Tre logoi, ovvero forma, vita e coscienza (creazione dal nulla) come tre gradi dell’evoluzione.

O.O. 93a – Elementi fondamentali dell’esoterismo – 30.10.1905


 

Sommario: Tre logoi, ovvero forma, vita e coscienza (creazione dal nulla) come tre gradi dell’evoluzione. Gli esseri elementari e l’origine degli esseri astrali dovuta alle azioni fisiche dell’essere umano.

 

Il corso dell’evoluzione cosmica ci si presenta in tre stadi: coscienza, vita e forma.

La coscienza, nei suoi diversi generi, si manifesta nei sette pianeti:

Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere, Vulcano.

• In ogni pianeta essa attraversa sette regni di vita,

e in ogni regno di vita attraversa sette stati di forma.

• La nostra Terra fisica è uno di questi stati di forma, il quarto stato di forma,

o globo del quarto regno di vita del quarto pianeta o stato di coscienza.

Ora pensiamo alla Terra così com’è e chiediamoci: che cosa facciamo, qui?

 

• Noi prendiamo gli oggetti fuori nello spazio, per prima cosa il regno minerale, e ne facciamo delle opere artificiali. Qui combiniamo: a partire dalle singole parti costruiamo un tutto. Questo è un creare nella forma.

• Ora, qualcosa di nuovo può sorgere anche in modo diverso, e cioè in un modo simile a quello in cui, per esempio, dalla radice di una pianta sorgono lo stelo, le foglie e i fiori. Questo fiore non viene composto come una macchina, con un’attività combinatoria, ma deve crescere da quel che già c’è. Questo è un processo che avviene nella vita. Da quel che già c’è, viene creato qualcosa di nuovo.

• Nel terzo modo di produrre, in quello della coscienza, le cose nascono in un modo tale per cui si può dire: in sostanza, in realtà, prima non c’era niente, c’era il nulla.

 

Torniamo ai primissimi inizi di un’evoluzione planetaria di questo tipo, ai primissimi inizi dell’evoluzione di Saturno. Cosa possiamo osservare? Non c’era ancora un pianeta fisico, il pianeta non era presente nemmeno nella forma arupa più sottile; siamo ancora un momento prima che Saturno iniziasse ad esistere.

 

Qui non c’è ancora nulla della nostra catena planetaria;

tuttavia, c’è l’intero frutto della catena planetaria precedente,

in modo simile a come, quando al mattino ci svegliamo,

non abbiamo ancora fatto niente e il nostro spirito contiene soltanto il ricordo

di quel che abbiamo fatto nei giorni precedenti.

 

Così, ritornando al primissimo inizio dell’evoluzione di Saturno,

negli spiriti che si manifestano abbiamo il ricordo della catena planetaria precedente, di quel che è stato prima.

Ora andiamo alla fine della catena planetaria, all’epoca in cui volge al termine lo stadio di Vulcano.

Durante la catena planetaria, a poco a poco è venuto in essere come creazione

ciò che in principio era presente come predisposizione.

 

Dunque inizialmente abbiamo un efflusso della coscienza; a partire dal contenuto di quel che c’era stato prima, dal ricordo, la coscienza crea ciò che è nuovo. Alla fine, dunque, c’è qualcosa che all’inizio non c’era, e cioè tutte le esperienze. Quel che c’era all’inizio è fluito all’esterno in tutte le cose e in tutti gli esseri. Alla fine è sorta una nuova coscienza con un nuovo contenuto, un nuovo contenuto di coscienza. È qualcosa che è risultato dal nulla, dalle esperienze.

 

Se osserviamo il modo in cui la natura si rinnova, dobbiamo dirci che deve esserci un seme che renda possibile questo rinnovamento. Ma il nuovo contenuto della coscienza alla fine di un’evoluzione planetaria, di fatto, risulta dal nulla, dalle esperienze; non gli servono delle basi, esso crea qualcosa che nasce dal nulla. Se una persona ne osserva un’altra, non si può dire che le abbia sottratto qualcosa, se poi porta in sé il ricordo dell’altra persona. Questo ricordo origina dal nulla. Questo è un terzo modo di creare: dal nulla.

