in intima comunione con tutto il mondo.

Questa intima comunione è presente negli animali invertebrati.

Un animale del genere, per esempio, sente un fiore dentro di sé.

L’animale invertebrato, nel sistema della Terra, è qualcosa di simile a quel che nell’uomo sono l’occhio e l’orecchio.

È una parte dell’organismo.

 

Di fatto c’è un organismo spirituale collettivo che percepisce, vede, sente, e così via,

per mezzo degli animali invertebrati.

 

Lo spirito della Terra è un organismo collettivo del genere.

Tutto ciò che abbiamo attorno a noi è un corpo per questo spirito comune.

Così come la nostra anima si crea occhi e orecchi per percepire il mondo,

quest’anima comune della Terra si crea gli animali invertebrati come occhi e orecchi per vedere e ascoltare nel mondo.

 

Durante l’evoluzione terrestre ci fu un momento in cui

nel vivere e nel tessere collettivo dello spirito della Terra subentrò una scissione.

Una parte si chiuse, come in un tubo.

Solo quando giunse questo momento fu possibile che originassero degli esseri

che sarebbero potuti diventare a loro volta esseri separati.

Gli altri sono parte dell‘unica anima della Terra.

 

Solo a questo punto inizia un particolare grado di separazione.

Solo ora comincia ad esserci la possibilità che un giorno qualcosa potrà dire “io” a se stesso.

Questo fatto, cioè che sulla Terra ci sono due epoche,

• prima l’epoca in cui sulla Terra non c’erano animali con un sistema nervoso racchiuso in un tubo osseo,

• e poi l’epoca in cui questi ebbero origine, viene espresso in tutte le religioni in modo speciale.

 

Il serpente fu il primo a chiudere in un tubo il vedere disinteressato, non separato, dello spirito della Terra,

costituendo la base per l’egoità.

I maestri esoterici impressero tutto ciò negli allievi in modo da far loro avere il sentimento:

• “Quando vedete il serpente, vedete il contrassegno del vostro Io”.

Così essi dovevano sentire con vivezza che l’io indipendente e il serpente sono apparentati.

 

Il sentimento del significato delle cose attorno a noi veniva formato in questo modo. Così, gli allievi compenetravano ogni singolo essere naturale con il giusto contenuto di sentimento. Questo sentimento lo aveva anche Mosè quando uscì dalle scuole misteriche egizie, e così propose come simbolo il serpente. In quelle scuole non si studiava nel modo tanto astratto di oggi, ma si imparava a capire il mondo sperimentandolo nella propria interiorità.

 

Esiste una descrizione dell’uomo che si basa sullo studio esteriore delle singole parti del suo organismo. Ma anche nelle opere mistiche e occulte antiche si trovano descrizioni dell’uomo. Però queste descrizioni sono state fatte in modo totalmente diverso da quello delle ricerche anatomiche. Sono addirittura molto più precise e molto più esatte di quelle descritte dall’anatomista del giorno d’oggi, perché questi descrive soltanto il cadavere.

 

Le descrizioni antiche sono state ricavate facendo in modo che gli allievi,

attraverso la meditazione, attraverso l’illuminazione, diventassero visibili a se stessi.

Per mezzo del cosiddetto fuoco della kundalini l’uomo può osservarsi da dentro a fuori.

 

Ci sono diversi livelli di questa osservazione. L’osservazione precisa, giusta, si presenta inizialmente in modo simbolico. Per esempio, se la persona si concentra sul proprio midollo spinale, di fatto vede sempre il serpente. Forse perfino lo sogna, il serpente, perché è l’essere che è stato posto esteriormente nel mondo quando si è formato il midollo spinale, ed è rimasto a quel livello.

 

Il serpente è il midollo spinale esteriore, trasposto esteriormente nel mondo.

Questo modo immaginifico di vedere le cose è la visione astrale (immaginazione).

Ma solo con la visione mentale (ispirazione) si ottiene il significato completo.

 

Questo percorso conoscitivo porta l’uomo a riconoscere il nesso fra microcosmo e macrocosmo, affinché egli possa ripartire se stesso nella natura, affinché possa dirsi a quale parte del mondo appartiene ogni suo singolo organo.

L’antico mito germanico ripartisce in questo modo il gigante Ymir. Il suo cranio va a formare la volta celeste, le sue ossa diventano le montagne, e così via. Questa è la spiegazione mitologica della visione interiore. Per ogni pezzo di mondo l’esoterista vede il nesso con qualcosa in sé stesso. Allora si presenta l’affinità interiore. Questa visione deve essere coltivata intensamente. Tutte le religioni richiamano l’attenzione su questo intenso studio. Anche i vangeli vi richiamano l’attenzione.

 

L’esoterista si dice:

“Tutte le cose del mondo circostante, le pietre, le piante e gli animali, sono segni della mia stessa evoluzione; io non potrei esistere, se non ci fossero questi regni”.

 

Questa coscienza non ci riempie solo del sentimento di esserci elevati al di sopra di questi regni,

bensì anche della conoscenza del fatto che senza di essi non potremmo esistere.