Simpatie e antipatie sono profondamente collegate con tutto il destino umano

O.O. 235 – Nessi karmici Vol. I – 17.02.1924


 

Simpatie e antipatie sono profondamente collegate con tutto il destino umano.

Esse non appartengono al mondo della terza gerarchia, ma a quello della seconda, di Potestà, Virtù, Dominazioni.

 

L’immagine terrena delle alte, magnifiche figure della seconda gerarchia appare nel regno animale.

Quello che tali entità ci trasmettono mentre viviamo con loro fra la morte e una nuova nascita,

si manifesta nelle simpatie e antipatie innate che nascendo portiamo con noi nel mondo fisico dal mondo spirituale.

 

Esaminando queste cose, concetti come quelli della comune ereditarietà appaiono puerili, veramente puerili.

Perché io porti in me una qualsiasi caratteristica di mio padre o di mia madre,

bisogna prima che io abbia sviluppato simpatia per essa.

Non si tratta solo di eredità attraverso inattiva causalità naturale, ma che si sia sentita simpatia per quella caratteristica.

 

Tratteremo nei prossimi giorni dei motivi per cui un uomo sviluppa simpatia per date qualità, perché lo studio del karma ci occuperà per molto tempo, ma parlare di ereditarietà, come oggi ne parla in genere la scienza che si stima molto intelligente, è davvero puerile.

Oggi viene perfino sostenuta l’ereditarietà di qualità specificamente spirituali-animiche. La stessa genialità verrebbe ereditata e se compare sulla Terra un uomo di genio, si cerca di radunare i singoli pregi degli avi che avrebbero poi formato quel genio. È un modo strano di ragionare; sarebbe logico se si dimostrasse che da un genio nasce sempre per ereditarietà un altro genio!

 

Se però lo si cercasse di dimostrare… ecco, anche Goethe ebbe un figlio e altri geni ne ebbero, ma volendo convalidare la legge dell’ereditarietà attraverso ricerche fatte in quella direzione, ne verrebbero fuori cose ben singolari. Quella sarebbe una prova, ma osservare che alcune qualità di una persona di genio vivevano nei suoi ascendenti non ha maggior valore di quanto ne avrebbe mostrare che se cado in acqua ne esco bagnato. Non occorre per questo che nel mio essere io abbia qualcosa in comune con l’acqua che mi sgocciola intorno.

Naturalmente, se, per la mia simpatia verso alcune qualità, con la nascita entro in una data corrente ereditaria, avrò poi in me quelle qualità, così come ho dell’acqua su me se cado in acqua e ne esco bagnato. Le rappresentazioni ordinarie a questo riguardo sono davvero grottesche e puerili.

 

In realtà le simpatie e le antipatie sorgono già nella vita prenatale, e determinano la nostra intima costituzione.

Con esse entriamo poi nella vita e con esse fin dal tempo prenatale foggiamo il nostro destino.

In una vita precedente vivemmo con una data persona e varie cose risultano da simile convivenza.

Questo trova il suo proseguimento nella vita fra morte e rinascita.

 

Per l’influsso delle gerarchie superiori nei pensieri viventi, negli impulsi viventi dell’universo, viene formato

ciò che dalle esperienze di vite precedenti deve passare nelle esistenze successive per continuare a vivere.

Perché si sviluppino gli impulsi mediante i quali gli uomini si ritroveranno nella vita seguente,

sono necessarie le simpatie e le antipatie.

Queste vengono sviluppate fra la morte e una nuova nascita

per l’influsso degli esseri della seconda gerarchia: Potestà, Virtù, Dominazioni.

 

Le simpatie e le antipatie fanno sì che troviamo poi nella vita

coloro con i quali vivremo secondo le premesse di vite precedenti.

Questo si sviluppa dalla nostra natura interiore.

 

Nell’elaborazione di simpatie e antipatie si verificano naturalmente degli errori,

ma nel corso delle ripetute vite terrene questi vengono pareggiati dal destino.