Solamente a partire dall’evento del Cristo in ogni uomo vi è un quid che si riversa nel germe da sfere spirituali

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 26.09.1909


 

Accennerò ora a qualcosa che posso soltanto sfiorare, ma che mostrerà entro quali sfondi la scienza dello spirito sia chiamata a portare la sua luce, appunto nei riguardi della scienza. Oggi la scienza vuole penetrare nei segreti della vita umana, servendosi di facoltà limitate al pensiero; oggi la scienza afferma che la cooperazione del germe maschile e del germe femminile porta alla creazione dell’uomo intero.

 

È effettivamente una tendenza fondamentale della scienza moderna di voler mostrare come l’uomo intero provenga dalla cooperazione del germe maschile e del germe femminile.

L’indagine microscopica scruta minuziosamente le sostanze, per determinare quali caratteri derivino dal germe maschile, e quali dal germe femminile; ed è soddisfatta se crede di poter dimostrare come il bambino nasca per la cooperazione del germe maschile e di quello femminile.

 

Ma in avvenire la scienza potrà riconoscere per forza propria

che solo una parte dell’entità umana viene determinata dalla cooperazione dei due germi.

Infatti l’uomo, al grado attuale dell’evoluzione,

anche quando sappia precisamente quel che proviene dall’un germe e quel che proviene dall’altro,

non è in fondo riuscito a dare una spiegazione dell’uomo intero.

 

In ogni uomo vi è un quid che non viene suscitato dal germe,

ma che nasce per così dire virginalmente, e si riversa nel germe da tutt’altre sfere.

Col germe umano viene a congiungersi un quid che non proviene da padre e madre, e che nondimeno gli appartiene,

che è destinato a lui, che si riversa nel suo io, e che può essere nobilitato se accoglie il principio del Cristo.

 

Nasce virginalmente nell’uomo ciò che nel corso del suo divenire si collega col Cristo;

e ciò è connesso, come la scienza naturale riconoscerà un giorno,

con l’importante svolta avvenuta al tempo del Cristo Gesù.

 

Prima di allora, nulla poteva esservi nell’interiorità dell’uomo che non vi fosse giunto per tramite del germe.

Ma nel corso del tempo, avviene un’effettiva trasformazione nello sviluppo dell’io.

L’umanità si è trasformata:

ed essa ora deve sviluppare a poco a poco e nobilitare, accogliendo il principio del Cristo,

l’elemento virginale che si va aggiungendo agli altri elementi provenienti dal solo germe.

 

Ci siamo accostati così a una verità molto sottile; e per chi conosca le tendenze della scienza moderna è strano ed interessante vedere come già oggi, in certi campi, gli scienziati in certo modo vadano ad urtare contro questo fatto: contro il fatto cioè che nell’uomo qualcosa non proviene dal germe.

 

Le condizioni necessarie per un tale riconoscimento esistono già; ma oggi l’intelletto non è ancora abbastanza progredito per riconoscere quello che già risulta agli esperimenti stessi, alle osservazioni stesse degli scienziati. In quello che risulta obiettivamente negli esperimenti, è infatti in azione qualcosa di più di quanto la scienza attuale non riconosca. La scienza andrebbe ben poco lontano se fosse lasciata esclusivamente nelle mani degli scienziati.

 

Ma dietro ad ogni scienziato che lavora nel laboratorio, nel gabinetto o nella clinica, stanno le potenze che dirigono e governano il mondo, le quali conducono a scoperte che forse lo scienziato non comprende, pur essendone egli tesso uno strumento.

 

• È profondamente giustificato il dire che perfino l’indagine scientifica è diretta dai maestri, ossia dalle individualità superiori. Queste cose, però, normalmente non vengono osservate; e verranno osservate soltanto quando le facoltà coscienti degli scienziati saranno compenetrate della dottrina della scienza dello spirito.

 

Come abbiamo descritto,

una grande trasformazione si è effettuata nelle facoltà umane a partire dalla comparsa del Cristo sulla Terra.

• Prima l’uomo poteva valersi soltanto delle facoltà che gli provenivano dal germe materno e paterno;

queste sole potevano svilupparsi in lui.

• Quando ci troviamo fra la nascita e la morte,

noi sviluppiamo facoltà connesse col nostro corpo fisico, col nostro corpo eterico e col nostro corpo astrale.

 

Prima del Cristo Gesù, gli strumenti di cui l’uomo poteva servirsi erano costituiti esclusivamente dal germe.

Dopo il Cristo venne ad aggiungersi ciò che nasce virginalmente, ciò che non è affatto suscitato dal germe.

Naturalmente quell’elemento può venire assai guastato, se un uomo è dedito soltanto alla concezione materialistica.

Ma se egli invece si abbandona al calore emanante dal principio del Cristo, il nuovo elemento potrà svilupparsi

e l’uomo lo porterà poi con sé nelle incarnazioni successive, innalzandolo a livelli sempre più elevati.

 

Quanto ho detto ora presuppone in noi la comprensione del fatto che in tutte le rivelazioni precedenti al Cristo vi era qualcosa di collegato alle facoltà provenienti dalla discendenza, alle facoltà che l’uomo riceveva col germe; e presuppone inoltre che ci si renda coscienti che il Cristo Gesù doveva appellarsi a facoltà che non hanno nulla a che fare col germe materno, ma si collegano al germe che proviene dai mondi spirituali.

 

Prima del Cristo,

tutti i grandi maestri potevano servirsi, per parlare agli uomini, soltanto delle facoltà trasmesse loro mediante l’eredità.

Tutti i profeti ed i maestri, per quanto elevati essi fossero, e perfino i bodisatva,

dovevano predicare servendosi delle facoltà trasmesse mediante il germe.

Il Cristo Gesù, invece, fece appello all’elemento umano

che non passa attraverso il germe, ma che proviene da una sfera divina.

 

A questo egli accenna nel vangelo di Luca, quando parla ai suoi discepoli di Giovanni Battista, dicendo:

« Io vi dico che non esiste un profeta maggiore di Giovanni tra coloro che sono nati di donna» (Luca 7,28);

• cioè tra coloro che ci si presentano con un’entità

spiegabile soltanto per mezzo della sua derivazione fisica dal germe maschile e da quello femminile.

Ma il Cristo continua dicendo che la più piccola parte di ciò che non è nato da donna,

di ciò che dal regno di Dio si unisce all’uomo, è maggiore di Giovanni.

 

Quanta profondità si cela dietro queste parole! Quando si studieranno i Vangeli alla luce della scienza dello spirito, si vedrà che essi contengono delle verità scientifiche maggiori di tutte quelle che oggi il pensiero fisiologico moderno nella sua imperfezione è in grado di scoprire. In una massima come quella che abbiamo citato ora, è contenuto l’impulso a conoscere una delle maggiori verità della fisiologia. Così profondi sono i Vangeli, se compresi secondo verità!