Verso una nuova nascita

O.O. 13 – La scienza occulta nelle sue linee generali – (III)


 

Nella prima regione del mondo dello spirito diventano visibili le entità spirituali che circondano sempre l’uomo, e che hanno anche costruito il suo corpo fisico.

Nel mondo fisico l’uomo non percepisce dunque altro che le manifestazioni delle forze spirituali che hanno dato forma anche al suo corpo fisico. Dopo la morte egli si trova appunto in mezzo a queste forze plasmatrici le quali, prima nascoste, gli si rivelano ora nella loro vera forma.

• Così pure nella seconda regione egli sta in mezzo alle forze che formano il suo corpo eterico;

• nella terza regione affluiscono verso di lui le forze che hanno costituito il suo corpo astrale.

• Anche le regioni più elevate del mondo spirituale fanno affluire verso di lui ciò che ha contribuito alla sua formazione per la vita fra nascita e morte.

 

Queste entità del mondo spirituale lavorano ora unitamente a ciò che l’uomo ha portato con sé

come frutto della vita anteriore e che diventa ora un germe.

Per mezzo di questa cooperazione, l’uomo viene costituito di nuovo anzitutto come essere spirituale.

 

Durante il sonno il corpo fisico e il corpo eterico rimangono presenti; il corpo astrale e l’io si trovano sì al di fuori di quei due corpi, ma ancora con loro collegati, e ciò che durante tale stato possono ricevere come influssi del mondo spirituale può servire soltanto a ripristinare le forze esaurite durante la veglia.

Ma quando sono stati deposti il corpo fisico e il corpo eterico

e, dopo la purificazione, anche quelle parti del corpo astrale che sono rivolte con i desideri verso il mondo fisico,

allora tutto ciò che dal mondo spirituale fluisce verso l’io esercita una azione non soltanto di miglioramento,

ma anche di riorganizzazione.

 

• E dopo un determinato tempo, di cui parleremo più oltre in questo libro, si foggia intorno all’io un corpo astrale, atto ad abitare di nuovo un corpo eterico e un corpo fisico tali da essere caratteristici dell’uomo fra nascita e morte. L’uomo può passare di nuovo per una nascita e riapparire in una nuova esistenza terrestre, in cui è ora incorporato il frutto dell’esistenza antecedente.

Sino alla nuova formazione del corpo astrale, l’uomo assiste come testimonio a questa sua ricostituzione.

 

Poiché le potenze del mondo spirituale non gli si manifestano a mezzo di organi esteriori, bensì interiormente, come il proprio io nell’autocoscienza, così egli può percepire queste manifestazioni fintanto che i suoi sensi non siano ancora rivolti verso un mondo esteriore di percezione.

 

Dal momento in cui il corpo astrale si è costituito nuovamente, questo senso però si volge verso l’esteriore.

Il corpo astrale richiede ormai di nuovo un corpo eterico esteriore e un corpo fisico;

così esso si distoglie dalle manifestazioni dell’interiorità.

Si presenta perciò ora uno stato intermedio, durante il quale l’uomo cade nell’incoscienza.

• La coscienza può risorgere nel mondo fisico

soltanto dopo formati gli organi necessari per la percezione fisica.

• In questo periodo, in cui cessa la coscienza rischiarata dalla percezione interiore,

il nuovo corpo eterico comincia a collegarsi al corpo astrale, e l’uomo può nuovamente entrare in un corpo fisico.

 

Potrebbe prender parte cosciente a questi due processi di collegamento soltanto un io che da se stesso avesse prodotto quelle forze creatrici nascoste nel corpo eterico e nel corpo fisico, cioè lo spirito vitale e l’uomo-spirito. Finché l’uomo non è giunto a tanto, altre entità, più di lui progredite nella loro evoluzione, debbono compiere questa unione.

Il corpo astrale vien guidato da tali entità verso una coppia di genitori, che potrà fornirgli il corpo eterico e il corpo fisico adatti.

 

Prima che si compia il collegamento col corpo eterico, qualcosa di straordinariamente importante si verifica per l’uomo che è sul punto di entrare nuovamente nell’esistenza fisica.

