Tre stadi preliminari precedono il mistero del Golgota, lo preparano, ma non si svolgono sul piano fisico, bensì nei mondi superiori.

O.O. 152 – Verso il mistero del Golgota – 27.05.1914

 

Sommario: I tre gradini preparatori del mistero del Golgota. La discesa del Cristo nel corpo di Gesù di Nazareth.

 

Nel nostro movimento spirituale si è ripetutamente indicata la grande importanza del mistero del Golgota per l’intera evoluzione terrestre. Seguendo ulteriormente il significato del mistero del Golgota nell’ambito della ricerca occulta, si potè giungere a tre stadi preliminari di questo mistero, che si svolsero entro l’evoluzione terrestre e in relazione ad essa. Tre stadi preliminari precedono il mistero del Golgota, lo preparano, ma non si svolgono sul piano fisico, bensì nei mondi superiori.

 

• Il primo di questi eventi cade nel periodo dell’evoluzione lemurica della Terra.

• Gli altri due eventi, il secondo ed il terzo,

cadono nel periodo dell’evoluzione atlantica della Terra.

• Ed il quarto è il mistero del Golgota, che si svolse sul piano fisico

nell’epoca postatlantica, all’inizio del nostro computo del tempo.

 

Nell’epoca lemurica lo stesso essere che conosciamo come il Cristo si unisce ad un altro essere dei mondi superiori, ad un essere dei mondi superiori che non era incarnato sul piano fisico, ma che apparteneva al mondo delle gerarchie superiori. E quindi, come nei confronti del mistero del Golgota parliamo del fatto che il Cristo è penetrato nel corpo di Gesù di Nazareth, per l’antico periodo lemurico possiamo parlare del fatto che il Cristo è penetrato in un’entità arcangelica dei mondi superiori. Si potrebbe parlare del fatto che un evento simile, tradotto in senso spirituale, si svolse durante l’evoluzione lemurica, così come si svolse più tardi sul piano fisico il battesimo di Giovanni nel Giordano. In quell’epoca antica incontriamo quindi l’entità del Cristo nel corpo animico di un Arcangelo. E grazie a questo sacrificio dell’entità del Cristo, ovvero il suo inserirsi in un corpo, nel corpo animico di un Arcangelo, un effetto del tutto determinato viene irradiato dai mondi spirituali nell’evoluzione terrestre.

 

• Per apprendere l’importanza di questo evento, dobbiamo parlare di un pericolo che incombeva sull’intera evoluzione umana nell’epoca lemurica da parte delle forze luciferiche. Se questo pericolo non fosse stato allontanato dall’umanità, tutto quello che chiamiamo capacità di percezione sensoria umana sarebbe giunto al disordine. Sotto l’influsso luciferico le forze sensoriali non avrebbero potuto svilupparsi come si sono sviluppate, ma sarebbero divenute molto più sensibili, più eccitabili nei confronti del mondo esterno. Per esempio, quando avessimo visto un colore blu, questo avrebbe come risucchiato il nostro occhio, e noi avremmo sentito qualcosa come una forza risucchiante; quando avessimo visto un colore rosso, avremmo sentito come una puntura agli occhi.

 

Ora, dobbiamo immaginare che cosa saremmo divenuti noi uomini se in ogni momento della vita le percezioni sensoriali ci avessero costretto a impressioni puramente eccitanti. Questo pericolo fu allontanato per il fatto che il Cristo, devo dire, non si incarnò, ma penetrò animicamente in un’entità arcangelica; le forze che poterono irradiare in tal modo dai mondi spirituali si riversarono nell’evoluzione dell’umanità, e le forze sensoriali furono armonizzate, cosicché il pericolo prima accennato fu allontanato dagli esseri umani e questi ricevettero l’armonia necessaria. Oggi perciò, quando pensiamo alla moderazione con cui si svolgono le nostre percezioni, possiamo riguardare all’antica epoca lemurica e dire: fu allora che il Cristo si sacrificò, penetrando animicamente in un’entità arcangelica e togliendoci il pericolo dell’ipersensibilità del nostro sistema sensoriale.