 

Abbiamo dunque i seguenti tre modi di creare:

• combinare le parti esistenti (forma)

• far risultare nuove creazioni

con un nuovo contenuto di vita da basi precedenti (vita)

• creare a partire dal nulla (coscienza).

 

Queste sono tre definizioni di esseri che producono una catena planetaria, che stanno alla base di una catena planetaria. Vengono detti i tre Logoi.

• Il terzo Logos fa le combinazioni.

• Quando da una sostanza risulta qualcos’altro con nuova vita, è il secondo Logos, che la crea.

• Ma ovunque abbiamo una creazione dal nulla abbiamo il primo Logos.

Perciò spesso

• il primo Logos viene anche chiamato “ciò che è nascosto nelle cose stesse”,

• il secondo Logos la sostanza che giace nelle cose, che crea il vivente dal vivente,

• il terzo Logos quello che combina tutto ciò che esiste, che compone il mondo a partire dalle cose.

 

Questi tre Logoi, nel mondo, si mescolano sempre insieme e fluiscono l’uno nell’altro. Il primo Logos conosce anche la saggezza interiore e anche la volontà. Nel creare del primo Logos c’è l’esperienza, cioè il raccogliere pensieri dal nulla e poi nuovamente creare sulla base dei pensieri dal nulla. La creazione dal nulla però non va intesa però come se non ci fosse stato nulla, ma nel senso che, nel corso dell’evoluzione, vengono fatte delle esperienze e che, nel corso del divenire, viene creato qualcosa di nuovo, ovvero, per così dire, quel che c’è si fonde e poi, a partire dall’esperienza, viene creato qualcosa di nuovo.

 

A titolo di paragone, questa creazione avviene così: una persona ne osserva un’altra e ne tiene a mente l’immagine. Se fosse creativamente dotata come il primo Logos, potrebbe dire: “Ecco, ho visto il tal dei tali e ne conosco anche il concetto a rovescio. Posso farmene anche un’immagine negativa: dunque, al posto del nero, il bianco e viceversa”. Così, dall’esperienza dell’oggetto e del suo negativo, ha creato un prodotto assolutamente nuovo. Poi potrebbe dotarlo di vita. Sarebbe una nuova creazione, che prima non c’era. Ora, supponiamo che qualcuno faccia così con molte persone e che le molte persone muoiano; allora l’osservatore, in base alle proprie esperienze, potrebbe creare un nuovo mondo.

 

Osservando il mondo, si vedono continuamente i tre Logoi agire l’uno nell’altro. Rappresentiamoci l’agire dei tre Logoi riguardo all’uomo all’interno del nostro sistema planetario. Immaginiamo il punto iniziale dell’evoluzione di Saturno, quando questo ancora non esisteva. Cosa succede a questo punto? Qui, tutto ciò che era esistito precedentemente viene, per così dire, spremuto fuori. Tutte le cose che erano esistite precedentemente vengono fatte fluire all’esterno. Quella che ha origine in questo modo sarebbe la primissima effusione di materia dalla somma delle esperienze precedenti. Tutto quel che prima era stato assorbito viene effuso sotto forma di materia. Vi è contenuta anche la materia dalla quale in seguito ha origine l’umanità. Inizialmente questa materia esiste solo in quanto materia. In seguito questa emanazione deve venire continuamente strutturata, combinata insieme. Questa combinazione della materia emanata è una nuova creazione. Questo è, in principio, un creare del terzo Logos; dopo l’emanazione della materia, dunque, un creare del terzo Logos.

