Sistema osseo-muscolare-nervoso

O.O. 134 – Il Mondo dei sensi e il mondo dello spirito – (?) 12.1911 (5° conf.)


 

Ieri abbiamo potuto indicare che in certo modo,

• nel sistema osseo, sta davanti a noi

immaginazione divenuta materiale, immagini divenute materiali;

• nel sistema muscolare, ispirazione divenuta materiale nella mobilità;

• nel sistema nervoso, intuizione divenuta materiale.

 

Ora ci si mostra ( e qui veniamo a un’esposizione più precisa di una cosa che nelle conferenze più generali di scienza dello spirito può essere esposta solo approssimativamente), che quando l’uomo passa per la porta della morte, a poco a poco il suo sistema osseo si disgrega, sia per decomposizione, sia per combustione, o in altro modo.

 

Ma ciò che rimane, quando il sistema osseo si disgrega materialmente,

è l’immaginazione;

questa non va perduta; rimane nelle sostanze che si attaccano a noi

anche quando siamo passati per le porte della morte ed entriamo nel kamaloka o nel devachan.

 

La figura immaginativa che noi conserviamo, quando viene considerata dal chiaroveggente veramente esperto, non è proprio simile al sistema osseo; quando però il chiaroveggente meno esperto la lascia agire su di sé, essa, perfino esteriormente nella figura immaginativa, presenta qualche somiglianza col sistema osseo umano; di conseguenza, e non senza ragione, la morte viene spesso raffigurata sotto l’immaginazione dello scheletro. Ciò è dovuto a una chiaroveggenza, certamente non disciplinata, ma che in ogni modo non va troppo lontano dal segno.

 

• A questa immaginazione si unisce ora quel che rimane dei muscoli quando materialmente si disgregano, e cioè ispirazione della quale veramente i muscoli sono soltanto l’espressione, poiché non sono che ispirazioni compenetrate di materia.

L’ispirazione ci rimane quando siamo passati per le porte della morte.

Ciò è molto interessante.

 

• In modo analogo ci rimane l’intuizione come residuo del sistema nervoso quando, dopo la morte, i nervi stessi vanno incontro al loro processo di decadenza o di distruzione. Tutti questi sono veri elementi costitutivi del nostro corpo astrale ed eterico.

Già sappiamo che non si depone totalmente il corpo eterico; che ne prendiamo con noi un estratto quando siamo passati per la porta della morte. Ma non avviene solo questo; bensì altro ancora.

 

L’uomo porta continuamente per il mondo il suo sistema nervoso,

ed esso non è altro che intuizione compenetrata di materia.

• Mentre l’uomo porta per il mondo il suo sistema nervoso,

dovunque i nervi compenetrano l’organismo umano si trova continuamente intuizione;

da questa intuizione emana la spiritualità che l’uomo ha sempre intorno a sé come un’aura irradiante.

 

Dunque, non solo è da considerarsi ciò che prendiamo con noi quando passiamo per le porte della morte,

ma a misura che i nervi si disgregano noi irradiamo sempre intuizione.

 

Abbiamo sempre in noi una specie di processo di disgregazione; in certo modo dobbiamo sempre esser creati a nuovo, sebbene nel sistema nervoso si trovi il massimo di durevolezza; avviene sempre un’irradiazione che si può percepire soltanto per mezzo dell’intuizione.

 

Possiamo allora dire che

• dall’uomo irradia continuamente sostanza spirituale, sostanza afferrabile intuitivamente,

nella stessa misura in cui il suo sistema nervoso fisico si disgrega.

 

Già da questo si può vedere che,

• mentre l’uomo adopera il suo sistema nervoso fisico e Io consuma, e lo porta a disgregarsi, egli non è davvero privo d’importanza per il mondo. Egli ha una grande importanza, perché quali sostanze afferrabili intuitivamente irradiano da lui, dipende per che cosa egli adopera i suoi nervi.

• E così pure: mentre l’uomo adopera i suoi muscoli, ne irradiano sostanze afferrabili mediante l’ispirazione. Questa irradiazione è tale che popola continuamente il mondo di una quantità di processi di movimento differenziati in modo infinitamente sottile.

 

Sostanze ispirate vengono irradiate (le parole non sono formate in modo del tutto felice, ma non ne abbiamo altre).

• E dalle ossa dell’uomo fluisce ciò che possiamo chiamare sostanza afferrabile immaginativamente.

 

 

Questo è particolarmente interessante. Non per dare una supernutrizione di risultati dell’indagine chiaroveggente, ma perché è veramente interessante, voglio dire che, per causa di questa irradiazione che parte dalle ossa quando si disgregano, l’uomo in certo modo lascia dietro di sé delle immagini spirituali percepibili mediante l’immaginazione.

 

Dovunque noi siamo stati, restano delle fini ombre, e quando tra poco usciremo da questa sala, su queste sedie rimarranno in certo modo delle fini immagini-ombre, percepibili a una chiaroveggenza acuta; e ben disciplinata, fin tanto che non verranno accolte nel processo generale del mondo; fini ombre di ciascun individuo vengono irradiate dal suo sistema osseo.

 

A queste immaginazioni è dovuto il senso spiacevole che si ha qualche volta entrando in una stanza che è stata prima occupata da un uomo sgradevole; è dovuto alle immaginazioni che egli ha lasciato dietro di sé. In certo modo ci imbattiamo ancora in lui, in una specie d’immagine-ombra; a questo riguardo, una persona alquanto sensitiva non è da meno di un chiaroveggente, poiché sente disagio per ciò che un altro lascia dietro di sé in una stanza. Il chiaroveggente ha soltanto in più che può percepire in una figura immaginativa ciò che l’altro solamente sente.

Che cosa avviene dunque di tutto quello che in tal modo irradiamo?

 

Riassumendo ciò che così irradiamo, in sostanza abbiamo veramente tutto quel che da noi è stato operato e messo nel mondo poiché, qualunque cosa facciamo e in qualsiasi modo, se facendo una cosa ci moviamo e andiamo in giro, mettiamo in movimento il nostro sistema muscolare e osseo.

Ma anche quando non facciamo altro che giacere e pensare, irradiamo sostanza afferrabile intuitivamente. Insomma, ciò che mettiamo in attività, lo irradiamo continuamente nel mondo.

 

Se questi processi non avvenissero, della nostra terra, quando fosse arrivata alla mèta della sua evoluzione, non esisterebbe null’altro che materia polverizzata; ed essa, come polvere, trapasserebbe nello spazio cosmico universale.

Ma quello che per mezzo dell’uomo viene salvato dai processi materiali della terra, vive nel cosmo generale, come l’elemento che può nascere per mezzo dell’ispirazione, dell’intuizione e dell’immaginazione.

In questo modo l’uomo fornisce al mondo il materiale di costruzione col quale esso si edifica a nuovo.

 

Sarà questo che sopravvivrà come elemento spirituale-animico di tutta la terra, quando essa, riguardo alla sua materialità, si disgregherà come un cadavere, così come sopravvive spiritualmente la singola anima umana quando il singolo uomo è passato per la porta della morte.

L’uomo reca la sua singola anima attraverso la porta della morte; la terra trasporta ciò che è nato dalle intuizioni, ispirazioni e immaginazioni degli uomini all’esistenza di Giove.