Tra la morte e la rinascita si forma l’impulso al karma della nuova vita terrena.

O.O. 235 – Nessi karmici Vol. I – 24.02.1924


 

Oggi vorrei esporre alcuni aspetti generali dell’evoluzione del karma,

per poi a poco a poco potermi addentrare sempre più nei particolari

che in sostanza possono venir mostrati in speciali esposizioni, se così posso dire.

 

Per comprendere l’andamento del karma dobbiamo in primo luogo considerare

in qual modo l’uomo edifichi la sua organizzazione nella discesa dal mondo, spirituale a quello fisico.

Dobbiamo renderci conto che nel linguaggio attuale

non esistono espressioni adatte a descrivere processi ignorati dall’attuale civiltà,

e che i termini dei quali dovrò valermi saranno perciò alquanto imprecisi.

 

Quando dal mondo spirituale discendiamo verso la vita terrena,

troviamo in primo luogo il corpo fisico preparato attraverso la corrente ereditaria.

Vedremo in seguito come esso sia nondimeno collegato con quanto l’uomo sperimenta fra la morte e la rinascita.

Per oggi basti sapere che il corpo fisico ci è dato dalla Terra,

mentre le parti costitutive superiori: corpo eterico, corpo astrale e io, discendono dal mondo spirituale.

 

L’uomo attira il proprio corpo eterico in certo qual modo da tutto l’etere cosmico

prima di congiungersi col corpo fisico conferitogli per discendenza.

Il congiungimento dell’uomo animico-spirituale, costituito di io, corpo astrale e corpo eterico,

con l’embrione fisico, può solo verificarsi

dopo il graduale allontanamento del corpo eterico materno dal corpo fisico del figlio.

L’essere umano si congiunge dunque col germe umano fisico

dopo aver attirato il proprio corpo eterico dal complessivo etere universale.

 

Ci occuperemo in seguito di una più esatta descrizione di questi processi: ora deve anzitutto interessarci sapere donde provengono le singole parti di cui è costituito l’essere umano durante la sua vita terrena tra nascita e morte.

 

• L’organismo fisico proviene dalla corrente ereditaria,

• e l’organismo eterico dall’etere universale da dove viene tratto.

• L’organismo astrale, che durante la vita terrena rimane per l’uomo sotto ogni aspetto inconscio o subconscio,

contiene in sé tutti i frutti della vita, tra morte e rinascita.

 

Fra morte e rinascita l’essere umano, in conseguenza di ciò che è divenuto nel corso delle precedenti vite terrene,

entra nei più svariati rapporti con altre anime umane che attraversano anch’esse il periodo fra morte e rinascita,

oppure con pensieri spirituali superiori che non discendono mai in un corpo umano terrestre, ma vivono nel mondo spirituale.

Tutto quanto l’uomo reca seco dalle precedenti vite terrene in conseguenza di quello che egli era stato e di quanto aveva fatto,

suscita la simpatia oppure l’antipatia degli esseri che egli incontra fra morte e rinascita.

 

Per il suo karma non ha solo grande importanza la simpatia o l’antipatia degli esseri superiori per le sue azioni della vita precedente, ma ha anche somma importanza il rapporto in cui egli entra con anime umane con le quali aveva già avuto relazioni sulla Terra; fra il suo essere e il loro si stabilisce un singolare riflesso.

Supponiamo che un uomo abbia avuto con qualche altro una relazione buona, e che egli torni a incontrare quella persona fra morte e rinascita. Durante la vita terrena in lui si era svolto tutto quanto si accompagna a una relazione buona, ed ora tutto questo gli muove incontro riflesso dall’anima incontrata. Fra morte e rinascita, l’uomo si vede realmente riflesso nelle anime con le quali aveva vissuto durante la vita terrena, che egli torna perciò a incontrare.

 

Se abbiamo fatto del bene a una persona, ci viene incontro un riflesso di quel bene dalla sua anima; se le abbiamo fatto del male ne viene un riflesso di quel male. Relativamente al bene compiuto, si sente (mi valgo dell’espressione “si sente” tenuto conto delle limitazioni del nostro linguaggio alle quali ho prima accennato): tu hai contribuito al progresso di quest’anima. Quello che hai sperimentato mentre l’aiutavi, quello che hai sentito per lei, i sentimenti che ti hanno guidato a comportarti in quel dato modo, le esperienze interiori che hai vissuto mentre agivi per il suo bene, tutto questo ti torna ora incontro da quell’anima, viene rispecchiato da lei. Un’altra anima sarà forse stata danneggiata da noi: ci moveranno allora incontro i sentimenti che ci animavano mentre operavamo a suo danno.

 

Le vite precedenti, e specialmente l’ultima,

si vedono davanti a noi rispecchiate dalle anime con le quali abbiamo vissuto, come in un potente, vasto riflettore.

• Si ha l’impressione che le azioni compiute ci abbandonino.

Tra morte e rinascita si perde, o meglio si è da gran tempo perduto, il senso dell’io che si possedeva sulla Terra,

e si acquista un nuovo senso dell’io attraverso tale riflesso.

Attraverso il riflesso delle proprie azioni, l’uomo rivive in tutte le anime con le quali era prima stato congiunto.

• In un certo senso sulla Terra l’io era stato un punto.

 

Ora, fra morte e rinascita, esso viene ovunque riflesso dalla periferia.

Regna un’intima comunione con le anime, ma una comunione adeguata alle relazioni in precedenza avute con loro.

 

Nel mondo spirituale tutto questo è una realtà. Se attraversiamo una stanza in cui vi sono molti specchi, vediamo la nostra immagine riflessa in ognuno di essi. Sappiamo però che si tratta di semplice parvenza e che se ci allontaniamo le immagini svaniscono. Al contrario, quanto viene riflesso dalle anime, rimane, non svanisce.

 

Poi nell’ultimo terzo del tempo fra morte e rinascita

formiamo il nostro corpo astrale sotto l’influsso di quelle immagini riflesse.

Condensiamo quelle immagini a formare il nostro corpo astrale.

 

Quando dal mondo spirituale discendiamo in quello fisico, portiamo dunque nel corpo astrale quanto in noi è penetrato grazie al riflesso che le nostre azioni della precedente vita terrena trovarono fra la morte e la rinascita nelle anime altrui.

Questo a sua volta genera poi gli impulsi che ci sospingeranno verso date anime, o ci allontaneranno da altre scese nel corpo fisico contemporaneamente a noi.

In questa maniera tra la morte e la rinascita si forma l’impulso al karma della nuova vita terrena.