 

 

 

Che cosa vuol dire, per l’uomo? Ora, per l’uomo ciò significa che inizialmente vengono combinate insieme tutte le parti che poi costituiranno il suo corpo fisico. A quei tempi, su Saturno, l’uomo era una vera e propria macchina automatica. Se a quei tempi si fosse pronunciata una parola al suo interno, egli l’avrebbe riprodotta pronunciandola all’esterno. Vengono create le forme degli esseri. Questa è chiamata “l’opera del terzo Logos” e dura fino all’epoca solare, quando l’uomo ha anche il corpo eterico, riceve la vita. Questo è il lavoro del secondo Logos.

 

Ora proseguiamo oltre, fino all’epoca della Terra.

Qui l’uomo stesso riceve una coscienza, ovvero la possibilità di incamerare esperienze dal nulla.

Questo è il lavoro del primo Logos.

• Su Saturno l’uomo riceve dal terzo Logos quella che in lui è la forma.

• Sul Sole l’uomo riceve dal secondo Logos quella che in lui è la vita.

• Sulla Terra l’uomo riceve dal primo Logos quella che in lui diventa coscienza.

 

Ora dobbiamo chiarire un po’ meglio il concetto di coscienza.

A tal pro dobbiamo elaborare fino in fondo il concetto di coscienza su un determinato piano.

L’uomo è cosciente, ma si tratta di sapere dove la sua coscienza si trovi.

 

Attualmente l’uomo è cosciente sul piano fisico, se parliamo della coscienza di veglia.

Ma la coscienza di veglia potrebbe anche essere sul piano astrale.

Se in una creatura la vita è sul piano fisico e la coscienza sul piano astrale, allora questa creatura è un animale.

Nell’uomo la coscienza è localizzata nella testa.

Nell’animale, per esempio nella tigre, la coscienza è sul piano astrale.

 

Si crea al di fuori della testa un certo punto debole attraverso il quale essa agisce sulla tigre. Quando la tigre sente dolore, anche questo dolore passa al piano astrale. L’organo per questo, nella tigre, è situato davanti alla testa, nel punto in cui nell’uomo c’è la fronte. Nell’uomo il punto è già racchiuso all’interno della testa e riempito dal prosencefalo; la coscienza è stata catturata dal cervello e dalla parte anteriore del cranio, e perciò è sul piano fisico. Nella tigre e in tutti gli animali in genere il punto nodale della coscienza è situato davanti alla testa, nell’astrale, qui va nel mondo astrale. Nella pianta è ancora diverso. Se potessimo seguirne la coscienza, procedendo dall’alto verso il basso, usciremmo sempre agli apici delle radici. Seguendo poi la linea di crescita, giungeremmo al centro della Terra. Qui c’è il punto d’incontro di tutte le sensazioni, il punto di assorbimento della coscienza delle piante. Esso è in collegamento diretto con il mondo mentale. Tutto il mondo delle piante ha la propria coscienza nel mentale.

 

Per l’intero mondo minerale la coscienza è nelle regioni più elevate del mondo mentale, sul piano arupa. La coscienza delle pietre è tale per cui, volendo cercarne il punto, lo troveremmo come una specie di atmosfera solare. Quando noi, sulla Terra, elaboriamo il mondo minerale, spacchiamo pietre, ogni singola azione sta in un certo rapporto con questa atmosfera solare. Là si sente il lavoro che l’uomo compie qui. Qui abbiamo dunque una serie di esseri sul piano fisico, la cui coscienza però si trova su piani diversi.

 

 

 

Gli uomini e gli animali si distinguono per il fatto di avere la coscienza su piani diversi.

Ora ci sono anche altri esseri, oltre a minerali, piante, animali e uomini.

 

Ci sono esseri che hanno la coscienza nel fisico e il corpo nell’astrale.

Un essere di questo tipo è, per così dire, un animale rovesciato.

Esseri del genere esistono veramente, sono gli esseri elementari.

 

Per capirli, rendiamoci conto di che cosa appartiene al piano fisico.

Fisico è: 1 = la terra solida, 2 = l’acqua, 3 = l’aria, 4 = l’etere

(etere di calore, etere luminoso, etere chimico, etere vitale).

Fermiamoci alle quattro forme inferiori del nostro piano fisico, lasciando da parte il mondo eterico.

