Zaratustra passa dalla civiltà persiana a quella ebraica antica.

O.O. 139 – Il Vangelo di Marco – 16.09.1912


 

Chi conosce le conferenze da me tenute sul vangelo di Luca, proprio qui a Basilea, ricorderà che ho mostrato come la grandiosa figura del Cristo Gesù rappresenti nel suo insieme il risultato della confluenza di due anime, delle anime di due fanciulli Gesù. Una di esse non era altro che l’anima di Zaratustra, del fondatore dello zaratustrismo; dovrebbe essere rimasto nell’animo di chi le ha ascoltate il fatto che nel bambino Gesù descritto dal vangelo di Matteo dobbiamo riconoscere Zaratustra reincarnato: in quel fanciullo visse l’anima di Zaratustra.

 

Che cosa si presenta dunque in questo fatto?

Si tratta del fondatore dello zaratustrismo, del grande iniziato della civiltà paleopersiana, il quale percorre le sue tappe evolutive nell’umanità fino a un certo momento, per poi ricomparire in seno all’antico popolo ebraico.

 

Abbiamo il trapasso dalla civiltà persiana primitiva a quella del popolo ebraico, per il tramite dell’anima di Zaratustra.

In realtà, tutto ciò che si compie esteriormente nella storia, nella vita degli uomini, non è che la manifestazione, l’estrinsecazione di processi e di forze interiori spirituali.

Si può veramente studiare ciò che racconta la storia esteriore, considerandolo come espressione della realtà spirituale nascosta, dei fatti che si svolgono sul piano dello spirito.

 

Teniamo dunque ferma questa nozione: Zaratustra passa dalla civiltà persiana a quella ebraica antica.

 

Ed ora prendiamo l’Antico Testamento, limitandoci anche solo a scorrere i titoli dei suoi capitoli. I fatti che riguardano Zaratustra, quali li ho esposti allora, risultano dall’indagine chiaroveggente: essi si manifestano se si è in grado di seguire le vie dell’anima di Zaratustra. Ora però vogliamo contrapporre a quei dati non soltanto i contenuti della Bibbia, ma anche i risultati dell’indagine storica esteriore.

L’antico popolo ebraico fonda il suo regno in Palestina; poi il regno si separa in due parti. In seguito il popolo viene sottomesso dagli Assiri, e più tardi viene deportato in cattività dai Babilonesi. Poi viene conquistato dai Persiani.

Che cosa significa tutto questo? che senso ha?

 

Bisogna infatti rendersi conto che gli eventi storici hanno un loro significato: essi seguono certi processi interiori, di natura spirituale e animica.

• Perché le antiche popolazioni ebraiche vengono condotte dai loro destini entro l’elemento caldeo, in quello assiro-babilonese, in quello persiano, per poi venir liberate alla fine da Alessandro il Grande? Se si volesse dirlo in poche parole, si potrebbe dire che tutto questo è solo l’aspetto esteriore del passaggio di Zaratustra dall’elemento persiano a quello ebraico.

Si potrebbe dire: gli Ebrei sono andati a prenderselo; sono stati guidati a lui fino alla sottomissione all’impero persiano, perché Zaratustra voleva per così dire raggiungerli.

 

La storia esteriore è come una mirabile impronta di tali processi, e chi osserva la vicenda dal punto di vista e coi metodi scientifico-spirituali, sa che la storia esteriore rappresenta, in quel caso, solo il corpo, l’espressione materiale per il trapasso di Zaratustra dall’elemento persiano a quello ebraico, il quale fu per qualche tempo come incluso in quello persiano. Quando tale contatto si fu prolungato a sufficienza, il popolo ebraico ne fu tratto fuori da Alessandro Magno; a questo punto, l’ambiente che ne risultò fu quello che allora occorreva a Zaratustra: egli poté allora passare da un popolo all’altro.