Sugli esseri elementari – Le Salamandre

O.O. 102 – L’Agire di entità spirituali nell’uomo – 04.06.1908


 

Sommario: Sugli esseri elementari. L’anima dell’io degli animali, delle piante, dei minerali sui diversi pianeti.

 

Nelle ultime considerazioni fatte, ci siamo occupati principalmente della presenza delle numerose entità spirituali che si trovano per così dire in mezzo ai regni naturali fisico-sensibili che ci circondano.

In particolare, abbiamo visto che là dove gli esseri di diversi regni della natura vengono a contatto – presso la fonte, dove la pianta si stringe alla pietra, o sotto terra, dove la pietra si stringe al metallo, o dove si instaura una comunione come quella tra l’ape e il fiore – vengono sviluppate forze che attirano nella vita terrestre diversi di questi esseri che abbiamo definito esseri elementari. E in relazione a questi esseri elementari ci siamo concentrati su quel fatto che abbiamo definito come lo svincolamento di certe entità dai loro grandi contesti di riferimento.

 

• Abbiamo visto ad esempio che le entità elementari che nella scienza dello spirito vengono definite col nome di “salamandre” hanno in una certa misura origine da parti svincolate delle anime di gruppo animali, parti che si sono per così dire spinte troppo in là nel nostro mondo fisico e che poi, dopo la dissoluzione del corpo di un animale, non hanno più trovato la strada del ritorno per riunirsi nuovamente con l’anima di gruppo di quell’animale.

Noi infatti sappiamo che, durante il normale svolgersi della vita, gli esseri della nostra Terra (quindi gli esseri del regno animale, del regno vegetale e del regno minerale) hanno, se ci è consentito di chiamarla così, un’“anima-io”, fondamentalmente sono dotate di anime-io come quella dell’uomo, dalla quale si distinguono solo per il fatto che le anime-io degli altri esseri sono in altri mondi.

 

• Sappiamo che nel nostro ciclo evolutivo l’uomo è quell’entità che ha l’io individuale qui sul piano fisico, perlomeno durante la coscienza diurna.

• Sappiamo inoltre che quelle entità che noi chiamiamo animali sono nella situazione per cui (parlando senza scendere in sottigliezze) se sono conformati in modo simile appartengono a un’anima di gruppo o a un io di gruppo, e che questi io di gruppo sono nel cosiddetto mondo astrale.

• Poi abbiamo detto che le entità che chiamiamo piante hanno solo una coscienza dormiente priva di sogni nei confronti del mondo fisico, ma hanno degli io di gruppo che abitano ai piani inferiori del mondo devacianico.

• E infine abbiamo detto che le pietre, i minerali, hanno le loro anime di gruppo ai piani superiori del mondo devacianico.

 

Il veggente che si muove in questi mondi (nel mondo astrale e in quello devacianico) entra in contatto con le anime animali (che lì sono anime di gruppo), con le anime delle piante e dei minerali, allo stesso modo in cui egli entra in contatto con le anime o con gli io umani nel mondo fisico durante la veglia.

 

• Ci deve essere chiaro una volta per tutte che l’uomo in un certo senso è un essere composito e assai complicato, un essere la cui complicatezza abbiamo già descritto nel corso di diverse considerazioni. Egli però ci apparirà sempre più complicato quanto più ci renderemo conto della sua relazione con le grandi realtà cosmiche.