 

In tutte e quattro le forme del piano fisico possono esserci coscienze, mentre il corpo di un essere del genere si trova nell’astrale. Si pensi la coscienza nella terra solida, il corpo nell’astrale; oppure un essere che abbia la coscienza nell’acqua e il corpo nell’astrale; poi un essere con la coscienza nell’aria e il corpo nell’astrale; e uno con la coscienza nel fuoco e il corpo nell’astrale.

L’umanità attuale non sa molto di questi esseri, ai giorni nostri sono conosciuti soltanto attraverso la poesia. Ma i minatori conoscono molto bene questi esseri. Uno gnomo è percepibile solo a chi sia in grado di vedere sul piano astrale, ma a volte i minatori la posseggono, questa vista astrale, sanno che gli gnomi sono delle realtà.

 

Così nella nostra terra in realtà sono presenti delle coscienze, e quelle che oggi lo scienziato naturale chiama “leggi naturali” sono i pensieri di esseri che pensano sul piano fisico, ma che hanno il corpo sul piano astrale.

Quando in fisica abbiamo una legge naturale, possiamo dirci: si tratta dei pensieri di un essere che ha il corpo sul piano astrale.

Le forze naturali sono esseri creatori e le leggi di natura sono i loro pensieri.

 

 

Nel medioevo l’alchimista cercava di fare in modo che gli spiriti si mettessero a suo servizio. Goethe lo sapeva molto bene; Faust vuole avere la nebbia di fuoco: qui deve risultare la salamandra, che ha il corpo sul piano astrale. Abbiamo dunque intorno a noi degli esseri che di fatto hanno la coscienza nel fuoco, ai quali noi provochiamo dolore quando accendiamo un fuoco, perché così provochiamo una certa trasformazione del corpo dell’essere in questione sul piano astrale. Quando si accende un lume, si trasforma questo essere astrale. Lo stesso avviene quando si provocano dei cambiamenti in altri ambiti degli elementi e delle forze di natura: si modifica qualcosa di questi esseri astrali.

 

Facendo una cosa o l’altra noi popoliamo continuamente il piano astrale di esseri.

• Capendo con chiarezza questo pensiero, abbiamo il senso del rito ecclesiastico, che è quello di non eseguire sul piano fisico cose a caso, ma di fare solo cose sensate, in modo che sul piano astrale abbiano origine esseri sensati. Per esempio, quando si suffumica con l’incenso, si fa qualcosa di metodico: si bruciano certe materie e si creano esseri di un certo tipo. Muovendo una spada nell’aria in quattro direzioni, si crea un determinato essere. Lo stesso sacerdote, quando compie determinati movimenti con le mani pronunciando determinate lettere, come per esempio con o, i, u, rafforza con la ripetizione: Dominus vobiscum.

 

Il suono è ordinato in modo regolare, l’aria viene portata a determinate vibrazioni, che vengono rafforzate compiendo con le mani determinati movimenti, e viene prodotta una silfide. Anche segno, stretta e parola dei massoni producono determinate creature che esprimono una regolarità nel mondo fisico. Facendo un uso metodico di queste parole si crea un legame fra l’uno e l’altro, ci si avvolge in una materia astrale che viene creata con segno, stretta e parola.

 

Naturalmente l’uomo fa continuamente tutto questo anche nella vita ordinaria, però lo fa in modo non sistematico, creando esseri che si contrastano. L’arte consiste nell’agire armoniosamente dal piano fisico a piani superiori. Nelle cerimonie di culto, con determinate azioni, non si devono creare esseri che si contrastino, ma esseri che siano in armonia. Inizialmente l’uomo non è in grado di mettere queste cose in armonia. Ma per tutto ciò che l’uomo crea in questo modo sul piano astrale, ci sono certi esseri che dirigono. Così, abbiamo un mondo di esseri elementari con un re. Per gli indiani, il re degli gnomi si chiama: “Kshiti”, lo gnomo supremo; l’essere più elevato delle ondine si chiama: “Varuna”; l’essere superiore delle silfidi: “Vayu”; e su tutto ciò che ha coscienza nel fuoco regna il re del fuoco (salamandre): “Agni”.