L’uomo ha creato durante la sua vita precedente delle forze perturbatrici che gli si sono palesate durante il viaggio a ritroso effettuatosi dopo la morte.

Ricorriamo all’esempio già citato: cioè dell’uomo che nel quarantesimo anno della sua vita precedente abbia cagionato in un impulso di collera dolore a qualcuno. Dopo la morte questo dolore altrui gli si para dinanzi come una forza contrastante allo sviluppo del proprio io. E così è per tutti i casi simili della vita precedente.

Al suo rientrare nella vita fisica questi impedimenti all’evoluzione si presentano nuovamente dinanzi all’io.

 

• Come al sopraggiungere della morte si presenta all’io umano una specie di quadro mnemonico,

• così ora gli si presenta un’immagine anticipata della vita da venire.

L’uomo vede nuovamente un quadro che questa volta gli mostra tutti gli ostacoli che egli dovrà superare,

se vuol progredire nella sua evoluzione.

 

Ciò che egli vede in tal modo diventa il punto di partenza di forze che l’uomo deve prendere seco nella nuova vita. L’immagine del dolore inflitto ad altri diventa una forza che spinge l’io, quando ritorna nella vita, a rimediare a questo dolore. La vita precedente esercita così una azione determinante sulla nuova vita.

 

Le cause delle azioni della nuova vita si trovano in certo qual modo nella vita precedente.

Questa correlazione retta da una norma fra la passata esistenza e quella nuova

costituisce la legge del destino che si indica generalmente col nome di « karma »,

nome tratto dalla sapienza orientale.

 

La costituzione di un nuovo insieme di corpi non è però la sola attività che incombe all’uomo fra la morte e una nuova nascita. Mentre questa costituzione si compie, l’uomo vive al di fuori del mondo fisico che intanto procede oltre nella propria evoluzione. In periodi di tempo relativamente brevi la Terra cambia di aspetto. Come apparivano alcune migliaia di anni or sono le regioni che costituiscono oggi la Germania?

Quando l’uomo inizia una nuova esistenza sulla Terra, questa, in regola generale, non presenta mai il medesimo aspetto che aveva durante la sua vita precedente. Mentre egli è stato assente, ogni specie di cambiamenti si sono prodotti. Nella trasformazione dell’aspetto della Terra agiscono anche forze nascoste; esse esercitano la loro azione proprio da quel mondo in cui l’uomo si trova dopo la morte.

L’uomo stesso deve collaborare a queste trasformazioni della Terra, e lo può fare soltanto sotto la direzione di entità superiori finché, con la costituzione dello spirito vitale e dell’uomo-spirito, egli non abbia acquistato una chiara coscienza del nesso fra lo spirituale e la sua espressione nel fisico. Pure, egli collabora alle trasformazioni delle condizioni terrestri.

 

• Si può dire che durante il tempo fra morte e rinascita gli uomini trasformano la Terra

in modo che le condizioni di questa si accordino con ciò che si è sviluppato in loro stessi.

 

Se osserviamo in un determinato momento un punto della Terra e torniamo poi ad osservarlo dopo molto tempo,

lo troveremo completamente cambiato; le forze che hanno prodotto quei cambiamenti si trovano fra i morti.

Così anche fra la morte e una nuova nascita essi si trovano in connessione con la Terra.

La coscienza soprasensibile vede in tutta l’esistenza fisica la manifestazione di una spiritualità nascosta.

 

Per l’osservazione fisica

sono la luce del sole, i cambiamenti di clima, ecc., che producono le modificazioni della Terra.

Per l’osservazione soprasensibile

è la forza degli uomini morti che agisce nel raggio di luce, che dal sole cade sulla pianta.

 

• A tale osservazione si manifesta come anime umane aleggino intorno alle piante, trasformino il suolo, ed altre cose simili. Dopo la morte l’uomo non si occupa soltanto di se stesso e della preparazione alla sua nuova vita. Egli ha il compito di lavorare spiritualmente per il mondo esteriore, così come durante il periodo fra nascita e morte ha il compito di lavorare fisicamente.

 

La vita degli uomini nel mondo spirituale influisce sulle condizioni del mondo fisico,

ma a sua volta anche l’attività della esistenza fisica esercita la sua azione sul mondo spirituale.