Ultimi tempi dell’epoca lemurica e inizio dell’epoca atlantica

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 25.05.1908


 

Abbiamo già ricordato che i nostri progenitori, prima di quella catastrofe terrestre il cui ricordo è conservato nella narrazione del diluvio, vivevano nell’occidente, in un territorio che oggi non esiste più come tale, ma che forma il fondo dell’Oceano Atlantico. Quel continente, chiamato l’antica Atlantide, era la dimora dei nostri progenitori. Se indaghiamo gli ultimi tempi di quell’epoca, troviamo che in quell’età pur tanto remota, l’uomo non era poi talmente dissimile dal suo aspetto odierno. Se invece risaliamo ai primi tempi dell’Atlantide, troveremo una figura umana del tutto diversa da quella attuale. Ed ora possiamo risalire ancora più indietro.

 

Prima dell’epoca atlantica l’uomo visse in un territorio che nel linguaggio odierno si è soliti chiamare Lemuria, e che fu distrutto esso pure da immani catastrofi della nostra Terra. Esso si trovava circa nella zona compresa oggi tra l’Asia meridionale, l’Africa e l’Australia.

Se osserviamo le figure umane vissute nella Lemuria, quali si manifestano all’indagine chiaroveggente, le troviamo molto diverse dagli uomini d’oggi; e non è necessario che io vi descriva esattamente l’aspetto degli uomini lemurici e di quelli delle prime età dell’Atlantide.

Anche se avete sopportato non poche descrizioni della scienza dello spirito, l’aspetto così totalmente diverso di quegli uomini lemurici non potrebbe che riuscirvi assai inverosimile. Pure, per un certo verso, dobbiamo descriverlo, sia pure molto esteriormente, se vogliamo comprendere quanto è accaduto dell’uomo nel corso dell’evoluzione terrestre.

 

Ammettiamo per un momento (ciò che in realtà è impossibile, ma lo supponiamo per amore della comprensione) che fosse possibile penetrare con i nostri sensi odierni, che allora naturalmente non esistevano, negli ultimi tempi dell’epoca lemurica e nei primi dell’epoca atlantica, e di osservare la superficie terrestre nelle sue diverse parti. Vi sbagliereste credendo di poter trovare l’uomo sulla Terra, con questa percezione sensibile.

A quei tempi, l’uomo non esisteva ancora in una forma tale da poter essere percepito con i sensi odierni. Alcuni territori emergevano bensì già al modo di isole dalla Terra ancora, liquida, e per tutto il resto coperta dal mare o avvolta da vapori.

 

Ma anche quei territori che emergevano a mo’ di isole non erano ancora così solidi come i nostri attuali continenti, bensì masse terrestri molli, fra le quali si esplicavano potenze ignee, sicché quelle isole venivano di continuo sollevate dalle forze vulcaniche d’allora e di nuovo sommerse. Insomma nella Terra agiva ancora l’elemento del fuoco, tutto era ancora fluido e vivo, tutto continuava a trasformarsi.

Su alcuni territori già relativamente raffreddati si sarebbero potuti scorgere i progenitori del nostro mondo animale odierno: figure grottesche di precursori dei nostri rettili ed anfibi. Ma non si sarebbe potuto scorgere nulla dell’uomo, perché a quel tempo l’uomo non possedeva ancora un corpo fisico così denso e solido. Avreste dovuto cercare l’uomo in tutt’altra direzione, per così dire entro le masse d’acqua o di vapore, come oggi si possono scorgere nel mare certi organismi inferiori, costituiti da poco più d’una massa molle e gelatinosa.

Così avreste trovato il corpo fisico dell’uomo d’allora, adagiato entro le zone d’acqua e di vapore; e quanto più indietro si risale nel tempo, tanto più tenue, più simile al suo ambiente vaporoso e liquido diviene l’uomo di quell’epoca.

 

Solo durante l’epoca atlantica esso si addensò sempre più; e se fosse possibile seguire tutto il processo, si vedrebbe l’uomo condensarsi dall’acqua e discendere sempre più sulla terraferma.

Cosicché è realmente vero che l’uomo fisico ha calpestato la superficie terrestre solida in un tempo relativamente recente. Esso era disceso dalla sfera d’acqua e di aria, cristallizzandosi gradualmente, a poco a poco, dalla massa d’acqua e di vapore. Abbiamo potuto così farci una immagine approssimativa d’un uomo che, per così dire, non si distingue ancora affatto dal suo ambiente fisico, e che consta dello stesso elemento in cui vive. E se risaliamo sempre più indietro nell’evoluzione della Terra, troviamo che quel corpo umano diventa sempre più tenue.