 

Per tutto l’agire del fuoco, dell’acqua, e così via, abbiamo a che fare con questi determinati esseri deva.

• Tutto il fuoco che abbiamo qui sulla Terra,

è la materia che è stata intessuta traendola dagli esseri appartenenti ad Agni.

 

La magia cerimoniale è la specie più bassa di incantesimo, e consiste nell’acquisire certi artifici sul piano fisico per creare determinate creature ed esseri sul piano astrale. Ci sono scuole nelle quali ancora oggi si coltiva la magia cerimoniale. Coltivare cose del genere suscita una grande inclinazione per il mondo astrale e molto spesso provoca il suicidio, perché allora l’uomo è attivo quasi solo nel mondo astrale e si disabitua a prendere il mondo fisico per amore dello stesso. Allora sviluppa propensione per l’altro mondo e quindi il corpo fisico spesso gli è di impedimento.

Ora comprenderete anche il nesso con il servizio del fuoco che si trova nella storia della religione. Di fatto, i seguaci di Zarathustra cercavano di creare certe creature sul piano astrale attraverso il sacrificio del fuoco sacerdotale. Adesso sul globo terrestre tutto avviene fisicamente.

 

Ma da quanto detto possiamo vedere che

sotto l’influsso delle nostre azioni si formano in continuazione esseri astrali.

Tutte le azioni sono accompagnate da esseri astrali.

Questi esseri sono i nostri skanda, che realizzano il nostro karma.

Ma anche tutto ciò che è fisico lascia dietro di sé degli esseri astrali nell’astrale.

Così, per esempio, anche al duomo di Colonia, sul piano astrale, corrisponde un ben determinato essere.

 

Grazie a tutto ciò che avviene sulla Terra, quando tutta la materia fisica sarà stata elaborata e la Terra si dissolverà,

il prossimo globo astrale si formerà da sé.

Esisterà semplicemente sotto forma di esseri astrali, come effetto di tutti i processi fisici precedenti.

Perciò l’uomo deve continuamente agire nel karma.

Nella prossima vita dovrà rimettere a posto tutti i grotteschi esseri astrali che avrà sciupato,

altrimenti questi continueranno ad esistere come creazioni insensate per il prossimo globo.

Questo è karma che l’uomo deve riparare.

 

Quel che qui accade in grande sulla Terra avviene anche in piccolo nell’uomo. Si pensi a un bambino. Lo si educa male, Io si vizia con leccornie, a così via. Questo non ha solo lo strascico di processi che avvengono nel corpo fisico, ma viene continuamente comunicato al piano astrale, così che, di fatto, il corpo astrale si modifica.

Quel che si dà fisicamente al lattante passa al suo corpo astrale, dove è presente sotto forma di determinate creature. Però, a poco a poco, quel che viene inserito in questo modo viene di nuovo estratto. Col sopraggiungere dell’età più avanzata i peccati che sono stati commessi contro il bambino si vendicano. Questi peccati permangono per tutta la vita e hanno una grande importanza proprio per l’ultimo periodo della vita dell’uomo.

Dopo la metà della vita avviene una specie di ribaltamento;

allora l’astrale agisce fin dentro il piano fisico.

 

 

• Nell’infanzia l’uomo pone nello astrale le basi di quel che avrà nella vecchiaia.

 

Se l’uomo capisce le colpe che sono state compiute contro di lui e quindi lavora su di sé, può a sua volta cancellare le colpe nel corpo astrale, altrimenti nella vecchiaia finirà per crollare a causa delle stesse debolezze della sua infanzia. Però sul corpo astrale agisce in maniera compensatoria soltanto ciò che vi viene inserito consapevolmente. Se in seguito non si suscitano consapevolmente le caratteristiche contrarie, non si possono eliminare gli errori.