 

• Un secondo pericolo minacciò l’evoluzione umana, ora da parte di Arimane e Lucifero insieme, nel primo periodo dell’evoluzione atlantica. In quell’epoca uno sviluppo anormale minacciò le forze vitali. Tali forze si sarebbero sviluppate in modo tale per cui, allorché l’uomo avesse per esempio sentito fame ed avesse avuto del cibo dinnanzi a sé, si sarebbe gettato sul cibo con bramosia animale. E d’altro canto, allorché avesse avuto per esempio dinnanzi a sé un cibo qualsiasi che non gli fosse confacente, avrebbe provato una nausea spaventosa e sarebbe fuggito dallo stesso. L’ipersensibilità delle forze vitali minacciava l’uomo a quel tempo.

 

Il Cristo penetrò animicamente in un’entità arcangelica delle gerarchie superiori,

e grazie a questo sacrifìcio del Cristo

fu allontanato dall’umanità il pericolo appena descritto

e le forze vitali furono armonizzate in modo tale

per cui possiamo ora utilizzarle con moderazione ed armonia.

 

• Un terzo pericolo minacciò l’evoluzione umana verso la fine dell’epoca atlantica. A causa dell’influsso di Lucifero ed Arimane, le tre forze animiche – pensare, sentire e voleresarebbero giunte al disordine, e di conseguenza avrebbero agito in modo disordinato, confuso, caotico, se questo pericolo non fosse stato allontanato.

Se vogliamo comprendere come stiano realmente le cose, dobbiamo aver chiaro che la Terra non è soltanto ciò che pensano i geologi, un corpo minerale, bensì è un organismo complesso.

 

Ciò che sale dal suolo della Terra, che si innalza come vapore nebbioso dal suolo della Terra non è soltanto vapore fisico, ma anche l’incarnazione di passioni che possono unirsi alle passioni ed agli istinti umani e che sono permeate da forze luciferiche ed arimaniche. Queste, all’epoca indicata, avrebbero provocato nell’anima umana il caos del pensare, sentire e volere. E se questo pericolo non fosse stato allontanato, l’intero genere umano avrebbe dovuto pervenire ad una specie di delirio a causa dell’elemento caotico del pensare, sentire e volere. Il genere umano si sarebbe evoluto sino alla follia, che sarebbe divenuta la condizione normale della Terra.

 

Allora l’entità del Cristo penetrò animicamente, per la terza volta, in un essere arcangelico ed allontanò questo pericolo mediante l’irradiazione che, grazie al sacrifìcio appena caratterizzato, poteva essere esercitata nuovamente sull’evoluzione dell’umanità. L’effetto di questa terza penetrazione animica dell’Entità-Cristo è l’armonizzazione di pensare, sentire e volere nella natura animica umana.

 

I Greci, che nella loro mitologia hanno sperimentato il riverbero dei processi avvenuti durante il periodo atlantico, hanno espresso nel mito anche questo fatto soprasensibile appena citato. E la figura, la riproduzione in cui i Greci si sono immaginati la terza penetrazione animica del Cristo in un essere arcangelico è Apollo, il dio del Sole.

 

Apollo come protettore delle sentenze della pizia appare come quella entità che armonizza il drago che sale dalla Terra sotto forma di vapore. Se questo vapore fluisse nella passione della pizia senza l’armonizzazione di Apollo, pensare, sentire e volere si manifesterebbero come follia. Grazie all’impregnazione con le forze di Apollo, ciò che la pizia deve dire si trasforma talvolta nei consigli più saggi che furono dati ai Greci.

Se si fosse potuto domandare ad un iniziato degli antichi misteri chi pensava fosse Apollo, egli avrebbe certamente dato come risposta: è il precursore del Cristo Gesù, non ancora disceso sino al piano fìsico.

 

L’umanità ha conservato una meravigliosa immaginazione di questo terzo evento del Cristo nella figura di San Giorgio che vince il drago, oppure dell’Arcangelo Michele che vince il drago. È meraviglioso poter rilevare come questa immaginazione di San Giorgio che vince il drago sia in effetti una eco del terzo evento soprasensibile del Cristo.

 

• Ed il quarto evento si ebbe nell’epoca postatlantica, quando l’umanità fu nuovamente esposta al pericolo di giungere al disordine delle forze animiche nel corso dell’evoluzione. E lo stesso io umano sarebbe giunto al disordine.

 

• Il primo pericolo riguardava le forze sensoriali.

• Il secondo le forze vitali.

• Il terzo le forze animiche di pensare, sentire e volere.

• Il quarto le forze dell’io.

 

• La stessa entità, l’Entità-Cristo, che per tre volte era scesa nell’anima,

scese ora, con il mistero del Golgota, nel corpo di Gesù di Nazareth

per allontanare dall’umanità questo quarto pericolo grazie al proprio irradiare nell’aura della Terra.

 

Si può veramente riconoscere nell’evoluzione dell’umanità, nell’arco dei secoli che hanno preceduto il mistero del Golgota ed in quelli che lo seguirono, come fosse presente il pericolo del disordine per l’io e la sua forza. Al momento della fioritura della forza egoica che possiamo osservare nella filosofìa greca, in Socrate, Platone, Aristotele – cominciando già da Talete ed Eraclito -, vediamo come, accanto a tale fioritura, qualcosa d’altro proceda da parte della filosofia greca.

Allorché le forze del pensiero umano fioriscono in Talete, Eraclito, in Socrate, Platone e Aristotele, vediamo, all’incirca a partire dallo stesso momento, diffondersi su tutta quella parte della Terra allora civilizzata, mostrandosi qua e là, le forze delle cosiddette Sibille.

 

Queste Sibille, che procedono come manifestazione parallela accanto alla nascita della filosofia, rappresentano come il caos debba penetrare nelle forze egoiche. Vediamo come, da un lato, da ciò che annunziano tali sibille possa scaturire qualcosa di vero, un elemento profetico positivo, e come, dall’altro, si esprimano attraverso le Sibille equivoci, forze egoiche menzognere e disordinate. Come l’elemento caotico-terrestre parli nelle Sibille, è stato in seguito rappresentato mirabilmente da Michelangelo nella Cappella Sistina, partendo dalla tradizione. Sin nella rappresentazione del gesto è da vedere come agisse attraverso le singole Sibille l’elemento disordinato delle forze egoiche, che vengono espresse nei modi più molteplici.

 

E Michelangelo, accanto alle forze delle Sibille, ha posto come manifestazione polare quelli che hanno tentato di cercare l’io, di trovare l’io nella natura umana e di renderlo fecondo per l’evoluzione storica dell’umanità: i Profeti.

Quel che ci appare nelle Sibille e nei Profeti di Michelangelo rappresenta i due poli:

• da un lato la tendenza dell’io a giungere al disordine,

• dall’altro il tentativo della profezia giudaica di mettere in ordine le forze egoiche.

 

Nella natura umana era in fermento il vero divenire cosciente dell’io che doveva verificarsi allora, e se il pericolo non fosse stato allontanato, forze profetiche oscure e forze sibilline oscure si confonderebbero oggi in modo caotico nel nostro io. Non si sarebbe potuta avere una reale chiarezza dell’io nell’evoluzione dei secoli seguenti.

L’incarnazione del Cristo in Gesù di Nazareth cadde in questo fermento, determinando per la quarta volta l’armonizzazione della natura umana. Ciò potè accadere soltanto per il fatto che l’entità del Cristo si incarnò in un’entità umana che aveva sviluppato in sé, nel senso più alto, tutte le capacità conseguite allora dall’uomo.

Allo stesso modo in cui la ricerca occulta odierna ci rende possibile gettare luce sulle quattro tappe del mistero del Golgota, ci mette anche in grado di diffondere luce sull’entità di Gesù di Nazareth, nel quale l’entità del Cristo si è incarnata mediante il mistero del Golgota, l’ultima tappa.

 

Già feci notare in precedenti occasioni che all’inizio del nostro computo del tempo furono generati due fanciulli Gesù. Dissi che nel dodicesimo anno in uno dei fanciulli Gesù, quello che discendeva dalla linea natanica della casa di Davide, penetrò l’anima dell’altro fanciullo Gesù, che discendeva dalla linea salomonica, cosicché dai due fanciulli derivò un solo essere. Se ci domandiamo chi fosse questo Gesù di Nazareth dodicenne, la ricerca occulta oggi ci risponde: è l’anima di Zarathustra in un’entità umana del tutto particolare, la quale appunto discendeva dalla linea natanica della casa di Davide. Ed allorché volgiamo lo sguardo animico all’essere di Zarathustra nel Gesù natanico, ci si presenta come questo Gesù di Nazareth si sia ulteriormente sviluppato sino al trentesimo anno.

 

Possiamo distinguere tre epoche nello sviluppo di questo Gesù di Nazareth.

• La prima, dal dodicesimo al diciottesimo anno di vita.

• La seconda, dal diciottesimo al ventiquattresimo.

• La terza, all’incirca dal ventiquattresimo al trentesimo anno.